MALESIA: La coalizione di governo vince le elezioni

La coalizione di governo della Malesia, Barisan Nasional rimane al potere dopo il risultato elettorale, ma il capo dell’opposizione Anwar Ibrahim rifiuta i concedere la vittoria affermando che il risultato è stato falsato.

coalizione di governo malese vince

Il premier Najib è andato oltre la maggioranza semplice di 112 seggi con 133 seggi (7 in meno del parlamento precedente). Nel suo discorso ha fatto richiamo alla riconciliazione dopo un’elezione dura che ha visto un record di votanti ed una profonda polarizzazione nel paese. “per amore degli interessi nazionali chiedo a tutti i partiti, specie dell’opposizione, di accettare questo risultato con cuore aperto. Complessivamente i risultati mostrano una tendenza alla polarizzazione che preoccupa il governo. Se non sarà affrontata potrà creare tensioni o divisioni nel paese.”

Da parte sua il capo della coalizione di opposizione del Pakatan Ryakat, che aveva sperato in una vittoria forte non accetta proprio di concedere la vittoria. “E’ un’elezione che consideriamo fraudolenta e la Commissione Elettorale ha fallito”. Secondo l’opposizione decine di migliaia di votanti dubbi e probabilmente esteri sono stati fatti arrivare nei distretti chiave per cambiare l’andamento del risultato, accuse negate dal governo ma su cui sono state raccolte varie prove video.

L’opposizione ha anche dichiarato che sarà esaminata la possibilità di individuare le vie legali anche se le minacce di corte contro il governo di rado vanno avanti.

Secondo i dati ufficiali hanno votato 13 milioni di persone, 80% dell’elettorato multietnico. Sono state tantissime le denunce dei votanti su internet che accusavano il governo di Najib di voler rubare le elezioni, poiché l’inchiostro indelebile che si pone sul dito del votante come garanzia che non voti di nuovo può essere facilmente rimosso lavandosi le mani.
I siti web dei social media erano pieni di video di stranieri che ricevevano la cittadinanza attraverso mezzi poco leciti e quindi trasportati nei seggi elettorali per votare. Diventavano sul web virali video, foto e resoconti di prima mano di votanti stranieri che erano fermati nei seggi elettorali da cittadini arrabbiati.
Sono state vietate tutte le manifestazioni di strada del dopo elezioni.

Najib era sotto pressione del suo partito UMNO perché riconquistasse i seggi persi nelle elezioni del 2008 quando il Pakatan Ryakat inflisse la sua maggiore sconfitta elettorale, e c’erano cenni che avrebbe potuto perdere il comando del partito nel caso non ci riuscisse.

Naji sembra che non ce l’abbia fatta a migliorare il dato elettorale ma non ha perso terreno importante nel parlamento conquistando altresì uno dei quattro stati dei 13 in totale tenuti dall’opposizione. Najib ha così ottenuto il mandato popolare che non aveva in precedenza quando fu insediato nel 2009 al posto del suo predecessore sconfitto alle elezioni.

Seggi conquistati al parlamento contro voti conquistati

2008: BN 140 contro PR 82 — 2008: BN 4.082m (50.27%) contro PR 3.796m (46.75%)

2013: BN 133 contro PR 89 —-2013: BN 5.220m contro PR 5.489m

Il partito di opposizione del Pakatan Ryakat ha avuto 269130 voti in più del BN

Seggi nei parlamenti statali

2008: BN 307 vs PR 196 —– 2013: BN 275 vs PR 229

La perdita di consensi è stata definita come lo “tsunami cinese”, cioè la defezione dell’elettorato cinese in massa verso il partito di opposizione, che Najib attribuisce alla politica dell’opposizione che ha giocato sui sentimenti razziali. “Credo che siano stati intrappolati da qualcuna delle tesi dell’opposizione … questa è la ragione del cambio … ed un sacco di sentimenti, alcun idi natura razziale, che sono stati giocati in questa elezione, che non è salutare per il paese.” ha detto Najib in una conferenza stampa. “Me l’aspettavo ma non fino a questo punto, come nessuno se l’aspettava. Ma nonostante ciò il BN non è caduto.”

Il BN, infatti, è andato male nelle aree nazionali a maggioranza cinese, ed ha subito la sconfitta nella fortezza di Johor dove ha perso seggi a Kluang, Kulai e Gelang Patah. “Ci sono tanti fattori che sono accaduti a cambiare il sostegno della comunità cinese per BN e a portare grandi numeri all’opposizione…. Stiamo ancora digerendo il risultato e le ramificazioni totali…. Possiamo rigettare le politiche dell’estremismo e del razzismo e lavorare verso politiche più moderate per il paese.”

Ecco un capo politico che sa rimestare le carte fino a confondere tutto. Da un lato non è solo uno tsunami cinese, ma anche tanti malay hanno cambiato il proprio modo di votare, dimostrandolo nei grandi centri urbani e nei centri industriali come Selangor rimasto nelle mani dell’opposizione.

“Una volta che finisce l’eccitazione e la polvere si deposita, vedrete che non sono solo i cinesi ad essersi allontanati dal BN. C’è anche una ondata piccola malay nelle aree urbane contro l’UMNO. Nelle prossime elezioni interne dell’UMNO vedrete l’emergere di dissidenti chiedere le dimissioni di Najib” dice una fonte dell’UMNO alla Reuters.

Già nelle elezioni del 2008 si vide una crisi nella politica tradizionale di patronato basato sulla razza che ha dato stabilità politica e anche vasta corruzione e diseguaglianza, da parte della minoranza cinese ed indiana ma anche di parte della maggioranza malay. E questa alienazione si è riconfermata in queste elezioni.

Il destino di Najib sembra incerto comunque considerato che il risultato elettorale non è assolutamente un miglioramento sia nei seggi e soprattutto nel voto popolare. Si tenga presente che si valuta in 2,6 miliardi di dollari quanto dato in queste settimane alle famiglie povere per conquistare il loro voto, senza perciò riconquistare quella maggioranza dei due terzi che aveva il BN nel 2008.

La borsa sale di quasi otto per cento e il dollaro malese si rafforza. La CIMB Group Holding è cresciuta del 8,8% che è gestita dal fratello di Najib Razak. La Lynas Corp che in Malesia ha appena aperto un impianto di terre rare molto contestato è salita del 13%. Non è un caso. “C’era la preoccupazione che l’opposizione si sarebbe mossa contro la Lynas dato che c’erano molti gruppi che attivamente protestavano contro l’impianto.” dice un economista australiano.

Gli economisti della Merril Lynch si attendono politiche di consolidamento fiscale che contengano le regalie elettorali, come il taglio ai sussidi per i carburanti. Ed una tassa sui consumi, oltre all’impianto di terre rare della Lynas Corp.

http://www.aljazeera.com/news/asia-pacific/2013/05/201355171316257180.html

http://www.themalaysianinsider.com/malaysia/article/najib-faces-limited-future-after-worst-electoral-showing/

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