Al suo fianco, sul palcoscenico della politica thailandese, c’è anche Piyabutr Saengkanokkul, docente di legge della Thammasat University e membro del gruppo di legge Nitirat e forte oppositore della legge di lesa maestà.
Thanathorn Juangroongruangkit è stato anche nel consiglio di amministrazione del Gruppo editoriale Matichon che gestisce anche Khaosod English. Si è dimesso il giorno prima della conferenza stampa.
Hanno dichiarato che il partito interromperà il circolo vizioso della politica thailandese in cui i militari si pongono sempre come mediatori del conflitto politico. Piyabutr sono i militari stessi la radice del problema.
Non è neanche nato ed il Partito del Futuro Prossimo, FFP, già ha attirato le critiche per la propria inesperienza politica, per essere di sinistra e per parlare di sicurezza sociale e società inclusiva.
Deve essere anche perché molti fondatori di questo partito hanno una storia di militanza avendo combattuto per la decentralizzazione, per i diritti della comunità LGBT, per i diritti del lavoro, la riforma dell’istruzione.
Dopo la presentazione in conferenza stampa, il partito FFP è stato registrato presso la commissione elettorale.
E’ una situazione totalmente strana perché si registrano i partiti per le prossime elezioni nel mezzo di un divieto di fare propaganda elettorale, per cui il FFP non ha potuto girare nelle province ancora per farsi conoscere nelle aree rurali dove pure cerca il consenso.
Prachatai.org ci fa conoscere altri membri di questa nuova compagine politica.
“La maggioranza di loro ha fatto conoscere il loro sogno di uno stato sociale ed una società che includano tutti indipendentemente dal genere, età e fisicità. Il logo del partito è una piramide capovolta. Wipaphan Wongsawang, un fondatore che diede vita a Thaiconsent.org ha spiegato che il logo significa “i poveri e i settori marginali che sono la maggioranza del paese e che sono al fondo sostituiranno l’elite che sono la minoranza e sono al vertice”.
Altri membri fondatori sono Nalutporn Krairisksh, giornalista disabile, Kath Khangpiboon, lettore ed attivista militante dei diritti LGBT, Alisa Bindusa, transgender musulmano e militante ambientalista e Kritthanan Ditthabanjong, giovane attivista del settore del HIV.
“Il FPP promuoverà politiche attente alla decentralizzazione, che diano alle persone uguali opportunità economiche, che migliorino il benessere, che permettano l’accesso al capitale e alle risorse, che distruggano i monopoli e sviluppino un sistema di welfare e diano a tutti assicurazioni comprensive dalla vita alla morte” ha dichiarato Piyabutr.
Thanatorn ha detto chiaramente che il partito non accetterà un primo ministro non eletto e l’eredità antidemocratica della giunta NCPO. “Non possiamo perdere altro tempo. Guardate alla nostra competitività oggi. Il costo della pace è troppo alto. La pace di oggi è superficiale e si paga col diritto e la libertà della gente e la stagnazione economica di anni. E’ già troppo”
La presenza a guida del partito di Piyabutr, che da sempre si oppone alla legge di Lesa Maestà e al suo uso politico nel paese, ha già messo in allerta tutte le forze ultramonarchiche del panorama politico thailandese.
La paura è che questo partito voglia trasformare la Thailandia da monarchia in repubblica. Un fanatico monarchico Chulcherm Yugala in un post su Facebook ha dichiarato:
“Questa terra, questo regno deve avere una monarchia, e i re devono durare per sempre. Nessuno può mai pensare di abolirla. Se lo pensate, dovremo occuparci di voi”.
La risposta di Nitirat la si è avuta alla stessa conferenza stampa di presentazione ed ha ricordato che le sue attività del passato con il gruppo Nitirat erano per promuovere la democrazia e di fatto proteggere la monarchia che è stata largamente usata come uno strumento di lotta politica.
“L’emendamento dell’articolo 112 impedirà a chiunque di usare la legge per far del male agli altri. Nessuno potrà usare la monarchia per distruggere chi la pensa differentemente o i propri oppositori politici. La monarchia fiorirà in un modo stabile, sicuro, onorevole, moderno e compatibile con la democrazia”
Se poi il partito FPP farà campagna elettorale sull’emendamento della legge di lesa maestà, Piyabutr non si è espresso ed ha detto che sarà l’assemblea dei membri del partito a decidere, non la sola espressione di una persona.
Quanta strada potrà fare questo nuovo partito sulla scena politica thailandese dominata dai militari da una parte e dal partito di Thaksin e magliette rosse dall’altro è tutto da vedere.
Che questo partito nasca per mano di un uomo di successo del mondo degli affari fa pensare a Thaksin e alla sua esperienza ed al rischio che diventi dominato da qualche ricco.
Il Prachatai dà la testimonianza di un militante dei diritti umani:
“Il partito avrebbe potuto rivolgersi a professionisti e a gente che sta nel campo degli affari, dell’istruzione, del nonprofit. Non deve essere dominato da idealisti ingenui e privi di esperienza che non hanno interagito o lavorato col sistema. Avevamo grande speranza sentendo le notizie di questo partito, ma vedendo i nomi dei cosiddetti fondatori, credo che il partito non è eleggibile”.
La provenienza sociale e geografica dei membri secondo altri indica più la classe media di Bangkok che non riflette il resto della nuova generazione del paese.
Il politologo thailandese Pavin Chachavalpongpun dice in proposito:
“Soprattutto non ha alcun retroterra politico. E’ molto pulito, nessun bagaglio politico, nessuna associazione precedente con partiti o politici… Parliamo quindi di qualcuno molto puro, neutrale politicamente, che comprende i cambiamenti politici ed economici in Thailandia negli anni scorsi e che comprende la piccola gente nella società.”
Pavin personalmente pensa che è prematura la sua entrata in politica, perché ci saranno i limiti posti dalla nuova costituzione che servono a mantenere i militari al governo.
“Non credo che le prossime elezioni siano il momento giusto per lui” dice il politologo che però lo considera un po’ come “la luce alla fine del tunnel” se vince un altro partito vicino a Thaksin e si riprende la crisi e poi il golpe.
Per un esperto di Welfare della Thammasat University, Sustarum Thammaboosadee, esiste un gap che il nuovo partito potrebbe riempire specialmente se attinge all’energia che cova in un elettorato che è stato deprivato del diritto di voto da anni.
Ci sono persone che non hanno potuto usare il loro diritto di voto per anni, e ci sono giovani generazioni che sono state colpite dalle decisioni delle generazioni precedenti. Almeno dieci milioni di persone sono diventate spente e senza speranza. Credo che i partiti vecchio stile non possono dare loro quello che vogliono”.
Un nuovo partito perché non si può vendere un vino nuovo in otri vecchi.