La militante democratica “Bung” Nitiporn Sanesangkhom del gruppo Talu Wang è morta per arresto cardiaco nell’ospedale dell’Università Thammasat a Bangkok dopo essere stata trasferita dal carcere il 14 maggio.
Secondo l’ospedale del carcere i propri medici avrebbero fatto del loro meglio per mantenere in vita Netiporn che era stata ad aprile nell’ospedale Thammasat per le conseguenze del suo sciopero della fame.
In precedenza, il giorno 8 maggio 2012 morì in carcere Zio SMS per cancro allo stomaco.
Secondo i medici Netiporn avrebbe ripreso a bere e mangiare ma non voleva assumere altri medicinali per migliorare la propria condizione fisica conducendola così alla conclusione tragica.
L’ultimo sciopero della fame di Nitiporn è avvenuto durante la detenzione per lesa maestà a causa di una indagine sull’impatto della sfilata di auto dei reali thailandesi di febbraio 2022 e di insulto alla corte.
In precedenza era stata in carcere insieme a Nattanich Duangmusit con la quale aveva fatto uno sciopero della fame per 64 giorni prima di essere liberata su cauzione ad agosto 2022.
A gennaio 2024 la corte penale di Bangkok le aveva revocato la cauzione nel caos di lesa maestà dandole un mese di carcere per insulto al tribunale. Nitiporn non chiese più la libertà condizionata.
A gennaio iniziò lo sciopero della fame e della sete per chiedere la riforma della giustizia e perché nessuno debba finire in carcere per esprimere una sua diversa opinione politica.
La legge di lesa maestà secondo l’articolo 112 è uno degli strumenti più usati per reprimere il dissenso contro chi chiede la riforma della monarchia che è equiparata a voler abbattere la monarchia della Thailandia. Questa legge comporta una sentenza al carcere che va fino 15 anni contro chi diffama o insulta o minaccia re, regina, erede al trono o reggente.
Nitiporn è stata una brillante studentessa di legge prima e di economia poi e partecipò anche alle manifestazioni del PDRC contro il governo di Yingluck. In seguito poi cambiò la propria prospettiva politica e si dedicò al cambiamento del sistema scolastico e alla lotta della comunità LGBT.
Da allora ha sempre sostenuto i movimenti giovanili e si è interessata al gruppo di Talu Wang ricevendo varie imputazioni per lesa maestà.
La Thailandia ha una delle leggi di protezione della monarchia o lesa maestà tra le più severe al mondo e dal 2020 sono 260 le accuse lanciate tra cui la condanna più lunga a 50 anni di carcere inflitta all’inizio 2024.
Amnistia per i prigionieri politici thai e Nitiporn morta in carcere a Bangkok
Il principale partito di opposizione Move Forward Party, in odore di prossimo scioglimento per aver chiesto la riforma della monarchia thailandese, ha detto a NAR che sarà di massima priorità per il suo partito l’amnistia per i militanti politici in carcere dopo aver saputo della scomparsa di Nitiporn.
Il segretario del MFP Chaithawat Tulathon ha detto di essere al lavoro per presentare le proprie raccomandazioni per l’amnistia al parlamento per la fine dell’anno ed ha chiesto al governo di accelerare sui negoziati per una proposta di legge.
In previsione del possibile scioglimento del MFP, Chaithawat ha detto che il partito è pronto a presentare un partito alternativo pronto ad accettare i 151 parlamentari nel caso la corte decidesse di sciogliere il MFP.
“I partiti di governo e opposizione sono d’accordo sull’amnistia ma si discute ancora per i casi di detenuti accusati di lesa maestà” ha detto Chaithawat a NAR ad un anno dalla sorprendente vittoria elettorale che ha sconvolto un po’ gli equilibri politici, di potere e di affari del paese.
La piattaforma del MFP includeva l’emendamento dell’articolo 112 e di quelle leggi che prevedono condanne pesanti per chi insulta i reali del paese.
A chi è in carcere secondo questa legge è spesso negata la cauzione come accaduto a Bung Netiporn Sanehsankhom morta di arresto cardiaco in carcere. Netiporn aveva iniziato uno sciopero della fame di 110 giorni a gennaio dopo che le era stata revocata la cauzione per aver partecipato alle proteste in cui sarebbe stata vandalizzata una bandiera con le insigne reali.
