In una giornata di fine 2020, l’attuale ministro della sanità thailandese Anutin Charnvirakul avrebbe incontrato un funzionario della Pfizer a Bangkok rifiutandosi di sottoscrivere un ordine di vaccini Pfizer perché, secondo le parole dell’uomo d’affari diventato politico, il vaccino non si sarebbe dimostrato ancora efficace con “la gente dalla pelle gialla”, secondo una rivelazione di una fonte governativa.

Un’altra rivelazione della stessa fonte governativa sosterrebbe che il produttore americano di vaccini Moderna gli avrebbe proposto a gennaio scorso di costruire una struttura produttiva di vaccini COVID-19 nella zona industriale del corridoio orientale, pensata per attrarre la manifattura straniera di più alto livello, ma il ministro non si sarebbe neanche degnato di inviare al produttore USA una risposta scritta.
Prima di ciò a settembre, secondo quanto apparso in un documento fatto arrivare alla stampa, il ministro si era impegnato a comprare solo tre milioni di dosi al mese da AstraZeneca, facendo sorgere forti dubbi sulla volontà del governo di avere vaccini a sufficienza da amministrare al 70% della popolazione thai per fine 2021. Le quantità poi sono salite da allora a 5 o 6 milioni di dosi al mese.
Invece il ministero di Anutin, secondo le stesse fonti, avrebbe fatto un ordine in ritardo alla Sinovac cinese pagando i vaccini al prezzo più alto della fascia di prezzi del produttore privato di vaccini. Solo pochi osservatori locali hanno sottolineato che Sinovac è per il 15% di proprietà del Gruppo Charoen Pokphand che è uno dei gruppi industriali delle “cinque famiglie” più ricchi ed influenti della Thailandia.
Al momento la Thailandia vive una mancanza acuta e tragica di vaccini anticovid efficaci, dovuto all’errore iniziale nel non aver diversificato le fonti di vaccini al costo di tante morti e di tante risorse economiche al regno.
Da Aprile il paese si è trasformato da una storia positiva di contenimento dell’infezione ad esempio di livello mondiale di cosa possano fare il rilassamento, la miopia e forse la corruzione.
In questi ultimi giorni il regno si è superato nel superare tutti i record di infezioni e morti. Il contagio a rapida diffusione sta sgonfiando le speranze di una rapida ripresa e pone questioni più dure sulla salute finanziaria del paese, mentre le banche assorbono grandi perdite e gli investitori iniziano a disinvestire dalla sua moneta, il Baht.
Questa trasformazione di un successo in fallimento scuote il governo di Prayuth Chanocha mentre lo scontento generale verso la chiara incertezza della crisi raggiunge un punto di rottura.
Un sondaggio di luglio condotto da un giornale thai diceva che meno del 2% degli intervistati si fidavano della gestione della crisi del governo.
Le nuove manifestazioni di strada di agosto a Bangkok danno voce di protesta a tutte le lamentele legate al Covid-19.
Questo a sua volta sta scompaginando la coesione della coalizione di governo alimentando una divisione sempre maggiore che pone l’ex comandante dei militari e l’impresario diventato politico Anutin in un silenzioso ma sempre più forte contrasto, mentre i loro campi indicano nell’altro colui che ha la colpa maggiore della catastrofe sanitaria.
Corrono velocemente e con veemenza le accuse politicizzate. Una fonte vicina a Prayuth afferma che il campo di Anutin abbia nascosto informazioni sanitarie fondamentali al premier in primis per nascondere i passi falsi e le motivazioni del ministro nelle prime politiche di rifornimento dei vaccini, e poi per trarre qualche vantaggio politico a spese del premier mentre la crisi si approfondisce.
Anutin, il cui partito ha un potere significativo come secondo partito della coalizione che regge Prayuth al governo, si considera come futuro primo ministro, ambizione che i sostenitori spingono attribuendo a Prayuth le responsabilità maggiori per la crisi sanitaria e affermando che una guida con una visione più industriale permetterebbe una gestione migliore della crisi.
Tom Kruesopon, imprenditore e consigliere di Anutin, ha detto in un webinar presso FCCT di Bangkok “Strategia vaccinale thai: cosa è andato male?” che Prayuth aveva da tempo preso tutti i poteri di Anutin nella gestione della pandemia circondandosi di burocrati ed esperti sanitari che l’uomo ha definito “idioti”.
Kruesopon sosteneva che il settore privato doveva essere più coinvolto nella gestione della crisi, dando un colpo al retroterra militare di Prayuth, e che c’era almeno un grosso imprenditore con 360 mila lavoratori che avrebbe ordinato i vaccini se la burocrazia lo avesse permesso.
Gli analisti sostengono che questo anonimo grosso imprenditore sarebbe CP Group.
Kruesopon ha detto che ora dona al governo sacchi per cadaveri per affrontare la crisi.
