Eppure molti studiosi islamici accusano il governo malese di sostenere l’estremismo islamico attraverso azioni ufficiali. Il governo interferisce nelle questioni religiose in modo mai visti precedentemente anche per paesi come Indonesia, Bangladesh o persino Pakistan ed altri paesi come Turchia, Algeria ed Egitto.
L’Islam ufficiale in Malesia è diventato fortemente sunnita, oppressivo nella piccola comunità sciita vista anche come non credente. Questo fa prendere parte al paese in modo informale alla guerra che si svolge in medio oriente tra sunniti e sciiti, e dà così il substrato ideologico per chi recluta in favore dell’ISIS nella lotta per il puro Islam.
L’Islam ufficiale malese è ostile anche al sufismo, che è una interpretazione dell’Islam che si affida più alla diretta comunicazione tra l’individuo ed il creatore più che alle leggi e ai rituali. Il sufismo ha la sua storia lunga nell’Asia Orientale che risale all’arrivo dell’Islam a Sumatra e nella penisola malay attraverso i commercianti arabi indiani, persiani ed arabi.
Ultimamente in Malesia, ma anche in Indonesia, l’influenza di predicatori salafiti dell’Arabia Saudita ha messo insieme le ambizioni di politici e di burocrazie degli affari religiosi dei governi al fine di imporre una versione formalista, dogmatica ed esclusiva dell’Islam. Le conseguenze vanno dal modo di vestire delle donne all’accresciuto potere delle corti di sharia in Malesia affinché puniscano i comportamenti visti a rischio o peccaminosi da alcuni, ma che non lo sono per le corti civili che si applicano ai non musulmani.
Un’altra questione che discutibilmente è non islamica ed incoraggia l’ideologia estremista è la identificazione forzata tra Malay ed Islam. Per molti musulmani non è islamico perché confonde ernia con il primo principio dell’Islam della universalità. Le persone sono musulmane sulla base del credo in un dio solo e che Maometto era il profeta di quel dio. Malay sono un gruppo etnico e linguistico identificabile originario di Sumatra ben prima dell’arrivo dell’Islam e ci sono malay fuori della Malesia che non sono musulmani. La natura razzista di una identificazione automatica di una razza con una religione potrebbe portare entrambe sotto una cattiva luce.
La Malesia ufficiale sta dando spazio ora all’introduzione del Hudud, o le presunte leggi penali islamiche, nello stato del Kelantan. Permettendo ad una legge di essere introdotta dal PAS, il governo sta facendo suonare i campanelli di allarme al 40% della nazione che non è musulmana e dividendo ancora di più i musulmani dagli altri. Le pene della legge Hudud come il taglio delle mani e la lapidazione non sono citate nel Corano e nella Sunnah, ma furono aggiunti dopo alle cosiddette pratiche islamiche. Sono pochi i paesi islamici che usano la legge Hudud, e quindi la Malesia si sta lanciando indietro in un passato lontano arabo per il solo fatto di contemplare la possibilità. Sebbene non sia probabile che diventi legge, si può vedere a cosa è disposto il governo pur di soddisfare i gruppi radicali e ultraconservatori.
Quindi gli amici musulmani e no del paese devono chiarire al governo malese che l’abuso che fa della religione a fini politici, come un modo per distrarre l’opinione pubblica dalla massiccia corruzione sotto il governo di Najib Razak, sta solo alimentando quelle tendenze radicali che pretende di combattere.
Meglio guardar le azioni di questo governo più che quello che dice a proposito della moderazione.