Il compianto Along Sega, che divenne famoso in tutto il mondo come un capo franco della lotta del popolo Penan contro le compagnie di legname nella regione Limbam Superiore a Sarawak, Malesia, raggiunge tutti gli altri cittadini malesi importanti.
Questa è una sua intervista del 2005 fatta da Bruno Manser Fund.
BMF: Along Sega, quanti anni hai?
AS: Non lo so con esattezza poiché la data della mia nascita non fu registrata, ma di certo ho più di sessanta anni.
BMF: Dove sei nato?
AS : Sono nato a Ba Ureu, vicino Ba Nyakit dove stiamo per lo più ora. I miei genitori vivevano nell’area da molto tempo prima che io nascessi, per una generazione almeno.
BMF: Ci puoi parlare dei tuoi ricordi di infanzia?
AS: Ricordo la prima cosa che imparai da mio padre quando ero ancora un ragazzino. Presi una mazza e la usavo come una lancia. Quando riuscii a colpire il bersaglio per la prima volta, andavo bene per la caccia. Mio madre mi costruì la mia prima cerbottana da un bambù con cui facevo pratica. Mi diceva che ero un buon cacciatore. Quando cominciavo a colpire il bersaglio, mio padre mi chiedeva di andare a caccia di uccelli attorno al nostro campo con la cerbottana. Poi mi diede una lancia per andare a caccia. In seguito, mio padre mi insegnò come trattare il sagù. Agli inizi potevo solo trattare un albero di sagù. In seguito, due.
BMF: Quanti eravate nel tuo gruppo?
AS: Ero il più giovane di sei fratelli e sorelle. C’era il mio fratello maggiore Aya, poi Medok, Nyanung e il mio quarto fratello Luuau. Sono tutti morti ora, l’unica a vivere è mia sorella Tioung che vive a Long Adang.
BMF:Quando fu la prima volta che hai incontrato una persona fuori del tuo gruppo?
AS: Il primo uomo bianco che ho incontrato era Tuan Seripen (Tuan Beripin), l’allora ufficiale del distretto di Marudi; c’era anche un uomo che cercava Sedin Perait, la colla.
BMF: Partecipavi a qualche incontro di affari Tamu?
AS: Si li frequentavamo a Long Melinau. Ricordo che andavamo alla città di Limbang che chiamavamo Kubu Kalang Tarap alloa. Non ricordo l’anno del mio primo incontro di commercio Tamu, ma allora ero ancora un giovane uomo non ancora sposato.
BMF: Quali altri contatti avevi con persone esterne?
Ricordo un soldato giapponese a Long napir durante l’occupazione giapponese di Sarawak durante la guerra. Nell’area di Mulu ho incontrato i Berawan Allora quando mio padre veniva nella nostra area, la gente Murud di Lawas era già nell’area. Mio padre raccoglieva resina e la scambiava con cani con i Murud.
BMF: Andavate in giro nelle stesse aree ?
Sì, stiamo nell’area fino a Batu Lawi da tanto tempo. Ba Adang è abitata dai Kelabit. Lo spirito buono Shinan vive dentro Batu Lawi. Tanto tempo fa, le due rocce di Batu Lawi erano esseri umani, moglie e marito. Quando gli spiriti cattivi divennero gelosi, uccisero la moglie. I miei nonni proteggevano l’area. Alla loro morte, continuò mio padre. Ora sono il solo qui.
BMF: Ricordi il periodo britannico?
AS: Ricordo quando la regina Elisabetta era ancora una principessa. Ero ancora un giovane uomo. Mio padre mi informò che lei era la principessa che in seguito sarebbe diventata la regina. Allora incontravamo di solito solo inglesi agli incontri a Long Melinau Tamu.
BMF: Che prodotti vendevate ai raduni Tamu?
I Berawan erano i nostri intermediari. Forse qualcuno di loro in Long Kerawan è ancora vivo. Vendevamo Rattan per materassi, resine Nyateng dagli alberi pelayo, gomma getipai, becchi di uccello, organi di sciammia per la medicina cinese, ed altri prodotti. Non sapevamo come fare la cerbottana. La facevamo dal bambu. Abbiamo imparato dai Berawan a farla in legno duro.
BMF: Cosa compravate?
AS: Cerbottane, coltelli parang fatti dai Kayan, accette cinesi, pentole woks e giare per cucinare. Dopo, incotrammo alcuni inglesi che vendevano armi da fuoco. Il prezzo più alto mai pagato per un’arma era di 200 dollari malesi.
BMF: Hai ancora l’arma?
AS: L’hanno seppellita con mio padre alla sua tomba. Ma uno dei nostri capi tiene ancora uno di quei fucili del periodo inglese.
