A pochi mesi delle elezioni generali del prossimo anno, la giunta militare thailandese si è messa al lavoro per cambiare la legge delle unioni civili in Thailandia di persone dello stesso genere, permettendo così un certo processo di liberalizzazione di una società che sul tema delle parità di genere ha molte resistenze nonostante le apparenze contrarie.
La legge delle Unioni civili, che si basa su una bozza del 2013 e che ci si aspetta sia approvata per la fine di questo anno, porterà ad una legge sulle unioni civili che riconoscono le unioni dello stesso sesso.
La legge in vigore ora riconosce solo il matrimonio universale e non permette, per esempio, che uno della coppia riceva il corpo del partner morto o che possa essere un suo ricevente testamentario.
La legge delle Unione civili non è certo il massimo per la comunità LGBT thailandese perché pone ancora alcuni diritti riservati alle coppie eterosessuali, quali l’adozione di bambini.
“Sarà un grande passo in avanti ma il nostro vero obiettivo è avere gli stessi diritti di quelli goduti dalle coppie eterosessuali” dice Danai Linjongrut, direttore esecutivo della Rainbow Sky Association of Thailand che lavora sui diritti della comunità LGBT, secondo Nikkei Asian Review.
Sull’intento della giunta militare, il preside della facoltà di Scienze Politiche Titipol Phakdeewanich, giustamente fa notare:
“La giunta Thailandese vuole approvare la legge prima delle elezioni per avere una mano di sostegno dalla comunità LGBTI oltre che dalla giunta internazionale”.
Se questo è certamente vero, perché apre uno squarcio di liberalità in un quadro di rigido controllo dell’opposizione a cui non si permette ancora di esprimersi e farsi conoscere, è anche vero che la condizione della comunità LGBTI è, nonostante le apparenze, è essenzialmente di discriminazione.
Sempre sul NAR, la Banca Mondiale ha pubblicato un rapporto “Inclusione economica dei gruppi LGBTI in Thailandia”, in cui si pubblicano i risultati di un sondaggio. Un terzo degli intervistati (non appartenenti a questa comunità, ha detto che la discriminazione sul posto di lavoro di persone LGBTI è accettabile, mentre quasi la metà degli intervistati ha detto che è ragionevole che la gente della comunità LGBT si debba attendere una qualche forma di discriminazione quando ricerca dei servizi pubblici.
La comunità LGBTI trova grandi ostacoli se non l’ostracismo completo quando cerca un posto di lavoro nel governo, nel settore finanziario e nel settore medico, e trova spazio solo nell’intrattenimento e nell’industria dei cosmetici.
Come dice Danai Linjongrut, i thailandesi considerano le persone di questa comunità come “qualcuno con cui si può essere amico ma che non si vuole avere in famiglia”.
La conferma di tutto ciò la si può vedere anche dalla lenta apertura alla comunità LGBTI nella stessa pubblicità, che solo di recente ha cominciato a presentare un cambio di parametri di accettazione, oppure nella comparsa di polizze assicurative in cui compaiono anche le coppie dello stesso sesso nella lista dei possibili beneficiari.
Il preside della facoltà di Scienze Politiche Titipol Phakdeewanich spiega in una intervista rilasciata a Gaystarnews.com che il processo di approvazione non è detto che poi giunga a buon fine.
“Lo stato deve condurre consultazioni con tutte le parti, analizzare gli impatti che potrebbero verificarsi in modo completo e sistematico. Deve anche far conoscere i risultati della consultazione e delle analisi alla gente” dice il preside aggiungendo che questo richiederà qualche tempo e che non è assolutamente certo che giunga a buon fine.
Se promulgata la “legge delle Unioni Civili sarà il primo passo per promuovere davvero l’uguaglianza” ha detto il preside Titipol Phakdeewanich, il quale ha anche messo in luce la natura di espediente politico piuttosto che di volontà di combattere le discriminazioni e di promuovere i diritti”.
La consultazione delle parti sarà avviata in quattro città, Bangkok, Chiang Mai, Songkla e Ayutthaya e dopo portata al governo che la deve approvare. Il tutto si potrebbe concludere entro la fine di questo anno.