Nell’immenso Palazzo Dhaveevatthana a Bangkok c’è una prigione costruita per rinchiudere chi tradisce la fiducia del nuovo Re Thai, Vajiralongkorn .
Durate il governo Yingluck, il 27 marzo 2012, il ministro della giustizia emise un ordine che riguardava la costruzione di una prigione dentro il palazzo Dhaveevatthana su un suolo di 60 metri quadrati di terra.
Chiamata Buddha Monthon Temporary Prison si trova sotto l’autorità della prigione centrale di Klong Prem.
La Prigione Dhaveevatthana è stata ufficialmente legalizzata permettendo così al Re Vajiralongkorn di imprigionare chiunque sotto il suo tetto legalmente. Alcuni dei suoi stretti confidenti sono stati messi in prigione lì, dal più conosciuto Moh Yong al maggiore di polizia Prakrom Warunprapha e al generale Phisitsak Seniwongse na Ayutthaya. Erano dietro la campagna “Bike for Mom” del 2015, perpoi ritrovarsi colpevoli di essersi appropriati dei fondi del progetto. Sono tutti morti, sotto misteriose circostanze, nella prigione del Dhaveevatthana.
L’ultima persona di alto profilo arrestata fu il generale di polizia Jumpol Manmai, ex vice capo della polizia nazionale. Fu definito dal palazzo come un ufficiale estremamente malvagio. Resta da sapere come sia riuscito a far arrabbiare il sovrano.
Il palazzo Dhaveevatthana era un tempo la residenza di Vajiralongkorn, della sua ex consorte Principessa Srirasmi e del principe Dipangkorn Rasmijoti, che è il presunto erede al trono.
Dopo il divorzio da Srirasmi nel dicembre 2014, Vajiralongkorn è di rado tornato al palazzo risiedendo per lo più alla periferia di Monaco con Dipangkorn.
Nel frattempo Srirasmi è stata privata di tutti i titoli reali e posta agli arresti domiciliari in una casa a Ratchaburi. Le è stato rasato il capo e costretta a vestire come una monaca di bianco. I genitori furono accusati di aver sfruttato il nome di Vajiralongkorn per guadagni personali. Furono imprigionati ma rilasciati di recente.
Oltre che a fare da residenza di Vajiralongkorn, il palazzo Dhaveevatthana ospita anche una scuola militare per giovani cadetti sotto la Rachawallop Army. Vajiralongkorn ha mantenuto una grossa guardia pretoriana conosciuta come unità Rachawallop sin dal 1978. Usata presumibilmente per la sua sicurezza e fare opera di carità, l’unità Rachawallop è percepita come un contrasto ai militari. Oggi l’unità consiste di 5500 persone. Le nuove reclute sono addestrate nella scuola dentro il palazzo Dhaveevatthana.
Ufficialmente è conosciuto il palazzo come una villa dove Vajiralongkorn può rilassarsi, fare esperimenti con nuovi tipi di piante e sponsorizzare progetti agricoli secondo la linea vista nel palazzo Chitralada che fu sostenuto dal compianto Re Bhumibol. Nel palazzo c’è un laghetto artificiale ed un parcheggio per i suoi aerei privati.
Dietro la descrizione ufficiale di palazzo Dhaveevatthana, comunque, ci sono innumerevoli storie di orrori. Nei messi passati ho condotto una serie di interviste mediante email con varie persone tra le quali qualcuno che c’è rimasto dentro. I loro racconti ed esperienze del tempo passato lì dentro sono quasi surreali.
La prigione Dhaveevatthana è conosciuta come l’inferno in terra tra chi c’è rimasto dentro e può essere anche una camera di tortura. Gli ufficiali riconosciuti sleali verso Vajiralongkorn hanno dovuto rifare il loro arduo percorso militare. Sia Jumpol che Disathorn Vajarodaya, l’ultimo assistente vicino a re Bhumibol, hanno rifatto l’addestramento militare al palazzo Dhaveevatthana. Il loro addestramento è stato rilasciato deliberatamente ai media sociali come uno strumento di umiliazione per aver tradito Vajiralongkorn.
E’ difficile, o persino impossibile, a chiunque rivelare la realtà oscura dell’interno della prigione. Restano le dicerie che rivelano quanto possa essere privo scrupoli re Vajiralongkorn nei confronti dei propri nemici. Il giornale inglese Telegraph pubblicò a dicembre scorso un racconto di Rupert Christiansen, che negli anni 60 era un compagno di classe di Vajiralongkorn presso la Millfield School.
Secondo la storia nessuno voleva come amico Vajiralongkorn. La direttrice “lo trovava una pizza e guardava con sguardo assente nella media distanza mentre continuava a parlare a vanvera.” Vajiralongkorn “non era vivace o nei vari gruppi…. Ma quello che lo segnava per lo più era il suo entusiasmo per Combined Cadet Force, una miseria del venerdì pomeriggio che tutti gli altri odiavano”.
Christiansen ha sottolineato che Vajiralongkorn era uno spregevole prepotente. Chiunque mostrasse segni di debolezza o paura rischiava di essere “pestato senza pietà” da lui. Secondo Christiansen, scelse uno studente in particolare. “Usava dargli delle pacche amichevoli sulla spalle ridendo allegramente ai suoi fatui tentativi di scherzi prima di prenderlo in giro selvaggiamente, picchiandolo e pizzicandolo”. Il suo passato noto lo si può usare per spiegare la sua tendenza violenta nei giorni attuali.
Dhaveevatthana, sebbene trasformata in una prigione legale temporanea, non è aperta al pubblico per la visita ai carcerati. La mancanza di informazioni sulla pigione potrebbe essere un fattore che permette di tollerare la tortura e l’umiliazione dei prigionieri.
Vari governi non hanno osato interferire in quello che erano visti come affari privati di Vajiralongkorn. Le agenzie dei diritti umani ed i media sono rimasti in silenzio. Persino i parenti dei carcerati morti sembrano aver accettato le cause indicate per la morte. Immediatamente dopo che sono dichiarati morti, sono di norma cremati velocemente.
Dopo essersene andato in giro con una ragazza in un magazzino di Monaco in stile rockettaro, Vajiralongkorn si infuriò quando è circolato un video suo su internet. Chiese a Facebook di bloccare alcune pagine in cui era condiviso il video. Lo stato Thai, dopo che questo sforzo andò a male, cerca ora di perseguire le persone in Thailandia che vedono quel video.
E’ surreale capire che un monarca di oggi possa comportarsi come se vivesse nel medioevo. L’esistenza della prigione Dhaveevatthana è diventato il simbolo del regno crudele di Vajiralongkorn.
Pavin Chachavalpongpun, Japantimes.com