“Bung è scomparsa per sciopero della fame a causa dell’ingiustizia per cui i prigionieri politici accusati con l’articolo 112 non hanno diritto alla cauzione. Quello che possiamo fare è cambiare il processo per cui si possa dare la libertà condizionata a livello di polizia e di indagine senza dover andare in tribunale.” ha detto Chaithawat.
Nel 2020 sono state quasi 2000 persone ad essere accusate o incriminate per aver partecipato alle proteste di massa e 284 erano minorenni. Molti di loro facevano parte del MFP e del suo predecessore FFP dissolto a febbraio 2020 dalla corte costituzionale. Le accuse andavano dalla sedizione, alla lesa maestà alla violazione del decreto di emergenza per il COVID e al crimine informatico.
Ora MFP si trova di fronte allo stesso destino del Future Forward perché il 12 marzo scorso la Commissione Elettorale ha chiesto all’alta corte di disciogliere MFP sulla prova ragionevole che il partito e il suo presidente Pita Limjaroenrat abbiano provato a rovesciare la monarchia per aver chiesto la riforma dell’articolo 112.
“Prepararsi allo scioglimento non vuol dire che accettiamo la decisione. Non è sulla legge ma un mezzo politico per distruggere l’opposizione, cosa che non fa bene alla società thai perché il conflitto rimarrà intatto”.
La politica thailandese è stata scossa da 13 golpe e nove tentativi di golpe da quando nel 1932 la monarchia divenne costituzionale. L’ultimo golpe risale al maggio 2014 è ha portato a governi dominati da militari fino alle elezioni dello scorso anno.
Dopo la vittoria elettorale Il MFP tentò di formare una coalizione insieme al Pheu Thai per formare il governo senza però riuscirci per l’ostacolo di legislatori conservatori e militari. Il Pheu Thai poi si staccò dal MFP riuscendo ad eleggere Srettha Thavisin come premier con una coalizione insieme ai partiti delle precedenti giunte.
Il Pheu Thai da settembre cita le priorità economiche per essersi staccato dal MFP ma l’economia Thailandese è ancora lì che vacilla.
“Sono passati dieci mesi e non vediamo un piano concreto di azione. Non sono chiari i piani dei cambiamenti strutturali di medio e lungo termine e vediamo promesse a breve che non sono sostenibili” dice Chaithawat dell’azione del governo sull’economia e sulla promessa elettorale dei 10 mila baht da dare ai meno capienti per stimolare i consumi.
Secondo gli analisti, il Pheu Thai, che era il principale partito di opposizione alle elezioni del 2023 e i cui precedenti governi sono stati spesso spodestati da colpi di stato, ha rovinato il suo curriculum economico e non può più contare su una patente di democrazia.
“La gente non ha fiducia di questo governo. La nostra coalizione non si è sfaldata per disaccordi politici ma per gli espedienti politici” dice Chaithawat a NAR spiegando che il Pheu Thai ha aiutato i conservatori ad impedire un governo del MFP in cambio del perdono per il proprio capo in esilio Thaksin Shinawatra.
Chaithawat ha escluso quindi la possibilità di formare una coalizione con il Pheu Thai chiudendo alle speculazioni secondo cui ora sarebbe possibile un governo di coalizione perché il Senato entrante non avrà diritto di voto nella scelta del primo ministro, come ha fatto precedentemente con l’ex leader Pita all’indomani delle elezioni.
La prossima settimana la Commissione elettorale inizierà ad accettare le candidature per i 200 seggi del Senato, un processo oscuro in cui i candidati saranno scelti da 20 gruppi professionali e a cui è vietato il coinvolgimento diretto dei partiti politici.
Chaithawat ha criticato il processo, affermando che: “Non è un’elezione popolare. Solo i candidati possono votare tra di loro e devono pagare 2.500 baht per candidarsi, il che dà un vantaggio ai grandi partiti politici”.
“Possiamo solo incoraggiare quante più persone possibili a candidarsi al senato. Non si deve permettere a nessun gruppo di dominare nel nuovo senato” ha detto Chaithawat.
FRANCESCA REGALADO, NAR