Dopo la dismissione di Srettha Thavisin da capo di governo thailandese, il parlamento thai ha votato la 37enne figlia del più noto Thaksin, Paetongtarn Shinawatra a capo del governo thailandese, ed è la seconda donna dopo la zia Yingluck Shinawatra a presiedere la più alta carica eletta della Thailandia.
La giovane premier, conosciuta in Thailandia come Ung Ing, è scesa nel campo minato della politica Thailandese nel 2021 quando entra nel Pheu Thai, e viene nominata a possibile candidato premier per le elezioni 2023. Si è fatta notare per aver fatto campagna elettorale aspettando il suo secondo figlio.
Fino all’entrata in politica nel 2021 la sua esperienza di lavoro è legata all’impero economico della famiglia Shinawatra che va dal golf alla proprietà fondiaria, agli hotel al settore delle telecomunicazioni.
Era la direttrice esecutiva del Rende Development ed è la maggiore azionista del SC Asset Corporation Pcl con il 28,5% di azioni del valore di 180 milioni di euro.
Diventando premier ora dovrà abbandonare i ruoli di gestione e le azioni secondo le regole stabilite dalle leggi thailandesi.
Ma la vita turbolenta della politica Thailandese l’ha catapultata nell’arena politica al massimo livello e con la stessa imprevedibilità la potrebbe riportare nell’oscurità se si dimostrerà la voce o il braccio dell’odiato e amato padre.
L’ascesa a capo del governo di Paetongtarn è dovuta alle regole della legge elettorale thai che prevedono la scelta del premier tra i candidati presentati dai vari partiti, e dopo il dimissionato Srettha c’erano due nomi: Paetongtarn oppure Chaikasem Nitsiri, insieme ad altri nomi papabili.
Chaikasem Nitsiri è un ex dirigente di partito che secondo molti non ha il carisma né l’energia per portare il partito alle prossime elezioni del 2027. In realtà Chaikasem si era espresso, durante la campagna elettorale, in favore della riforma della legge di lesa maestà ed era quindi nel mirino delle forze conservatrici.
“La nomina di Chaikasem avrebbe diviso la coalizione e messo in evidenza l’accordo segreto tra Thaksin e i rappresentanti del palazzo che portò il PT insieme ai partiti conservatori ed allineati con i militari in nome dell’unità nazionale segnando la fine dell’accordo fatto prima delle ultime elezioni” scrive Shawn Crispin. https://asiatimes.com/2024/08/fresh-faced-shinawatra-takes-the-helm-in-tumultuous-thailand/
La giovane premier è stata eletta con 319 voti a favore, 145 contrari e 27 astenuti. Il People’s Party ha votato contro, mentre il partito democratico ha deciso di astenersi.
Non pochi in Thailandia credono che con il ritorno in patria del padre Thaksin dopo 15 anni di esilio a Dubai, Paetongtarn possa solo essere la portavoce del vero macchinatore dietro le quinte, vale a dire Thaksin.
Qualche analista politico di lungo corso sostiene che la giovane premier entra in un campo minato in cui molti la percepiranno e valuteranno più che per le sue capacità per il fatto di essere la figlia del padre che resta una figura politica molto divisiva nel paese.
Scrive Jonathan Head su BBCWorld:
“Il ritorno dall’esilio di Thaksin un anno fa fu il risultato di un grande accordo con le potenti forze conservative. Esse includono i militari che abbatterono due governi Shinawatra con due golpe, e i gruppi vicino alla monarchia che si oppone a Thaksin da oltre venti anni.
Ma l’impressionante vittoria del partito riformista Move Forward alle scorse elezioni spinse il Pheu Thai e il clan Shinawatra al secondo posto per la prima volta costringendo le forze conservatrici che andarono anche peggio elettoralmente a ricalibrarsi.”
Con il Move Forward che sosteneva la riforma della lesa maestà e dei militari, la minaccia maggiore diventava appunto Move Forward spingendo le forze conservatrici ad unirsi al Pheu Thai in una coalizione di 11 partiti tra vecchi nemici pur di tenere lontano dal governo Move Forward.
Questo governo di 11 partiti non ha dissolto la sfiducia verso Thaksin che è potuto tornare con un accordo non scritto in cui Thaksin in cambio del perdono reale deve avere un profilo basso, non partecipare alle decisioni del governo e dedicarsi ai suoi nipotini.
In realtà Thaksin benché non iscritto al Pheu Thai sembra essere il principale finanziatore e dopo la libertà condizionata ha partecipato ad alcuni eventi di partito e si è fatto promotore di una iniziativa di pace per la Birmania dove sembra avere anche interessi economici.
Molti interpretano la decisione della corte costituzionale thailandese come un avviso a Thaksin di controllare le proprie ambizioni politiche.
Sul capo di Thaksin c’è anche una accusa diretta di lesa maestà per alcune dichiarazioni fatte nove anni fa quando era in esilio e questa grave accusa è praticamente la spada di Damocle sulla sua testa come sulla testa della vita civile del paese che serve a tenere sotto scacco sia Thaksin che il Pheu Thai.
Questo è il campo minato che renderà il lavoro della giovane Paetongtarn ancora più difficile, oltre alle difficili problematiche relative all’economia Thailandese che corre meno degli altri paesi dell’ASEAN.
Se in precedenza le politiche populiste dei partiti di Thaksin si sono dimostrate ottime per migliorare sia l’economia che per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni della provincia, ora le criticità strutturali di lungo termine e il quadro politico sempre instabile rendono queste politiche inutili o insufficienti.
La politica dei 10mila Baht, 250 euro, è stata la bandiera del partito che in questo modo voleva dare una spinta all’economia thailandese che rispetto alle economie della regione arranca, incontrando però l’opposizione della banca centrale per il peso enorme sulla finanza pubblica.
Quando si parla di finanza pubblica e dei pesi su di essa una delle cose più difficili è toccare la borsa dei militari con i suoi acquisti di sottomarini e di aerei. Il governo di Srettha ha comunque allargato i cordoni di questa borsa. Ma non pesano sulla finanza pubblica?
Questi soldi non pesano sulla finanza pubblica?
La difficoltà è che Paehongtarn deve elaborare altri strumenti di politica economica con una forza in parlamento che non è più quella delle volte precedenti. Inoltre i partiti conservatori nel governo non sarebbero molto felici nel vedere il successo delle politiche del Pheu Thai per evitare di ricostruire la forza politica che il partito aveva nel passato.
“Tutti e quattro gli ultimi governi guidati dai Shinawatra sono stati cacciati prima della fine del loro mandato da golpe militari o decisioni della corte costituzionale” ricorda la BBC.
“Paetongtarn spererà di interrompere questo triste record ma se vediamo il disagio politico infinito della politica Thai le probabilità non sono dalla sua parte”