La visita di Marcos Figlio alla Casa Bianca per incontrare Biden è giunta dopo alcuni fatti significativi accaduti nel Mare Cinese Meridionale in cui la Guardia Costiera Cinese ha impedito il rifornimento alle truppe filippine su un’isoletta rischiando lo scontro tra imbarcazioni.
In un altro incidente la Guardia Costiera Cinese ha puntato il laser militare sulla Guardia costiera filippina ed ha inondato come spesso è accaduto con una flotta di pescherecci cinesi i luoghi di pesca delle Filippine.
In contemporanea si svolgevano le operazioni annuali congiunte tra Filippine ed USA Balikatan a cui ha anche assistito lo stesso presidente Marcos Figlio.
Marcos Figlio alla Casa Bianca: tante parole ma poca sostanza
Nell’incontro tanto atteso di Marcos Figlio alla Casa Bianca con il presidente USA Biden, i due capi di stato hanno esaltato i forti legami di amicizia, delle comunità e il sacrificio condiviso che serve a fondamento dell’alleanza USA Filippine, dopo aver lavorato a restaurare i legami bilaterali dopo sei anni di presidenza Duterte e la sua politica di vicinanza a Pechino.
I due alleati hanno salutato lo storico momento delle relazioni tra i due paesi ed hanno affermato l’impegno condiviso a espandere la cooperazione e il rapporto su tutte le questioni che preoccupano entrambi i partner.
I due parti hanno promesso di restare i più stretti alleati e di continuare a lavorare insieme per dare un futuro migliore ai propri cittadini ed affrontare le criticità importanti del XXI secolo, dopo che il presidente Biden ha detto al presidente Marcos Figlio “non riesco a pensare di poter avere un partner migliore di te”.
Ma dopo le tante belle parole la tanto bella discussione ha prodotto promesse vaghe di una cooperazione strategica più profonda senza però giungere ad impegni concreti sulle questioni centrali presenti nella lunga lista di iniziative bilaterali.
La Casa Bianca non ha dato iniziative concrete di commercio ed investimento tra cui l’annoso accordo di libero commercio bilaterale con le Filippine.
(Lo scorso anno le Filippine hanno esportato appena 11 miliardi di dollari di merci contro le esportazioni ben maggiori degli altri paesi della regione. L’investimento diretto americano nelle Filippine è rimasto a 5,2 miliardi di dollari mentre nelle altre economie della regione le imprese USA hanno inviato decine di miliardi di dollari)
Da parte sua Marcos Figlio ha chiarito con dichiarazioni generiche ed equivoci strategici di non essere completamente dalla parte americana contro la risorgente Cina. Nonostante le recenti grandi dichiarazioni le due parti stanno ancora chiarendo dei dettagli fondamentali dell’espanso EDCA.
Appena pochi giorni dopo dalla visita del presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol, che ha prodotto vari accordi conseguenziali sulla non proliferazione nucleare e la cooperazione alla difesa, Biden ha acceso il fascino per il vicino ospite asiatico.
“Quando ci siamo incontrati lo scorso anno a New York, mi dicesti che una forte alleanza deve continuare ‘per evolvere mentre ci troviamo di fronte a sfide del nuovo secolo’. E le vediamo le nuove sfide. E non riesco a pensare a un partner migliore di te” ha detto Biden a Marcos figlio facendo riferimento ad un incontro di corridoio all’assemblea generale ONU dello scorso anno.
Da figlio omonimo dell’ex dittatore filippino, Marcos Figlio non è estraneo né a Washigton DC né alla Casa Bianca. Da erede di un tempo, spesso accompagnava i genitori Ferdinand Marcos Sr e Imelda Marcos in tantissime visite nel mondo, dalla Cina agli USA.
Eppure Marcos Figlio è il primo capo di stato filippino a visitare dopo anni la Casa Bianca, laddove il suo predecessore Rodrigo Duterte descrisse una volta gli USA come “schifoso” e con ostinazione sostenne la sua promessa di non fare mai visita alla Casa Bianca durante il suo mandato.
Sebbene abbia posto al centro della sua agenda globale la promozione della democrazia, spingendosi ad ospitare un Summit per la Democrazia ogni anno, l’amministrazione Biden è rimasta in silenzio sul retroterra controverso della famiglia Marcos che negli USA deve rispondere in alcuni tribunali per accuse di corruzione e passate violazione dei diritti.
Sebbene non sia stata una visita ufficiale di stato, le parti avevano i loro grandi temi da discutere.
