Il primo ministro malese, Najib Tun Razak, si è proposto di eliminare tre leggi sulle libertà civili di emergenza, in vigore ormai da troppo tempo, che permettevano l’arresto senza processo e vietavano la partecipazione degli studenti universitari alla vita politica.
E’ una cosa che i gruppi dei diritti civili chiedevano ormai da tanto tempo, ma l’impegno del governo in realtà si è attirato gli strali quando è apparsa in parlamento una legge che mette al bando le manifestazioni. Infatti Najib mentre d una parte è lodato per permettere la partecipazione politica agli studenti, dall’altro ha proposto una Legge di Assemblee Pacifiche che da molte parti è vista come peggiorativa rispetto alla situazione precedente, facendo dichiarare a molti rinnegato il proposito liberale di settembre esposto da Najib.
Ambiga Sreenevasan, un’attivista che ha promosso la manifestazione Bersih2 per la richiesta di elezioni pulite, a proposito della legge afferma: “La mia prima reazione è che questa legge è un insulto ai Malesi. E’ un’aperta contraddizione di quello che il primo ministro ha promesso e che dava l’impressione che avrebbero rispettato il diritto di libertà di riunione. Questa legge non rispetta affatto questo diritto.”
Mentre Najib descrive la legge di Pacifica Assemblea come rivoluzionaria, un grande balzo in avanti verso il miglioramento delle libertà individuali, l’opposizione ha chiesto che la legge venga ritirata. Secondo la legge attuale, i malesi devono chiedere un permesso alla polizia per assembramenti di più di cinque persone. La legge presentata non richiederebbe questo permesso, ma gli organizzatori devono dare un preavviso di trenta giorni alle autorità, eccetto che per assemblee pianificate in certe aree. La polizia potrebbe imporre varie condizioni tra le quali la data, il tempo, la durata, il luogo e “la condotta dei partecipanti” durante l’assemblea.
La detta legge proibisce le proteste di strada e le assemblee entro i 50 metri da zone proibite quali ospedali, scuole e luoghi di culto. Inoltre giovani al di sotto di 21 anni non possono organizzare le assemblee. Chi partecipa alle manifestazioni di strada può essere multato come lo può essere chiunque porti un bambino o permetta che un bambino stia nell’assemblea.
Secondo i partiti di opposizione, i gruppi dei diritti civili, il consiglio degli avvocati, la legge proposta imporrebbe più restrizioni e proibizioni di quelle attuali.
N. Surendran di un partito di opposizione dice che la legge è anticostituzionale e insulta i valori democratici della Malesia. “E’ chiara l’intenzione di Najib e del suo governo di rendere difficile e oneroso alle persone partecipare alle assemblee.”
Najib, alla presentazione della legge, diceva che era deciso a rendere la Malesia “una nazione moderna e progredita” ed era per questo che annunciava la “fine delle leggi dell’emergenza, della legislazione repressiva che permette la repressione delle voci di opposizione e il bando degli studenti dalla vita politica.” Inoltre “Tutte le nostre mosse sono il risultato del rispetto del governo per le aspirazioni della gente e del dialogo con le persone. Non è facile retorica o falsa promessa; è il voler prendere una posizione morale forte.”
Nel frattempo Amnesty International e HRW hanno condannato gli arresti di 13 persone in base alla legislazione dell’emergenza con l’accusa di sospetto di attività militanti nello stato malese di Sabah.
“L’arresto di 13 persone sotto l’ISA mostra che è sempre la solita storia in Malesia quando si giunge a infangare i diritti fondamentali dei sospettati” dice Phil Robertson di Human Rights Watch.
Mentre Najib dichiarava lo scorso anno di voler porre fine alla Legge di Sicurezza Interna, la detenzione senza processo sarà ancora tollerata ma con “un periodo di detenzione minore”. Questa legge era stata fortemente criticata, a livello mondiale, dopo le proteste di luglio causando un declino nel sostegno al suo governo. A settembre Najib fa la proposta di abolizione della legge stessa.
La stessa signora Ambiga Sreenevesan diceva di essersi sentita incoraggiata dopo l’annuncio di Najib assumendo la buona fede da parte dei leader nazionali, ma era rimasta di ghiaccio la scorsa settimana nell’apprendere le restrizioni soffocanti della legge sul diritto di assemblea. E di certo non sarà l’unica.
James Chin docente della Monach University malese sostiene che specialmente la classe media malese si attendeva molto dalle riforme promesse e che perciò la presentazione di quella legge sul diritto di assemblea “avrà conseguenze negative sul governo” poiché la maggioranza pensa “che il governo abbia fatto grandi passi indietro sulla primitiva promessa di riforma.” con possibili riflessi negativi alle prossime elezioni. “Danneggerà la sua figura pubblica di riformatore”
Secondo Chin, togliere quelle legislazioni dell’emergenza non produrrà grandi vantaggi in quanto “la stragrande maggioranza dei malesi non sapevano dell’esistenza di dette leggi”
Secondo un altro analista, Ong Kian Ming, qualunque vantaggio Najib possa aver vantato con le sue dichiarazioni di settembre si dissiperà con le proposte reali di legge. Mentre crede che le leggi proposte siano un leggero miglioramento, poiché i dimostranti non hanno più bisogno di un permesso, la percezione pubblica comune ed i recenti arresti sono negativi. “Se poniamo assieme queste due cose, non sembra esaltare uno spostamento definitivo di Najib verso una liberalizzazione reale della libertà politica del paese.”
Secondo Chin la legge espone le divisione politiche nel governo. “Benché Najib vuole spianare la strada alle riforme, molti ministri e la burocrazia, polizia e il ministero di giustizia, non sono favorevoli alla riforma. Lo si può leggere come quanto sia difficle riformare un sistema che ancora riflette il pugno di ferro del governo di Mahatir.” riferendosi al precedente primo ministro Mahathir Mohamad.
Mentre per gli analisti la legge sarà licenziata in questa sessione parlamentare, la signora Sreenevesan, leader del Bersih2, non è esclusa la possibilità che gruppi della società civile possano ritornare per le strade a dare voce alla loro opposizione alla legge proposta. “Stiamo guardando a tutte le possibilità. Credo che la società civile ne discuterà e vedrà quello che si può fare per far ascoltare la propria voce. Credono che mettendo al bando le manifestazioni di strada mettono al bando la nostra voce. Beh si sbagliano. Se credono di poter zittire la gente con leggi restrittive, si sbagliano completamente.”