Il COP27, la conferenza sui cambiamenti climatici di Sharm el-Sheikh in Egitto, ha dato a chi si batte per la protezione dell’ambiente il momento opportuno per difendere e per porre al centro dell’attenzione il Passaggio dell’Isola Verde nelle Filippine.
Porre nelle discussioni sulla biodiversità l’attenzione al Passaggio dell’Isola Verde è importante perché questo passaggio di mare vive minacce al proprio ecosistema marino.

Per chi non è familiare con questo particolare ecosistema, si deve dire che è una gemma di incomparabile valore delle acque filippine che abbraccia le province di Batangas, Marinduque, Mindoro Occidentale e Romblon.
In questo Eden subacqueo ritroviamo il 60% delle specie di pesce costiero del mondo, ed è il luogo di 333 specie coralline e 1736 specie di pesce.
Per sfortuna Passaggio dell’Isola Verde ha acquisito notorietà diventando il centro del gas fossile del paese.
La ricca diversità biologica marina di questo passaggio e la sua straordinaria vita sottomarina sono stati definiti come l’ Amazzonia degli Oceani ed è fonte di meraviglia per gli scienziati.
Nel 2005 gli esperti di biodiversità Kent Carpenter e Victor Springer definirono il Passaggio dell’Isola Verde come “il centro del centro della biodiversità di pesce costiero marino”, mentre il noto biologo marino Wilfredo Licuanan lo definiva il luogo più ricco sulla terra.
E’ incredibile che nonostante il suo status e l’importanza globale immensa, non solo per biodiversità ma anche in termini di sicurezza alimentare e fonte di sostentamento, questo passaggio è da anni vittima della dipendenza secolare del paese dai combustibili fossili.
Questa volta il nostro paese cerca di importare più gas naturale liquefatto, GNL.
Il GNL, che è un gas naturale liquefatto per essere trasportato a grandi distanze. è sempre più definito come il combustibile da preferire per la nostra elettricità in un futuro molto vicino.
Si potrebbe notare quanto poco saggia sia questo per i consumatori considerando i costi in rapida ascesa del GNL importato a livello mondiale. Ma chi propone i gas fossili e il GNL è stato ringalluzzito dalla dichiarazione del presidente Marcos che dichiara che essi saranno i combustibili di transizione per portare il paese dalle centrali a carbone.
Questo boom di gas fossile e gas naturale ha reso il passaggio dell’Isola Verde non solo il centro del centro della biodiversità marina ma anche il centro dei progetti di sviluppo di gas fossili e GNL che individuano 8 dei 27 nuovi impianti e 7 dei nove terminal di GNL proprio a Batangas.
Nella costruzione di progetti di GNL attorno al passaggio si sono commesse alcune atrocità ambientali che hanno spinto gli ambientalisti a lanciare una mozione per risolvere le loro richieste di azione da parte del Ministero dell’Ambiente per la massiccia deforestazione commessa da Linseed Field Corporation (Linseed) e Excellent Energy Resources, Inc. (EERI) a Batangas per le sue strutture GNL come anche per la preoccupazione della qualità delle acque circostanti ai siti.
Questi ovvi problemi non hanno smosso le multinazionali come la Shell. Durante la commemorazione del nono anniversario del tifone Yolanda, le comunità di frontiera e i sostenitori dell’energia pulita scrissero alla Shell per contestare il suo terminal di GNL vicino al Passaggio dell’Isola Verde.
Nonostante le affermazioni della Shell di “proteggere e sostenere la biodiversità” il proposto terminale di GNL porrà in enormi rischi il nostro centro di biodiversità e le comunità costiere circostanti.
La lotta per la protezione di questo passaggio di mare non è lo sforzo di due settimane come quello del COP27, tuttavia richiede impegno per sapere che la lotta potrà essere vinta anche se lunga e dura. Ecco perché è stato fondamentale essersi impegnati nel COP27.
Non si deve sottostimare l’importanza di fare pressione sui governi di tutto il mondo e sui giganti industriali per le richieste di proteggere il Passaggio dell’Isola Verde da parte di tutto il mondo, da Londra a Tokyo.
All’inizio di quest’anno la Santa Sede ha accettato formalmente la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e l’Accordo di Parigi divenendo così un osservatore. La Chiesa Cattolica si batte attivamente per il disinvestimento dai combustibili fossili a partire dal 2025 e ha chiesto alle istituzioni di abbandonare il finanziamento delle attività distruttive dell’ambiente.

Abbiamo anche invitato il governo a prendere l’iniziativa di allontanarsi dal carbone e dal gas se vogliamo una qualche possibilità di essere in linea con gli obiettivi climatici.
Il paese soffre da tempo per la collera del cambiamento climatico ed è tempo che il nostro governo dia inizio ad una giustizia ecologica e sociale genuina rendendo prioritari la salute del suo ambiente e della sua gente rispetto alla bramosia delle multinazionali.
Garantire la salute del passaggio di mare equivale a garantire il sostentamento di coloro che si affidano alla sua ricchezza, proteggendo la ricca vita subacquea che ci nutre, accudendo le comunità che meritano mare ed aria puliti, ascoltando i consumatori di energia che supplicano di avere fonti di energia pulita, rinnovabile e a prezzi accessibili ed ascoltando la nostra casa comune che desidera essere salvata dalla distruzione.
La richiesta di proteggere il Passaggio dell’isola verde ha importanti conseguenze sia se non ci riusciamo che se vinciamo.
Se falliamo deludiamo le generazioni future; se vinciamo lo facciamo per ogni filippino che aspira ad una vita che celebri la bellezza dell’umanità e il mondo che la coltiva.
Invitiamo tutti a restare afferrati alla speranza e a fare qualcosa per essere migliori amministratori del nostro paese.
Edwin Gariguez, RAPPLER