Il primo ministro malese Najib Razak il sei di aprile è andato in televisione ad annunciare lo scioglimento del parlamento per aprire la strada alle quattordicesime elezioni politiche malesi.
Benché abbia 60 giorni di tempo per indire le elezioni, saggezza comune dice che si terranno quanto prima, anche nei prossimi dieci giorni, per tenere in scacco l’opposizione del Pakatan Harapan.
Sebbene non ci siano sondaggisti affidabili ed i media principali, che predicono tutti la vittoria del governo, siano di proprietà di partiti del governo e considerati inaffidabili, gli osservatori politici a Kuala Lumpur dicono che la coalizione di governo del BN ha paura, nonostante vanti che riprenderanno i due terzi dei seggi in parlamento, persi nel 2008.
Se non altro, lo scontro sta diventando una battaglia monumentale tra un Najib sotto attacco e l’anziano ex premier Mahathir Mohamad che, in questi mesi, ha girato in lungo e largo il paese facendo campagna elettorale per cacciare lui e il UMNO dal potere.
Ad indicare il disagio del BN, Il Registro delle Società ha annunciato di aver sospeso il partito di Mahathir, Parti Pribumi Bersatu Malaysia, ed è incerto se il partito può dare battaglia legale o amministrativa pper partecipare ad un appello entro 30 giorni. Il partito non potrà usare il proprio logo o partecipare ad attività.
Con Mahathir al comando, si attendeva che avrebbe giocato un ruolo fondamentale nel conquistare i voti Malay. Invece farà campagna come una parte del PKR di Anwar Ibrahim, il capo della opposizione in carcere.
“Il Registro indicava già che avrebbe sospeso o cancellato la registrazione del partito perché non avevano inviato i loro conti annuali” ha detto un analista malese legato alla coalizione di governo. “ma Mahathir sostiene che secondo la legge non era loro richiesto perché non esistevano da oltre un anno. Essenzialmente il Registro agiva secondo la volontà di Najib. Sapevamo che sarebbe stato sospeso o cancellato”.
Se si considera la lealtà del sistema giudiziario e dell’amministrazione alla coalizione di governo, sembra improbabile che il partito potrà partecipare. Secondo l’analista, Najib “partecipa pieno di paura perché sa che se perde va in carcere e l’intera sua famiglia indosserà le tute arancioni.”, un riferimento agli abiti delle prigioni malesi.
Il fatto è che c’è una diffusa disillusione con il BN dopo anni di scandali spettacolari. La burocrazia è piena di lavori inutili per migliaia di malay, i parlamentari sono stati comprati da Najib per tenerlo in capo al UMNO, agli oligarchi favoriti sono sempre assegnati contratti con rendite a prezzi inflazionati, i tribunali sono alla mercé del governo e protestano che UMNO e i rappresentanti del governo sono stati cacciati dal potere.
Le questioni economiche favoriscono l’opposizione mentre il 72% degli elettori dicono che il costo crescente della vita, le durezze economiche, il lavoro e questioni affini, restano la loro preoccupazione principale, secondo un’0indagine del Merdeka Centre. Quasi il 30% di loro dice che non ha un minimo di 500 dollari di risparmi in caso di un’emergenza ed il 40% dice di ritardare regolarmente di pagare le bollette.
Sebbene tutte le notizie di ciò siano bloccate in Malesia e le fonti estere critiche sono state bloccate in Malesia dl ministro delle telecomunicazioni, Najib e UMNO sono presi dalle spire di quello che è lo scandalo maggiore in Asia, i 4.5 miliardi di dollari spariti dal 1MDB, impresa di stato il cui scopo doveva essere investire i fondi del governo a scopi di entrate. Il Ministero della giustizi USA ha sequestrato centinaia di milioni di dollari e proprietà tracciabili a Najib, alla sua famiglia e stretti collaboratori.
Comunque con una campagna elettorale di una decina di giorni tutto gioca contro l’opposizione. All’inizio di questa settimana il governo fece passare una legge in tempo record che mette fuori legge le cosiddette “Fake News” con pene che giungono fino a sei anni e multe fino a 100 mila dollari.
La legge, le cui definizione sono per lo meno imprecise, mira alla scena attiva dei media sociali malesi, l’ultima fonte di commenti indipendenti nel paese. Facebook raggiunge 80% della popolazione, YouTube un altro 6%. Un buon numero di blogger energetici, compreso Mahathir, attaccano regolarmente il governo. Il sito di notizie indipendente più affidabile Malaysiakini è profondamene preoccupato dalla legge.
In aggiunta a Marzo il governo ha ridisegnato i distretti elettorali del parlamento per rendere quasi impossibile all’opposizione di vincere la maggioranza. Nei distretti dove prevale l’opposizione ci sono anche 150 mila elettori (per un seggio NdT) mentre le circoscrizioni vicine al governo hanno anche 4000 elettori.
Mahathir ha esortato la gente a votare dicendo che ci vorrà almeno una partecipazione al voto del 85% degli aventi diritto per capovolgere il risultato elettorale
Per sottomettere l’opposizione e tenerla lontana sono stati usati la sedizione, i segreti del governo, leggi di sicurezza, stampa. Anwar resta in carcere per accuse che sono state condannate da tutti come Amnesty International e HRW. Il paese è al 144° posto in termini di libertà di stampa secondo Giornalisti Senza Frontiere.
In aggiunta Najib ha giocato con astuzia la carta religiosa ed etnica in un paese dove le tensioni razziali non sono mai lontane dalla superficie, dividendo la base rurale del Parti Islam se-Malaysia offrendo loro la possibilità di avere la legge della Shariah nello stato del Kelanatan dove il partito è forte. Ciò ha causato una frattura nel partito e la nuova fazione non è riuscita ancora ad avere un peso.
La saggezza comune in Malesia è che anche con tutti gli svantaggi, l’antipatia verso il governo ed altre forze negative il BR vincerà probabilmente una maggioranza dei seggi anche se non la maggioranza degli elettori.
“Sarà qualcosa di stretto” dice l’analista politico. “L’opposizione dice che il disegno dei distretti li colpisce un po’ e che potrebbero perdere per una piccola differenza. Ma allo stesso tempo, se il sentimento è del tutto contro l’UMNO, chi sa, potrebbero farcela per un pelo”.
Questo pone la domanda cosa probabilmente farà Najib. Il 13 maggio 1969 quando l’opposizione dominata dai cinesi vinse il voto popolare, sebbene l’allora alleanza di potere prese un numero ridotto di seggi nel parlamento, i disordini razziali portarono ad una dichiarazione di stato di emergenza nazionale a causa delle violenze razziali tra Malay e Cinesi che fecero 196 morti, sebbene fonti diplomatiche occidentali di allora parlassero di almeno 600 in maggioranza cinesi.
Sebbene persistano le tensioni razziali fino ad oggi, non si vuole dire che la situazione potrebbe riesplodere oggi, specialmente se è Mahathir, che ha sempre portato avanti la supremazia Malay, a guidare l’opposizione.