La polizia di Negros Orientale, Filippine, in un’operazione condotta nella notte del Sabato mattina presto, ha ucciso 14 persone nelle cittadine di Canlaon, Manjuyod e Santa Catalina con uno stile che secondo i familiari delle vittime e testimoni ricorda le operazioni antidroga del Tokhang.
Il direttore provinciale della polizia Raul Tacaca ha detto che si trattava di ribelli comunisti e di guerriglieri delle città legati a disegni sventati di assassini contro le forze di sicurezza.
Tacaca ha detto che i morti avevano provato a resistere agli arresti delle Forze di Azione Speciale e dei militari. Un poliziotto sarebbe stato ferito ai glutei.
Sono state arrestate 15 persone tra le quali la responsabile del gruppo Gabriela Corazon Javier, portati al comando di polizia di Canlaon.
Le interviste fatte dalle famiglie ai militanti dei diritti dicono però qualcosa di diverso, che la scena è come quella testimoniata tante volte a Manila con la guerra alla droga e la repressione di piccoli spacciatori e tossicomani.
La polizia aveva i volti coperti e talvolta gli occhiali scuri nel mezzo della notte. Hanno ordinato alla gente di uscire dalle case. I sospettai sono stati presto radunati in un angolo, disarmati e poi uccisi quando i familiari erano stati allontanati.
Il marito di una donna arrestata, Azucena Garubat, militante di Nagahuisang Mag-uuma sa Panubigan, ha affermato che i militari avevano posto due lanciagranate nelle case…
Il vescovo Gerardo Alminaza di San Carlos, a Negro Orintale, a cui appartengono le tre cittadine, ha detto che le persone uccise appartenevano ad una stazione della missione della chiesa a Masulog. Tra gli arrestati c’era un membro laico di Canlaon ed ad alcuni non sono stati mostrati i mandati.
“Chiediamo un’indagine veloce su questo e ci appelliamo alle autorità del nostro governo per restaurare la pace e l’ordine” ha detto il vescovo.
La Commissione dei diritti umani CHR ha detto di aver dato mandato alle unità locali di indagare gli omicidi del fine settimana.
Gli otto presunti ribelli uccisi a Canlaon si sono dimostrati essere parenti di un contadino che vivevano in un gruppo di case. Karapatan Negros ha identificato i nome degli otto….
Altri tre sono stati uccisi a Santa Catalina, sempre a Negros Orientale, tra cui un leader del movimento dei contadini Franklen Lariosa, mentre a Manjuyod tra gli uccisi ci sono due responsabili di Barangay, unità di governo locale.
La moglie di uno degli assassinati, Leonora Avelino, ha detto che era a casa con la vittima e quattro dei loro figli quando le forze di sicurezza arrivarono alle 2,30 della notte. Dopo un colpo sulla porta l’hanno aperta a calci.
Erano almeno sei persone armate in mimetica, ha detto la donna ai militanti dei diritti. “Tutti vestivano passamontagna ed altro coprivano gli occhi con gli occhiali” si legge sulle note scritte dal Karapatan.
Leonora ha detto che a lei ed ai figli fu ordinato di stendersi a faccia in giù e poi furono tirati fuori a forza dalla casa. Appena misero piede fuori udirono tre colpi d’arma da fuoco.
La donna gridò ma le fu ordinato di starsi zitta. Furono portati vari metri lontano dalla casa. Alle sei il figlio chiese perché il padre non era stato portato fuori della casa.
Alle 7 giunge un’ambulanza ed Ismael (marito di Leonora) fu portato fuori della casa. La nipote Jocelym chiese perché il capo pendeva ed i piedi erano così pallidi. Gli uomini armati dissero che Ismale era appena svenuto. Fu solo quando Leonora ed i figli andarono all’ospedale di Canlaon, Negros Orientale, che seppero che Ismael era morto.
Figli testimoni
Un numero imprecisato tra 40 e 60 persone armate avevano circondato la casa vicina di Edgardo e Carmela.
La donna disse che cinque uomini avevano buttato giù la porta ed erano entrati. Il figlio che si era precipitato verso di loro fu portato fuori gridando aiuto. Carmela che dormiva con i figli aveva provato a soccorrerli ma fu bloccata dagli uomini armati.
Carmela disse di aver sentito nella stanza a fianco dove dormiva Edgardo i rumori di qualcuno che era picchiato. Carmela fu portata fuori con la forza con la figlia e poi sentì colpi di arma da fuoco dalla casa di Ismael e poi dalla loro.
Efraim, fratello di Edgardo, provò a capire che stesse succedendo ma fu fermato da uomini in uniforme della SAF. Lo presero per il collo e lo spinsero indietro dicendogli di starsi fermo oppure sarebbe stato ucciso.
Edgardo fu colpito con tre colpi, uno alla fronte, uno alla spalla e uno alla guancia destra.
Nello stesso gruppo di case vivevano anche Edgar Garubat e la moglie arrestata Azucena.
“Ci fu ordinato di tenere la faccia a terra nell’altra stanza, mentre alcuni furono costretti ad andare fuori della casa” ha detto a Karapatan.
La famiglia di Steve Arapoc a Manjuyod disse che a loro non fu mostrato alcun mandato quando i dieci uomini entrarono con la forza nella loro casa.
Il fratello Mc Khillif disse che giunsero uomini in uniforme con i nomi coperti alle 4 della notte con armi lunghe e corte.
Ucciso che chiedeva pietà
Mc Khillif era in casa con Steve, la madre anziana, Welly, tre altri parenti e le loro spose ed i quattro figli di età varia.
L’uomo disse che puntarono i loro fucili M16 chiedendo dove avessero riposto un fucile M14. Quando negarono di avere alcuna arma Mc Khillif fu ammanettato e portato fuori con un altro familiare maschio
Loro chiamarono Steve che scese i gradini sano. Cinque uomini armati lo tirarono e lo picchiarono mentre gli chiedevano dove avesse posto l’arma che ricercavano.
Gli legarono le braccia e lo posero a faccia in giù per terra mentre lo picchiavano. Chiedeva la grazia quando lo spararono, disse Mc Khillif, mentre un nipote ed una sorella, Kenneth e Keren, videro l’omicidio.
Dopo che gli spararono, gli uomini andarono su e poi scesero e posero una pistola calibro 38 vicino a Steve. Spararono tre colpi contro i muri della casa. Steve subì tre ferite al collo, petto e stomaco. Il proiettile che colpì allo stomaco uscì dalla sua coscia secondo le note del Karapatan.
Mc Khillif disse che gli uomini armati avvolsero Steve in un lenzuolo e lo tirarono al loro veicolo. Poi presero tre telefonini e 26 mila peso della vendita dei maiali.
Inday Espina Varona, ABSCBN