Otto persone uccise in un doppio attentato suicida ed altre dodici sono rimaste ferite vicino al campo militare, dove sta il comando tattico del 1°BTC forte di 1500 uomini, a Barangay Kajatian della nella città di Indanan sull’isola di Sulu.
Nel doppio attentato suicida sono morti 3 soldati che avrebbero fermato tre persone sospette ed una bomba è scoppiata quando hanno iniziato a perquisire la borsa.
Immediatamente dopo un altro dei tre è corso verso il campo militare dove è scoppiata la seconda bomba. Il terzo attentatore è stato invece ucciso prima che riuscisse a farsi esplodere.
Per un’ora dopo l’attacco il campo si è trovato sotto l’attacco con mortai e fuoco di cecchini.
Non si sa ancora se le bombe non siano state fatte esplodere da remoto.
Per i militari si sarebbe trattato di un attacco di vendetta dopo i recenti successi militari contro il gruppo di Abu Sayaff.
Di recente sono affluite nuove forze di sicurezza con nuove Brigate BTC col compito di distruggere Abu Sayaff.
Questo intervento però sembra aver aperto la strada ad attentatori suicidi anche a militanti filippini, cosa mai successa in precedenza. L’ultimo attentato alla cattedrale di Jolo di cinque mesi fa fu compiuto da attentatori suicidi che si disse fossero indonesiani.
Una precedente autobomba a Limitan fu computa invece da un combattente stranieri marocchino.
I militari e polizia hanno insistito che le bombe alla chiesa di Jolo erano state eseguite sotto il comando di Hatib Hajan Sawadjaan, comandante poco conosciuto del gruppo Abu Sayaff che sarebbe subentrato a Isnilon Hapilon morto a Marawi.
Alcuni sottolineano che l’attacco è avvenuto mentre a Zamboanga, poco lontano dall’isola di Sulu, avveniva il cambio dei poteri tra il generale Cirilito Sobejana che subentra al generale Arnel dela Vega, che va in pensione.
“Non escludiamo la possibilità che sia un lavoro del gruppo Abu Sayaff o di un altro gruppo terroristico nell’area” ha detto un portavoce dei militari.
Dopo questo doppio attentato suicida Manila è stata posta venerdì notte in allerta completa anche se non ci sono state minacce dirette
“Non ci sono state minacce nella Regione della Capitale Nazionale, ma come misura proattiva in risposta a questo attacco terroristico l’intera regione è ora sotto l’allerta completo”
L’ISIS ha rivendicato l’attentato affermando che sarebbero morte cento persone e mostrando le foto degli attentatori suicidi, come riferisce una giornalista Rita Katz, direttrice di SITE Intelligence Group che segue le attività terroristiche in tutto il mondo,in un tweet:
“ISIS fa seguire la rivendicazione con foto di entrambi i bombaroli. Notare che il gruppo continua ad esagerare con il conto dei morti affermando che sono un centinaio, molto superiore al numero iniziale della sicurezza che parla di 5 morti e 9 feriti. Forse salirà il numero ma non ai livelli rivendicati dal ISIS”
Foto
L’analista filippino Rommel Banloi del Philippine Institute for Peace, Violence and Terrorism Research sostiene che sia ISIS dietro questi attentati anche perché ISIS reclamò l’assedio a Marawi.
“Per quanto riguarda la storia del reclamare la responsabilità ISIS potrebbe avere conoscenza di questo attentato. Ho ragione di credere che sia un attacco suicida” ha detto Banloi che mette in guardia contro il sostegno nel paese per ISIS e ha citato alcuni arresti di militanti a Mindanao ma anche nell’isola di Luzon dove si trova Manila.
“E’ vero che la forza del ISIS si indebolisce nel medio oriente, in Siria ed Iraq ma non è scomparsa. Infatti qualche settimana fa un gruppo che si dice seguace del Califfato Islamico ha promesso alleanza al ISIS di nuovo e il video è stato fatto nelle Filippine.” ha detto Banloi che sostiene che le Filippine sono diventate “una base alternativa per il Jihad”.
“Particolarmente dal medio oriente e più particolarmente da Malesia ed Indonesia si incoraggiano a venire nelle Filippine per fare incidenti violenti nel meridione filippino” dove trovano seguaci che riescono a dare loro una sistemazione.
Secondo Banloi il governo sta facendo i suoi sforzi maggiori per impedire che ISIS faccia altri grandi attacchi come la condivisione di informazioni con gli altri paesi vicini interessati.