MALESIA: Le regalie elettorali ed il debito malese

Non si esagera quando si afferma che la corsa alle elezioni generali del 2013, le tredicesime da quando è nata la Malesia, sono state caratterizzate in modo predominante e triste da incredibili regalie particolarmente nella forma di denaro in tale quantità da fare arrossire Babbo Natale.

A memoria d’uomo, nessuna altra elezione generale malese ha visto così tanti elettori inondati di denaro, libri e buoni per telefonini, ed altre promesse di denaro, di promozione sul posto di lavoro, di aumento salariale, bonus monetari, prestiti e progetti per la casa, tra le tante cose. Tutto questo gronda da un mero governo provvisorio come se non ci sarà più domani.

Tante comunità, politiche, culturali ed etniche, che di solito esistono ai margini della comunità improvvisamente si trovano ad essere corteggiati, e curati, dal governo provvisorio, spesso con migliaia di dollari malesi (1 euro = 5 dollari malesi) che vengono buttati loro in faccia. Il fatto che tutto questo è fatto a poche settimane dal voto tradisce la falsità e peggio il disprezzo proprio verso queste comunità.

Questa compravendita di voti ci costringe a porre qualche domanda: La prima, non è responsabilità di un governo provvisorio avere cura di tutte le comunità che richiedono aiuto per tutto l’anno? E non solo quando si avvicina l fine del mandato di cinque del governo? D’altronde, non sono queste regalie una ammissione indiretta da parte del governo provvisorio della propria negligenza nel dovere morale di innalzare le condizioni di vita delle comunità interessate?

Se il governo è davvero serio nell’affrontare i problemi della povertà, della casa, dei senza terra e il dolore delle madri singole, tra i tanti, non dovrebbe offrire uno studio completo per esaminare le cause sottostanti di questi problemi economici e sociali?

Non dovrebbe offrire strategie e politiche efficaci e note per risolvere questi problemi? Sarebbe molto meglio che rendere chi è in bisogno dipendente a vita dalle regalie e dalle promesse e grato naturalmente al governo che con difficoltà risolve i propri problemi.

Non sarebbe meglio e più dignitoso, secondo il vecchio detto popolare, insegnare a pescare piuttosto che fornire soltanto il pesce? Il governo non dovrebbe cercare strategie per creare lavoro per i giovani e per chiunque di povere origini? Non dovrebbe impegnarsi a costruire case popolari? Per le madri singole o per quelle che lavorano non dovrebbe costruire in tutta coscienza asili nido? O fornire incentivi finanziari e programmi di addestramento per quelli che sono in bisogno indipendentemente dalla loro etnia, religione o affiliazione politica?

Inoltre, l’emissione delle regalie in denaro diventa piuttosto inconsistente specialmente quando il denaro dato via prima delle elezioni viene essenzialmente dal portafogli dei cittadini attraverso le tasse e non dal portafoglio dei politici al governo e dai suoi partiti. In questo senso quindi il cittadino davvero non ha da ringraziare molto il governo provvisorio, quando comincia a chiedersi se queste regalie non finiscono per gravare sul governo futuro di gravi debiti che a loro volta devono essere ripagati in qualche modo.

Regalie e politiche populiste possono hanno un loro limite oltre il quale alla fine colpiscono e feriscono proprio la dignità umana delle persone che queste politiche miravano ad aiutare.

Mustafa K Anuar, Aliran 

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