La legge 4727 della Camera Filippina che impone la pena capitale per droga, per i “crimini odiosi” della droga, è passata al parlamento nella sua terza lettura definitiva con 217 parlamentari per l’approvazione contro 54 voti contrari ed un solo astenuto.
Nella terza lettura il parlamentare Edcel Lagman del Partito Liberale ha provato a bloccare l’approvazione della legge della pena capitale per droga sulla base di alcune note tecniche di notifica degli atti senza però riuscirci.
La sua opposizione ha trovato delle orecchia sorde, nonostante il capo della maggioranza Alvarez avesse detto che chi si opponeva avrebbe perso le eventuali cariche parlamentari. Il messaggio era rivolto anche a Gloria Macapagal Arroyo che ha voltato contro la legge e durante la cui presidenza la pena di morte fu abolita nel 2006.
Un’altra parlamentare del No ha fatto notare che l’aver tolto dalla legge alcuni reati per i quali si pensava di applicare la pena capitale, tra i quali lo stupro e l’appropriazione indebita, è un segnale che non c’è alcuna urgenza di approvare questa legge, se non l’ordine della maggioranza. Il suo no è legato ai valori fondamentali della giustizia sociale, dei diritti umani e della dignità umana.
Uno degli oppositori alla legge Siquijor Rep. Rav Rocamora ha ricordato come sia irresponsabile approvare questa misura dopo la prevalenza degli errori nelle sentenze, dopo l’aver constatato come siano state falsificate le prove nelle varie incursioni fatte dalla polizia durante la guerra alla droga.
Si deve ricordare che la pena di morte istantanea, applicata dalla polizia durante le sue incursioni ha già fatto migliaia di morti, nella maggioranza poveri delle bidonville.
La parlamentare Sitti Djalia Turabin-Hataman, musulmana e presidente della Commissione per gli affari musulmani, ha votato no dicendo che l’essenza della legge della Sharia è preservare la vita. Perciò anche se è prevista la pena di morte, ci sono condizioni stringenti per la sua applicazione.
Per esempio si richiede che sia la famiglia della vittima a chiedere se la morte è la forma di giustizia che vogliono, deciso in modo unanime. Inoltre se il condannato ha un figlio minorenne si attende che il figlio diventi maggiorenne. La parlamentare ha anche ricordato come il sistema sia viziato e a pagarne le spese sono stati spesso filippini musulmani incastrati dalla polizia e dalle autorità, proprio su la questione della droga.
Ad aver votato no è anche il blocco del Makabayan, sinistra filippina, che ha votato all’unisono nonostante il rischio di perdere la presidenza di alcuni comitati parlamentari.
A votare no alla pena capitale c’è stata Imelda Marcos, sebbene durante il periodo di dittatura del suo marito Ferdinando Marcos fosse molto in auge la pena di morte per sedia elettrica o plotone di esecuzione.
Sono punibili con la morte i reati per droga come l’importazione, la vendita, il commercio, distribuzione, trasporto, sintesi e il tenere un locale dove si consuma droga. Il possesso di droghe illegali sarà punibile con la prigione a vita.
La legge prevede la creazione di un gruppo speciale di avvocati anziani del governo per gestire gli appelli per chi è condannato alla pena capitale che potrà essere inflitta con impiccagione, plotone di esecuzione ed iniezione letale.
Non sono mancate dalla parte della maggioranza le frasi di soddisfazione per aver realizzato quella che è la volontà popolare che è la legge suprema.
Il presidente del partito liberale d’opposizione Francis Pangilinan ha detto:
“E’ un guaio che la maggior parte dei rappresentanti del popolo si sia espresso a favore della legge che in tutto il mondo non è riuscita a ridurre la criminalità e che mostra come la stragrande maggioranza delle vittime sia povera e senza potere. La pena capitale è crudele, degradante ed inumana. Ci impegniamo a fermare la pena capitale in Senato.”
Alla fine dopo tante discussioni solo la diffusione della droga è il reato per cui si rischia la condanna a morte. In carcere si trova ora il più forte critico del presidente Duterte e delle sue esecuzioni extragiudiziali, la senatrice Leila De Lima. Un caso?
Il portavoce del presidente Abella ha detto: “L’aver restaurato la pena capitale sottolinea l’obiettivo della amministrazione Duterte a ridurre la criminalità legata alla droga. La pena capitale con i suoi forti effetti di deterrenza protegge le vite innocenti. Allo stesso tempo gli aspetti punitivi assicurano che i criminali paghino una con una perdita gravosa”.
Ovviamente ci si attende che la legge sia approvata anche al Senato in ottemperanza a quanto ordinato da Duterte.
http://www.gmanetwork.com/news/story/602310/news/nation/anti-death-penalty-solons-warn-of-errors-due-to-flawed-justice-system
http://www.bworldonline.com/content.php?section=Nation&title=house-approves-death-penalty-senate-next-arena&id=141856