BMF: e tu hai qualcosa di quel periodo?
AS: Abbiamo ancora dei braccialetti che comprammo dagli inglesi, che mia moglie ancora indossa.
BMF: Da dove viene tua moglie?
AS: Lei è nata a Ba Lipang.
BMF: dove si trova la tomba di tuo padre?
AS: A due ore di cammino da dove stiamo per lo più ora. E’ perciò che sto qui. Anche mio nonno è seppellito qui vicino. Sfortunatamente le compagnie di legname hanno distrutto la sua tomba. Mio padre si chiamava Tawin e mio nonno era Bresen.
BMF: Ci sono ancora le frecce avvelenate o gli alberi di resina nyateng qui?
Gli alberi della resina pelayo sono tra i più ricercati qui, quindi sono per lo più stati abbattuti. Gli alberi del veleno delle frecce e gli alberi delle cerbottane sono stati abbattuti dai bulldozers. Ne restano solo qualche albero. Questa è la ragione perché molti nomadi Penan cominciano ad essere stanziali. Non c’è scelta. Anche i nostri alberi sagù sono stati distrutti. La compagnia dei legnami hanno ditrutto tutto nella nostra zona, anche le nostre tombe, e non non hanno mai pagato alcuna ricompensa. Talvolta arrivavano, tagliavano tutto e non si preoccupavano di portarli via.
BMF: Come ricordi il tuo primo incontro con Bruno Manser?
AS: La prima volta che ho incontrato Bruno è stato a Long Napir. Agli inizi quando arrivò con noi, non sapeva parlare Penan. Le uniche parole che conosceva era “Bakeh Bakeh, amici”. Prima stette a Ba Ubung, poi a Long Napir. Da lì si mosse da noi. Stava con il padre di Mendri quando venne la prima volta. Si avvicinò a me e disse: “Io sono Bruno. Posso unirmi al vostro gruppo?” Risposi: “Se vuoi stare con noi, sei il ben venuto.”
BMF: Quanto rimase Bruno col tuo gruppo?
AS:Passò tre anni con noi e ci insegnò a fare dei blocchi. I primi tre anni era stato con un altro gruppo. A long Napir stette con Maleng.
BMF: Qual’era l’importanza di Bruno nell’organizzazione della resistenza contro il diboscamento?
AS:Imparammo a fare i blocchi. Era solito restare nella foresta e fare foto dei nostri blocchi. Anche dopo la sua scomparsa, continuammo a fare i blocchi e per questo sono stato anche due anni nel carcere.
BMF: C’erano dei blocchi prima che Bruno arrivasse da voi?
AS: No, cominciammo a fare i blocchi solo dopo l’arrivo di Bruno. La ragione è che prima del suo arrivo non c’era diboscamento nella nostra area. Cominciò tutto dopo che lui si unì a noi. Quando lo presero la prima volta, lo riportarono a Limbang. Durante il percorso lo lasciarono scendere per urinare. Saltò fuori e scappò nella giungla.
BMF: Quale gruppo fece per primo un blocco nell’area?
AS I Kelabit di Long Napir e noi, iniziammo insieme.
BMF: Come è cambiata la tua terra da quando sono arrivate le compagnie?
AS: Dopo lo smantellamento del blocco da parte della polizia, le compagnie di continuo diboscavano l’area. Inseguito i Kelabit si arresero e fummo i soli ad opporre resistenza. Quando ci arrestarono, il ministro Jabu andò a Long Adang e parlò alle persone per persuaderli ad abbandonare la resistenza e iniziare l’allevamento del pesce e altri progetti.
BMF: Perché la tua terra è così importante per te?
AS : Vogliamo che la foresta rimanga intatta poiché solo allora possiamo cacciare. Non possiamo trattare il sagù senza acqua pulita. Ci troviamo in una situazione molto difficile: dobbiamo spesso trasportare il sagù molto lontano per trattarlo. Non vogliamo disturbare gli animali. Quando ero giovane, nessuno disturbava gli animali: la foresta era buona e potevamo cacciare vicino ai luoghi dove vivevamo. Le donne potevano trovare il pesce con facilità ed avere il loro cibo. Oggi la vita si è fatta molto difficile per il diboscamento nella nostra area.
BMF: Quante volta la vostra foresta è stata diboscata?
AS: Fecero molto diboscamento il 2000 poi si fermarono. Ora stanno ritornando per la seconda volta.
BMF Quanta ne era rimasta di foresta dopo la prima volta ?
