Le corti possono pure averlo assolto due volte, ma il capo dell’opposizione malese Anwar Ibrahim sente ancora il dolore dei processi per sodomia che lo hanno tormentato per più di un decennio.
In una recente intervista alla BBC, Anwar ha detto che le leggi sulla omosessualità in Malesia, che permettono di imprigionare chiunque sia trovato colpevole di sodomia fino a 20 anni, col rischio di subire i colpi di verga e una punizione amministrativa, sono leggi arcaiche, benché abbia sottolineato anche la santità del matrimonio tra un uomo ed una donna.
Ora Anwar ha denunciato un giornale legato al governo, Utusan Malaysia, con la richiesta di un risarcimento milionario e l’ingiunzione a non stampare ancora simili affermazioni, perché lo ha implicato nelle loro pagine principali alla legalizzazione della omosessualità.
In precedenza gli fu chiesto nella sua intervista alla BBC se pensasse ad abolire l’insieme di leggi che penalizzano la sodomia in Malesia dopo essere stato vittima di attacchi per ben due volte in base a queste leggi. Dando dei chiarimenti alla sua intervista ad un altro quotidiano, Anwar dice di non voler legalizzare la omosessualità o rendere possibili i matrimoni gay, ma solo di cambiare le leggi per assicurare che le cose private non siano oggetto di leggi penali.
«Non è un mio affare di attaccare le persone o arrestarle in base al loro orientamento sessuale. la moralità è nella sfera pubblica, non oltre di essa.»
Di fronte ad una possibile elezione che deve essere indetta per marzo 2013, i rischi sono incredibilmente alti per Anwar per il quale all’età di 64 anni le prossime elezioni rappresentano l’ultima chiamata per diventare primo ministro malese.
Parlando di sé come della facciata liberal democratica in una nazione a maggioranza musulmana, il capo dell’opposizione è fortemente conscio di dover stare attento alle sensibilità e placare i conservatori nel paese, un’istanza con cui ha molta familiarità.
L’istanza dei diritti degli omosessuali è sempre sollevata dagli osservatori occidentali dai gruppi dei diritti umani che, attraverso il processo stesso ad Anwar, hanno criticato il paese non solo per il trattamento del capo dell’opposizione, ma anche le leggi per cui lui è stato accusato. Human Rights Watch ha definito le leggi ingiustificabili e vecchie, mentre Amnesty International ha anche chiesto la cancellazione delle leggi. I critici che un tempo hanno parlato in favore di Anwar ora dicono che non si spinge troppo lontano nel difendere i diritti degli omosessuali.
«Non dovremo avere discriminazione in base al genere e alla sessualità» dice Nora Murat, di Amnesty International Malese. «Ci sarebbe bisogno di decisioni forti da parte di tutti i partiti» compreso l’opposizione che dice è difficile mantenere le istanze dei transgender confinati nella sfera privata.
Nell’Indice della Libertà di Stampa recente condotta da Reporters Without Borders, la Malesia si piazzava 122 tra 179 nazioni, a contatto con Algeria e Tajikstan, mentre l’anno precedente era al 141 posto ed in posizione migliore della vicina Singapore.