A dire il vero Prayuth assunse il controllo della pandemia lo scorso anno quando formò un centro di emergenza per il COVID-19, CCSA, un corpo che comprende diverse agenzie, che presiede insieme all’agenzia precedente che ebbe gli encomi dell’OMS.
Prayuth guida anche il comitato per l’acquisto dei vaccini del CCSA formatosi ad aprile che esclude Anutin.
Prayuth era chiaramente al comando in un discorso del 16 giugno quando i casi avevano da poco iniziato a crescere, quando disse che in 120 giorni il paese sarebbe stato completamente aperto.
Ora quella dichiarazione appare un’affermazione megalomane visto che gli ospedali sono pieni di malati, le autorità si affrettano a creare ospedali da campo improvvisati per gestire la crescita di infezioni e le sirene delle ambulanze con i malati riempiono tutta la capitale.
Chi sostiene il premier, invece, dice che Prayuth ha ereditato una crisi che la mentalità affaristica di Anutin ha in gran parte creato, non ultima la sua lontananza dalle imprese farmaceutiche occidentali e, forse il governo USA, che con i loro vaccini superiori a mRNA fanno la differenza tra la vita e la morte con i loro invii di vaccini alle nazioni preferite che si dibattono con la variante Delta.
Si sostiene che Anutin abbia preferito l’accordo con una compagnia cinese dalle luci ed ombre per evitare le indagini potenziali della legge Foreign Corrupt Practices Act che sorgerebbe da ogni accordo fallace con le imprese USA. Il commentatore thai Thitinan Pongsudhirak ha indicato anche una possibile “negligenza penale” nelle precedenti decisioni sui vaccini, sebbene non siano emerse finora accuse.
Altri sostenitori di Prayuth notano che sia stato il ministero degli esteri, e non il ministero di Anutin, a giocare un ruolo fondamentale nell’acquisizione di un invio di emergenza di vaccini Pfizer che ora si stanno dando ai lavoratori della sanità di prima linea, quando ci sono indicazioni di scoppio di infezioni delta tra chi era stato inoculato con vaccino Sinovac.
Ultimi sondaggi mostrano che i Thai sono molto scettici nel farsi iniettare il vaccino cinese con compartecipazione del CP Group, vaccino che finora era la sola scelta per tutti i thai.
Il CP Group si era posto in prima linea nella promozione dei vaccini Sinovac per le comunità delle baraccopoli a Bangkok restando però in silenzio quando emergevano domande sull’efficacia del vaccini contro la vasta diffusione della variante Delta
I sostenitori del governo dicono che molte critiche sono fatte col senno di poi, mentre il regno appariva ben coperto quest’anno dall’accordo di produzione di AstraZeneca con la impresa reale Siam Bioscience diversificato con il Sinovac cinese.
Entrambi i vaccini si sono dimostrati inferiori ai vaccini Pfizer e Moderna. Nè sarebbe colpa del governo se la Siam Bioscience ha avuto difficoltà nella produzione di vaccini e negli obiettivi di esportazione.
Mentre volano accuse da tutti i campi, la Thailandia è vittima del suo primo successo di contenimento e del rilassamento diffusosi tra le agenzie, i ministeri e gli uffici. Soffre anche delle regole e regolamenti burocratici che hanno rallentato la presa di decisione tra cui l’acquisto di vaccini portando fuori il peggio della filosofia della burocrazia.
La politicizzazione del Covid-19 non porterà nell’immediato ad un cambiamento politico.
Prayuth insiste nel dire nella crisi sanitaria che sarà premier per tutti e quattro gli anni fino al 2023 e che non cede alle richieste di dimissioni.
Nè il partito Palang Pracharat di Prayuth, né il Bhumjaithai di Anutin vogliono elezioni anticipate nel mezzo di due crisi gemelle con l’inevitabile perdita di terreno verso l’opposizione del Puea Thai e del Move Forward.
Si è parlato di un autogolpe di Prayuth per cacciare i partner di coalizione, Anutin e il Bhumjaithai sulla base della corruzione dei vaccini, che si riprenderebbe i poteri assoluti che detenne da premier del golpe per indirizzare con più decisione la risposta del governo alle crisi.
Il potere limitato di Prayuth come capo democratico è stato messo a nudo da una sentenza di una corte civile di annullare il suo decreto di museruola per le notizie false o che causano panico.
Una fonte importante del governo ha negato uno scenario da golpe notando che in tal caso porterebbe a sanzioni USA e UE ed ulteriori limiti di accesso ai vaccini ad mRNA che ora il governo cerca in ritardo e disperatamente di procurarsi.
Ciò comporta che Prayuth e Anutin dovranno convivere politicamente anche mentre sempre più thailandesi muoiono nel mezzo di queste accuse e attacchi reciproci.
Shawn Crispin, Asiatimes