Oltre quaranta anni fa, le accuse di essere antimonarchici facevano parte dei mezzi della propaganda usati da elementi della destra estrema contro i militanti studenteschi prima della repressione e massacro di almeno 41 di loro nell’ottobre 1976.
Oggi preoccupa vedere le stesse tattiche inquietanti impiegate per prendere di mira la portavoce del Future Forward é Pannika Wanich.
Pannika Wanich è diventata l’oggetto della caccia alle streghe di antimonarchici perché è una figura popolare nel FFP, partito accusato di nutrire sentimenti antimonarchici dallo scorso anno.
Poiché ha una posizione progressista e liberale, il FFP è visto con sospetto dagli ultra monarchici, dai conservatori e da chi sostiene i militari. Prima di Pannika sono stati il presidente del FFP Thanathorn Juangroongruangkit ed il segretario generale Piyabutr Saengkanokkul ad essere accusati di essere antimonarchici in base a notizie false e a video manipolati.
La scorsa settimana Pannika fu criticata dalla senatrice nominata dalla giunta Porntip Rojanasunan per non aver indossato un vestito tutto nero durante la sessione parlamentare per mostrare rispetto allo scomparso presidente del Consiglio della Corona Prem Tinsulanonda.
Pannika era vestita in nero e bianco. La senatrice continuò ad accusarla durante un’intervista televisiva su un notiziario di esprimere proprio per quel modo di vestire sentimenti antimonarchici.
E’ stata un’accusa forte e pesante basata su una cosa molto triviale.
Poi la scorsa settimana furono largamente condivise sui media sociali, nelle pagine di Facebook vicini al regime, alcune foto prese durante la laurea di Pannika nel 2010.
Una di loro presenta la sua amica che indica la copertina di un libro con una foto di Re Bhumibol, mentre Pannika guarda.
La foto ha generato critiche da parte dei monarchici e sostenitori della giunta che accusano Pannika di un gesto inappropriato. La cosa è stata ingigantita all’inverosimile quando un parlamentare del Palang Pracharat che sostiene Prayuth, Parina Kraikup, l’ha accusata di aver violato la legge di lesa maestà, l’articolo 112 del codice penale. I reati secondo questa legge portano a pene massime fino a 15 anni di carcere.
Poi ci sono stati vari sforzi per scovare vecchi post sui media sociali di Pannika Wanich che la ritraessero come antimonarchica.
Le accuse contro Pannika Wanich bisogna guardarle con scetticismo.
L’uso della legge di lesa maestà come strumento politico di solito avviene al picco di un conflitto politico prolungato.
Dopo il massacro del 1976, il suo uso diminuì, per risalire di nuovo nel periodo che portò al golpe del 2006 e nel decennio che seguì, questa volta contro l’ex premier Thaksin Shinawatra e le magliette rosse.
Dopo il golpe del 2014 a ritrovarsi accusati di lesa maestà sono stati tantissimi militanti democratici antimilitaristi. Molti sono finiti in carcere.
Poiché la sicurezza tratta questa accusa come una questione di sicurezza nazionale e porta avanti i casi indipendentemente da quanto deboli od oscure possano essere le accuse, la legge è stata usata come uno strumento politico effettivo.
La polizia deve gestire questo caso con attenzione senza che siano coinvolti i sentimenti politici.
La caccia alle streghe antimonarchiche causeranno solo altri problemi per il cronico conflitto politico del paese e non daranno alcuna soluzione.
Bisogna fermare questa caccia alle streghe perché non facciano danni alla società approfondendo l’odio tra le persone con ideologie politiche opposte.
Editoriale BangkokPost