Per Biden è il tema della massima cooperazione con le Filippine di fronte alle crescenti preoccupazioni di un’invasione cinese di Taiwan.
Marcos d’altro canto è interessato nel cercare l’assistenza USA nella modernizzazione delle forze armate filippine oltre al negoziare una nuova serie di accordi commerciali e di investimento specie nello sviluppo di infrastrutture pubbliche.
In apparenza i due alleati hanno aggiornato i loro legami bilaterali su vari fronti. Biden ha riaffermato gli impegni dell’alleanza di ferro con le Filippine chiarendo di nuovo che “un attacco armato contro le forze armate filippine, navi pubbliche o aerei nel Pacifico, compreso il Mare Cinese Meridionale, chiamerebbe in causa gli impegni di mutua difesa degli USA secondo l’articolo IV del trattato di difesa reciproca USA Filippine”.
Dopo le ultime pressioni sulle navi filippine nel Mare Cinese Meridionali, gli USA hanno ribadito “il sostegno per il diritto e la possibilità dei pescatori filippini di perseguire la loro vita tradizionale” oltre “all’impegno indomabile alla libertà di navigazione e sorvolo in mare”.
In particolare, gli USA vedono con favore la crescente cooperazione tra gli alleati regionali e la “modalità di cooperazione trilaterale tra Filippine, Giappone e Stati Uniti, nonché Filippine, Australia e Stati Uniti”.
Con un cenno all’enfasi posta da Marcos Jr sui legami commerciali e di investimento, Biden ha sottolineato il suo impegno ad “approfondire la nostra cooperazione economica, che continuerà ad approfondirsi e credo sia reciprocamente vantaggiosa”.
“Stiamo affrontando il cambiamento climatico. Acceleriamo le possibilità dei nostri paesi …. e ci battiamo per i valori democratici condivisi e per i diritti del lavoro…” ha aggiunto il presidente Biden. Di conseguenza gli USA invieranno una missione presidenziale, la prima del suo genere” per commercio ed investimento nelle Filippine.
La lunga lista di iniziative congiunte comunque era più fumo che sostanza. C’è stata per esempio una vaga discussione sia sul TIFA, accordo quadro di commercio e investimento USA Filippine, che sul IPEF.
Per questioni interne l’amministrazione Biden non è riuscita a presentare ai partner asiatici il tanto atteso Accordo di libero commercio digitale.
Non ci sono indicazioni se Washington aderirà al CPTPP, area commerciale e di libero scambio dell’Indo-Pacifico, o il RCEP, Accordo di Partnership Transpacifico, i due principali accordi commerciali della regione.
L’enfasi semiprotezionista dell’amministrazione Biden sulla manifattura onshoring e Made in America ha affievolito le speranze di un accesso espanso al mercato per gli importanti partner asiatici come le Filippine.
Della stessa vaghezza comunque è stato l’incontro sui contorni precisi sul nuovo accordo dell’EDCA espanso tra i due alleati.
Sotto l’ECDA, il Pentagono spera di porre sistemi missilistici e di artiglieria nelle strutture strategicamente poste nelle Filippine, contro cui Pechino ha invitato a Manila di non “alimentare le fiamme” delle tensioni regionali.
Prima della sua visita alla Casa Bianca, Marcos Figlio aveva sottolineato la propria opposizione ad ogni accordo di difesa che permetta agli USA di usare strutture filippine per operazioni offensive contro la Cina.
Manila sembra decisa a mantenere l’EDCA il più flessibile possibile per calibrare costantemente la natura e le dimensioni delle truppe americane sul suo territorio.
Di conseguenza i due alleati devono ancora accordarsi sia sulla vastità dell’impiego di truppe USA come anche sul tipo di sistemi d’arma che potranno essere preposizionate sui siti e strutture filippini predesignati specie quelli vicini a Taiwan e Mare Cinese Meridionale.
“Riaffermeremo il nostro impegno a rafforzare la nostra storica alleanza come strumento di pace e catalizzatore di sviluppo nella regione dell’Asia Pacifico” ha detto Marcos Figlio prima dell’incontro con Biden chiarendo che non vuole che il proprio paese diventi un punto di lancio per le attività militari contro la Cina.
“Non incoraggeremo azioni provocatorie di altre nazioni che coinvolgeranno le Filippine… Non permetteremo alle Filippine di essere usate come punto di lancio di ogni genere di azioni militari”
Richard Heydarian, Asiatimes.com