AS: Dopo la prima usurpazione, c’erano ancora alcuni alberi. Dopo la seconda volta hanno persino tagliato gli alberi piccoli e nulla è rimasto. Se si frmano ora, c’è ancora qualche speranza di sopravvivere, altrimenti presto non resterà nulla.
BMF: Cosa si dovrebbe fare per fermarli?
AS: Solo se si toglie la licenza alla compagnia e si firma un accordo, possiamo dire di aver avuto successo.
BMF: Nel 1993 il ministro Taib Mahmud promise che avrebbe creato una riserva di biosfera che copriva 30 mila ettari di foresta primaria che sarebbe dovuta essere la ricompensa per i Penan. 5000 ettari di area sarebbe stata localizzata attorno a Long Adang, dove state. Cosa ne è successo di quest’area?
AS: La promessa del ministro è non senso. Tutta una menzogna e non è mai stata realizzata.
BMF: Cosa state facendo per proteggere quello che rimane della foresta?
AS: Marchiamo la nostra area e di volta in volta facciamo qualche blocco. Ma questi possono fermare la compagnia per un po’. Il solo modo per fermare le compagnie dal distruggere la nostra foresta è che il Dipartimento delle foreste revochi le autorizzazioni al diboscamento rilasciate alle compagnie. Il problema è che non siamo abbastanza per bloccarli effettivamente. Quando iniziammo, la compagnia portò alcuni delinquenti per intimidirci con le spade di samurai. Volevano lottare con me, ma io non volevo lottare con loro.
BMF: Ci pui dire qualcosa sulle intimidazioni nei tuoi confronti?
AS: Un uomo della compagnia del legname, Joseph, minacciò di sparare a mio figlio Menit. Anche il signor Aniw della compagnia ci minacciò. Il direttore della compagnia ci disse: vi porteremo tutti a Limbang con i nostri mezzi. Nello scendere l’autista salterà dal mezzo e vi andrete a sbattere da qualche parte. Disse che avrebbe fatto finta che si trattasse di un incidente. Questo è perché abbiamo paura di usare un mezzo di trasporto della compagnia per andare a Limbang.
BMF: Perché è importante per te accedere ad un mezzo di trasporto?
AS: Senza trasporto non posso portare mio figlio all’ospedale di Limnbang. Potremo farlo solo se troveremo il denaro per il trasporto privato, e andare da Long Pusit a Limbang costa 300 dollari malesi, solo andata.
BMF: ci sono stati altri tentativi di minacciarti?
AS: Certo, la compagnia ci disse: quando Along va giù a Limbang, gli daremo una droga così morirà. Se lui non è più qui, non ci sarà più nessuno contro di noi.
BMF: Cosa pensa la nuova generazione della lotta dei Penan?
AS: Sono ancora vivo e posso muovermi. Sono uno che insegna loro come portare avanti la lotta per i nostri diritti. Quando muoio, continueranno la nostra lotta poiché ho chiesto loro di non arrendersi.
BMF:Hanno provato a comprarti?
AS: Prima che venissimo qui la compagnia ci offrì una ricompensa. Non l’accettammo perché avrebbe significato essere d’accordo con quello che facevano.
BMF: Che significato attribuisci alle mappe recentemente stabilite del vostro territorio?
AS: Vogliamo una mappa come mezzo per negoziare col governo e con chiunque vuole venire nella nostra area. La mappa è per coloro che non conoscono i nostri confini.
BMF: Hai un messaggio che vuoi dare alla gente nel mondo?
AS: A chi conosce i nostri problemi vorrei dire questa è la nostra mappa. Reclamiamo questa area come la nostra foresta. Il governo e le compagnie ci dissero: “Non vidaremo nessun sostegno o progetto di sviluppo poiché vi opponete al diboscamento” Abbiamo bisogno di sostegno da fuori poiché siamo contro le compagnie di legname che non ci danno né sostegno col trapsorto né con altro. Molti che sostengono il diboscamento hanno libero accesso al trasporto.
BMF: cosa pensi che sia accaduto a Bruno?
AS: Questa è una cosa che non so. Stava con i Penan da sei anni. Ora non sappiamo nulla di lui. Questo è quello che dissi ad R. quando lo incontrai a Barrio. Non posso incolpare nessuno poiché non ho visto nulla. Comunque molti erano arrabbiati con Bruno e volevano ucciderlo. Quando Bruno scomparve, c’erano molti elicotteri a Batu Lawi, e fu quando aprirono il Mulu National Park. Quando Bruno stava ancora con noi, ci aiutava a proteggere la foresta. Ora non c’è più, proviamo a mantenere alta la lotta da soli.
Ba Tik, 8 Juli 2005 tratto da BrunoManser Fund