Sono forse le relazioni di buon vicinato ad aver spinto il premier malese Mahathir ad arrestare prima ed estradare poi la militante repubblicana Praphan Pipithnamporn dalla Malesia in Thailandia, nonostante la donna sia stata riconosciuta come una persona di cui ci si deve preoccupare dall’Alto Commissario Per i rifugiati dell’ONU ed in attesa dello status di rifugiata politica.
Praphan Pipithnamporn era fuggita il febbraio scorso in Malesia ed è stata arrestata agli inizi di maggio ed estradata in Thailandia, dove è stata rilasciata su cauzione in attesa di processo.
“Praphan Pipithnamporn ha fatto domanda di asilo eppure il nostro governo l’ha arrestata e rimandata indietro su richiesta del governo repressivo thailandese” ha scritto il Partito Socialista Malese. “Il primo ministro Mahathir Mohamad deve comprendere che aiutare un regime non democratico nella persecuzione di attivisti politici democratici non è una cosa che paesi di buon vicinato devono fare”
E’ un’azione che nessuna relazione di buon vicinato può giustificare e che getta brutte ombre sul premier Mahathir.
Contro Praphan Pipithnamporn è stata fatta l’accusa di sedizione ma non di lesa maestà.
Come scrive Pravit Rojanaphruk:
“Sebbene siano calate le condanne per la draconiana lesa maestà da quando Re Vajiralongkorn ascese al trono alla fine del 2016, la repressione sugli elementi repubblicani sembra essere crescente”.
Forse proprio le relazioni di buon vicinato nel ASEAN devono essere alla radice delle scomparse di vari militanti in Laos, del riapparire dei cadaveri di alcuni nel Mekong e della recente scomparsa dei tre militanti repubblicani in Vietnam che la Thailandia sostiene non aver mai ricevuto.
“C’è la preoccupazione che non esiste un luogo al sicuro dalla lunga mano della repressione della Thailandia ovunque questi militanti fuggono” ha detto Sunai Phasuk di HRW a Khaosodenglish.
Gli ultimi tre militanti repubblicani fatti scomparire sono Siam Theerawut, Chucheep Chivasut e Kritsana Thapthai, tutti e tre ad Hanoi, ma della loro scomparsa le autorità Thai hanno negato il proprio coinvolgimento.
“Altri cinque militanti repubblicani sono scomparsi nel loro esilio. Nessuno dei militanti scomparsi è mai emerso vivo”
Traduciamo “La miope caccia all’uomo dei militanti antimonarchici” un articolo di Pravit Rojanaphruk sulla condizione di questi esuli in paesi che condivide relazioni di buon vicinato con la Thailandia.
Avendo visto scomparire o essere ucciso, uno alla volta, chi condivide la sua stessa ideologia antimonarchica, Nithiwat Wannarisi sa bene probabilmente che i suoi giorni sono contati se non si muove.
La scorsa settimana tre repubblicani sono scomparsi. Tra gli scomparso c’è Siam Theerawut di 34 anni. Si crede che Theerawut ed altri due, Uncle Sanam Luang e Kritsana Thapthai, sono stati estradati in Thailandia dopo essere entrati in Vietnam con passaporti indonesiani falsi.
I tre fanno parte della Organizzazione della Federazione Thai. In un paese dove la monarchia è riverita, quando non adorata da molti thailandesi, sono una minoranza che si fa sentire ed hanno passato la linea di ciò che è considerato accettabile dai monarchici.
Nithiwat fuggì in un paese vicino dalla Thailandia dopo il golpe del maggio 2014 e conosceva uno dei tre abbastanza bene. Al telefono è parso frustrato, pieno di rabbia e delusione.
“Ci stanno braccando uno ad uno. So che non posso restare in sicurezza in questo paese. Le organizzazioni dei diritti umani e l’occidente avrebbero dovuto prestare attenzione sin dal primo caso di scomparsa.” dice Nithiwat che si riferisce al repubblicano Ittipon Sukpaen, o DJ Sunho, che fu visto in Laos l’ultima volta nel giugno 2016.
Nessuno merita di essere costretto a scomparire, come lo furono Surachai Danwattananusorn ed i sui due amici che scomparvero lo scorso anno in Laos. I cadaveri dei due aiutanti di Surachai ricomparvero nel Mekong, mutilati e con ferite di proiettili. Surachai finora è scomparso. In tutti i casi di militanti scomparsi le autorità thai hanno negato di esserne a conoscenza o coinvolte.
La legge di lesa maestà con la possibile condanna alla prigione di 15 anni, per quanto controversa, anacronistica e draconiana, è sempre meglio delle scomparse forzate o degli omicidi extragiudiziali.
Ci si potrebbe chiedere se non ci siano monarchici a sufficienza per assicurare un senso di sicurezza. Questa è la ragione per cui lo stato è così paranoico e si sente minacciato da una manciata di repubblicani?
E’ difficile credere che lo stato non abbia una mano nelle morti e nelle scomparsa di otto repubblicani fuggiti in Laos dopo il golpe di cinque anni fa.
La giunta potrebbe riuscire ad instillare la paura nei cuori di chi non sostiene la famiglia reale, ma i destini brutali che ricadono su questi repubblicani è un sobrio ricordare che il terrore non è una cosa aliena dal modo di vita thailandese.
Queste scomparse misteriose e le morti dei repubblicani attivi riusciranno a convincere chi è contrario o ambivalente verso la monarchia? Se non altro forse nel lungo periodo possono piantare i semi del sentimento repubblicano futuro.
Alcuni repubblicani sono riusciti a fuggire in Europa e negli USA, mentre altri come Nithiwat sono ancora dispersi non molto lontano dalla Thailandia.
Nithiwat ha detto allo scrivente che è difficile riuscire a persone come lui avere lo status di rifugiato in occidente perché non è né famoso né importante.
Dopo quasi cinque anni di domande e rigetti, Nithiwat deve ancora trovarsi un paese occidentale che lo ospiti.
“Il potere contro cui ci battiamo inspira paura. Nessuno mi accetterà ed ospiterà facilmente”
Quello che è peggio è che tra le decine di thailandesi che scapparono all’inizio nei paesi vicini, come Laos e Cambogia, alcuni hanno cambiato casacca e lavorano ora per lo stato thailandese.