Il governo thai non deve ancora indugiare nel nominare i negoziatori di pace che deve iniziare un nuovo giro di colloqui di pace con il gruppo separatista musulmano del BRN, Fronte Nazionale Rivoluzionario di Patani Musulmana.
“E’ tempo che il governo thailandese si decida a nominare i negoziatori di pace nel Profondo Meridione” ha detto Anchana Heemmina, fondatrice del gruppo Duay Jai che fornisce servizi di riabilitazione per le vittime della tortura nel Profondo Meridione, in un forum dove erano presenti sostenitori della pace buddisti e musulmani, lavoratori dei media per discutere le prospettive di pace nel Profondo Meridione Thailandese.

Anchana ha detto che i colloqui di pace tra governo thai e il BRN sono ancora necessari ed il governo deve proseguire la sua politica di negoziato per la pace.
Il ritardo nella formazione del pannello dei colloqui di pace porterebbe solo ad attacchi più violenti anche contro civili e che possa riprendere un nuovo ciclo di violenze.
L’ultimo caso è l’omicidio di un importante ufficiale di polizia che tornava dalle preghiere fatte nella moschea di Pattani a casa sua in una zona affollata a Ban Kalupe nel distretto di Sai Buri. Qui più assalitori in moto lo hanno sparato e l’ufficiale di polizia è arrivato morto in ospedale.
Opinione diffusa è che questo omicidio sia legato all’insorgenza separatista, ma si esaminano anche possibili legami all’attività investigativa contro il crimine comune.
A gennaio 2004 iniziò il primo ciclo di violenze quando furono rubate le armi da un campo militare di Pileng, vicino Narathiwat, dove risiedeva un battaglione dell’esercito thailandese e dove morirono 4 soldati in uno scontro a fuoco durato 20 minuti.
Contemporaneamente a questa azione ci furono attacchi incendiari in una ventina di scuole della stessa provincia. Negli anni successivi si susseguirono ondate di attacchi molti dei quali erano attacchi coordinati e che sono proseguiti, a diversi livelli di intensità, per venti anni.
Ma ad essere colpita dalla violenza e dalla militarizzazione del territorio è anche la vita quotidiana e il sostentamento delle famiglie e delle comunità.
“Questi incidenti violenti hanno colpito gli investimenti e fermato la crescita economica e lo sviluppo regionale. Non ci sono nuovi investitori che vengono a cercare opportunità di investimento nell’area” ha detto Anchana al forum.
Particolarmente colpiti dalla violenza nella regione sono i bambini come testimoniato da una attivista che sostiene che i bambini sono preoccupati del loro futuro e di rischiare di essere dei disoccupati se la violenza dovesse continuare ancora negli anni.
Gli stessi giovani che frequentano le scuole del profondo meridione sono preoccupati perché solo delle scuole sicure sono fondamentali per poter migliorare le prospettive educative e di lavoro.
“Immaginate questi bambini che si alzano e si trovano davanti la violenza ogni giorno. Come potranno crescere e diventare persone di qualità?”
A gennaio scorso il vicepremier e ministro della difesa Phumtham Wechayachai disse che sarebbe stato creato un nuovo gruppo di negoziatori per affrontare il conflitto nel Profondo Meridione, sostituendo così Chatchai Bangchuad che è stato il primo capo negoziatore civile dei negoziati, nominato dall’ex premier Srettha Thavisin.
Ma a queste parole finora non sono seguite le nomine ed è probabile che i nomi da inserire dipenderanno dalla revisione delle strategie mirate a risolvere questa decennale insorgenze.
Il ministro ha parlato con soldati e ufficiali di stanza all’ISOC della IV regione militare presso il campo Sirindhon a Yarang a Pattani dicendo loro di usare l’approccio al lavoro di Re Bhumibol basato sui principi di “comprendere, accedere e sviluppare” per tutte le parti interessate, compresi i funzionari governativi e le comunità locali, in modo che possano lavorare insieme per risolvere i problemi.
Ha detto di aver chiesto a tutte le agenzie interessate di dare priorità ai compiti e alle strategie per affrontare i problemi, e di integrare il loro lavoro per promuovere i mezzi di sussistenza della popolazione e portare la pace nella zona. È ancora necessario intervenire contro coloro che commettono atti di violenza nel profondo Sud.
Rakchart Suwan della Rete buddista per la pace ha dichiarato che la sua organizzazione promuove la pace dal 2004.
La violenza ha provocato migliaia di vittime, tra cui monaci, musulmani e buddisti, funzionari governativi, insegnanti, poliziotti e soldati.
“Sono sempre addolorato quando vedo la violenza nella zona”, ha detto al forum.
Ha detto che alcuni rappresentanti del suo gruppo si sono recati a incontrare i rappresentanti del BRN per discutere i modi per riportare la pace nel profondo Sud e proteggere la popolazione locale.
Rakchart, che è anche membro di una commissione della Camera che studia la promozione della pace nel profondo Sud, ha proposto un modello di spazio sicuro in cui gli individui, sia musulmani che buddisti, possano esprimere liberamente le proprie idee e opinioni.
Ha detto che la proposta è in fase di ampia discussione tra le parti interessate dell’area e il governo, e spera che venga presto accettata.
La regione di confine più meridionale della Thailandia è nota per la sua consistente popolazione thai-musulmana, significativa soprattutto se confrontata con la schiacciante maggioranza buddista dell’intera nazione thailandese.
La regione ospita anche diverse e importanti popolazioni di malesi.
Gli abitanti di quest’area hanno vissuto una lunga storia di discriminazione identitaria e di ingiustizie sistemiche.