L’invito alla felicità è troppo spesso impiegata per depoliticizzare e eliminare storie di esclusione ed oppressione. Quindi cosa sperano Prayuth e la sua giunta di coprire con questo invito alla felicità?
Il 22 maggio sotto la guida del generale Prayuth Chan-ocha, il Consiglio nazionale per la pace e l’ordine (NCPO) ha fomentato il dodicesimo colpo di stato andato a segno in 82 anni. Mentre afferma di voler riformare il paese per ridare la felicità al popolo, sotto NCPO, la libertà politica è stata bloccata, le persone ritenute critiche contro la monarchia o la giunta sono state detenute, e la sorveglianza accresciuta.
Volente o no, un fondamento di questa repressione è stata la sua natura ineguale ed arbitraria. E’ impossibile predire le azioni del NCPO e perciò impossibile per un cittadino che dissente sapere se sarà risparmiato e colpito. Per quelli che non sono stati risparmiati le pene sono dure.
Apichat Pongsawat era uno studente del master presso la Thammasat university a Bangkok. Il 23 maggio si è unito alle proteste presso il Centro Culturale ed Artistico di Bangkok. Arrabbiati dalla sua opposizione al golpe un gruppo di soldati lo ha arrestato e tenuto per sette giorni, il periodo massimo permesso di detenzione senza accusa formale secondo la legge marziale.
Poi è stato accusato di aver violato sei codici di legge compreso l’articolo 112 del codice penale che prescrive una pena che va da 3 a 15 anni per ogni atto che è ritenuto diffamante, o che insulta o minacci il re, la regina, l’erede o il reggente. Mentre era in custodia, i militari hanno localizzato la sua pagina di Facebook ed hanno deciso che un suo articolo del 2010 violasse l’articolo 112. Apichat, a cui hanno negato la cauzione per due volte, è attualmente in custodia preventiva a Bangkok mentre continuano le indagini contro di lui.
Sebbene l’articolo 112 sia parte del codice penale sin dalla sua ultima revisione del 1957, il suo uso è cresciuto in modo drammatico dal golpe del 2006 ed è divenuto una cartina al tornasole: l’essere accusati di aver violato l’articolo 112 vuol dire essere accusati di non essere thai, e accusare un altro di aver violato l’articolo 112 è mostrare uno dei più grandi gesti di lealtà verso la monarchia e la nazione.
Chiunque può lanciare un’accusa di violazione di questa legge, e poi la polizia deve decidere se indagare e portarla in tribunale. Il 2 giugno un tassista di Bangkok è stato arrestato dalla Divisione di soppressione del Crimine dopo che un passeggero lo ha accusato di aver violato l’articolo 112. Il passeggero, un lettore di università, ha registrato una conversazione con il tassista a gennaio e l’ha mantenuto sul suo telefonino.
Le pene previste per la violazione dell’articolo 112 sono già molto più severe rispetto alla diffamazione di un cittadino ordinario che comporta una pena di due anni. NCPO ha prestato una particolare attenzione all’articolo 112 e, secondo il proclama 37 fatto il 25 maggio, ha posto questi processi per la lesa maestà nel sistema giudiziario militare. Nei “tempi anormali” della legge marziale agli accusati possono essere tolti tutti i diritti umani: periodi estesi di detenzione durante le indagini, nessun diritto di appello e processo a porte chiuse. In aggiunta ai crimini contro la corona e lo stato possono essere rivisti dalla corte marziale tutti i casi di violazioni degli ordini della giunta.
Significa che chiunque teneva alzati cartelli con messaggi contro il golpe o persone che hanno alzato il segno delle tre dita in pubblico sia passibile di processo sotto la corte marziale? Mentre l’annuncio pone solo tecnicamente le violazioni commesse dopo la promulgazione nel sistema della corte marziale, un commento dell’Ufficio della Corte di Giustizia affermava che i crimini precedenti alla promulgazione potevano essere spostati presso le corti marziali. Considerata la volontà della giunta di abrogare la costituzione e di agire arbitrariamente, l’incertezza sul raggio delle corte marziali fa sorgere lo spettro che i casi di quelli considerati nemici della giunta possano essere fatti là.
In aggiunta a chi ha subito accuse formali per l’opposizione al golpe, ci sono quelli che sono stati chiamati a rispondere alla giunta. In 27 ordini, annunciati attraverso trasmissioni pubbliche fatte tra le 9 e le dieci di sera, 384 persone sono state convocate illegittimamente per rispondere presso l’Army Club a Thewet Road a Bangkok. Tra i convocati ci sono tante figure che vanno da pensatori e studiosi dissidenti, a avvocati, giornalisti, artisti, militanti e ex prigionieri politici, ma anche gente degli affari, politici e quelli che sembravano essere amici alla giunta.
Non tutti i convocati si sono presentati, e tutti hanno vissuto differenti forme, luoghi e lunghezza della detenzione. Si può essere mantenuti per gli interi sette giorni della legge marziale, come Thanapol Eawsakul, editore del Same Sky Magazine. Si può essere rilasciati dopo alcune ore di interrogatorio, come il professore di storia Suthachai Yimprasert, o interrogati a notte fonda come il sociologo Kengkij Kitirianglarp. Al momento del rilascio si deve firmare una promessa scritta di non partecipare a movimenti o riunioni politiche, e a non lasciar il paese senza permesso del Generale Prayuth.
La pena per chi non si prsenta è una detenzione fino a due anni e la multa di 1231 dollari. In alcuni casi come il ministro dell’istruzione sotto Yingluck Chaturon Chaisaeng, e Sombat Boonngamanong la giunta a deciso di arrestare quell iche non si sono presentati.
Nonostante le richieste delle organizzazioni dei diritti umani internazionali e thailandesi la giunta si è rifiutata di dare i dettagli delle persone arrestate e dove si trovano. Al di fuori di Bangkok, le autorità convocano le persone in modo meno formale e anche meno trasparente, come gli studenti di Khon Kaen che sono stati costretti a firmare una dichiarazione in cui si dice che la loro lotta al fianco degli abitanti dei villaggi conto gli effetti negativi delle miniere di oro violavano gli ordini della giunta.
Un quello che appare come una profonda separazione, durante questi tempi di repressione e concomitante diffusione della paura, NCPO ha mantenuto il proprio impegno verso la felicità. Dopo un fine settimana in cui tagliavano i capelli gratis alla militare, davano gelati e contatto con i cavalli, il generale Prayuth ha istituito le trasmissioni settimanali della felicità che sono trasmesse da tutte le stazioni televisive del regno. A prima vista, questa chiamata alla felicità sembra semplicemente un altro aspetto assurdo di un regime che assomiglia ad un libro in voga un tempo in Thailandia, 1984 di George Orwell.
Ma vale la pena osservare meglio questo invito alla felicità. Sara Ahmed, in un suo libro, in cui scive contro il razzismo, il sessismo e l’omofobia, ha affermato che l’invito alla felicità è troppo spesso impiegata per depoliticizzare e eliminare storie di esclusione ed oppressione. Quindi cosa sperano Prayuth e la sua giunta di coprire con questo invito alla felicità?
Probabilmente le violazioni dei diritti e delle libertà di cui si è parlato sopra sono forse appena l’inizio.
Tyrell Haberkorn, Aljazzera