Se qualcuno avesse avuto dei dubbi sul ritorno della Thailandia ad una democrazia genuina, la sentenza della corte costituzionale che ha disciolto il Future Forward toglie anche l’ultimo dubbio.
Un colpo da KO l’ha definita Brad Adams di HRW “per gli sforzi traballanti del paese a restaurare il governo democratico dopo la dittatura militare. La decisione indebolisce fortemente l’opposizione politica a beneficio del partito di governo sostenuto dai militari e cancella in modo ingiusto i voti di oltre sei milioni di sostenitori del FFP”
La decisione della Corte Costituzionale permette inoltre alla Commissione elettorale di denunciare penalmente la dirigenza del FFP e la confisca della cifra del prestito fatto al partito che eccederebbe il limite legale.
Scrive HRW:
“La causa intentata dalla Commissione Elettorale della Thailandia affermava che i fondi prestati al partito cadevano sotto la voce “altri benefici” nell’articolo 66 della legge dei partiti politici che limita le donazioni a 10 milioni di Baht per donatore all’anno. La commissione determinò che il prestito poteva dargli influenza non dovuta sul partito. Dopo aver considerato la violazione dei limiti della donazione da parte del partito e della sua dirigenza, la corte concludeva che il denaro proveniva da una fonte illegittima” definita nell’articolo 94 della legge invocando così la dissoluzione del partito.
La procedura adottata dalla corte pone seri dubbi sul processo equo messi in luce dal rifiuto del tribunale di permettere al FFP di presentare le proprie opinioni e prove. Il partito richiese di presentare le prove per contrastare le accuse ma la corte ha deciso di avere già le prove sufficienti al verdetto”
Dopo le elezioni del marzo 2019, i paesi occidentali hanno fatto poco sentire la voce e la critica al governo thailandese sulla mancanza di progresso nel campo dei diritti umani, ed è ora che “facciano sentire questo incredibile passo in dietro rispetto al pluralismo politico e al governo democratico”
Scrive su Asiatimes Shawn Crispin:
“La denuncia fu fatta dalla Commissione Elettorale che è vista da alcuni come tendente a favorire i partiti dei militari tra cui Palang Pracharat Party, PPRP, sia per la gestione allegra del conto dei voti delle ultime elezioni di marzo che per aver lasciato cadere la raccolta controversa del PPRP di 600 milioni di dollari, 19 milioni di euro, in donazioni di imprese.
La corte costituzionale ha ripetutamente preso decisioni contrastanti i politici e partiti visti come opposti agli interessi conservatori del regno; FFP ha già dichiarato che la corte non ha giurisdizione sullo scioglimento dei partiti politici…
Il verdetto pone anche l’inquieta politica thailandese su un nuovo incerto percorso, uno che pare mettere forze conservatrici e progressiste in una nuova era di proteste nonostante i forti avvisi dei militari per cui i soldati reprimeranno velocemente e con la forza ogni tipo di agitazione.
In una dichiarazione della UE si dice che la decisione di disciogliere il FFP rappresenta un “ostacolo al pluralismo politico della Thailandia” e che lo “spazio politico deve restare aperto”
Secondo alcuni analisti questo verdetto pone una seria ipoteca sulle possibilità di negoziare un accordo di libero commercio FTA con la UE proprio mentre in modo significativo il rivale regionale vietnamita se ne è assicurato uno.
I sostenitori di FFP inevitabilmente sospetteranno una cospirazione conservatrice per mettere la museruola alla sfida forte e vocale del nuovo partito sul ruolo politico persistente dei militari nonostante una transizione elettorale dalla giunta al governo democratico.
Il Future Forward di Thanathorn giunse terzo alle elezioni generali di marzo scorso con 77 seggi ed un forte risultato nella capitale, ed è visto come una forza genuina progressista con radici tra le generazioni più giovani.
Il partito è considerato largamente come un pericolo chiaro e attuale agli interessi della elite conservatrice, legata a militari, burocrazia e grandi corporazioni, che sostenne l’ascesa di Prayuth sia a capo del golpe che a premier eletto.
Nel voto parlamentare dello scorso maggio Prayuth superò Thanathorn a causa del fatto che i militari nominano un senato di 250 membri che vota alla nomina del premier.
Elementi conservatori hanno da allora fatto moltissime denunce legali contro FFP tra cui alcuni che minacciano di porre Thanathorn dietro le sbarre.
Il 21 gennaio la Corte Costituzionale lasciò cadere un’accusa molto particolare in cui si affermava che il partito e la sua dirigenza cercavano di minare la monarchia thailandese. Non è chiaro se il palazzo di Re Vajiralongkorn abbia avuto un peso nel lasciar cadere l’accusa.
La dissoluzione del FFP almeno per il momento fermerà le misure e le proposte che il partito ha fatto in parlamento per spingere i militari ad uscire dalla politica e contro altri golpe futuri che sospendano la democrazia.
Thanathorn ha detto prima della decisione della corte che i parlamentari si sarebbero ritrovati in un altro partito col nome possibile di “Ordine del Nuovo Futuro”, mentre la dirigenza avrebbe guidato e costruito un movimento sociale associato….
Piyabutr, segretario del FFP, ha convocato venerdì i militanti sotto la sede principale del partito come manifestazione di forza contro il verdetto.
“Se chi è al potere crede che questo verdetto toglierà l’ossigeno al fuoco, lasciatemi insistere nel dire che si sbagliano… Questo si diffonderà come un fuoco incontrollato … Questo non è la fine ma solo l’inizio”…
Dopo la sentenza della corte, una che tanti sia in Thailandia che all’estero interpreteranno come un altro odioso passo indietro per la democrazia thailandese, la stabilità del paese è ancora in grandissimo dubbio.
Shawn W Crispin