Pericoloso estendere il mandato di Duterte per l’economia filippina

E’ pericoloso la ricerca di estendere il mandato di Duterte alla presidenza filippina anche per l’economia del paese e per la democrazia

L’era Duterte nelle Filippine ha avuto uno dei suoi giorni più neri lunedì, quando gli uomini del presidente hanno chiuso un’organizzazione dei media critica delle sue politiche.

Questo dice molto del suo governo di 565 giorni che ha generato più grandi grandi titoli per il conto dei morti che per la guida politica stabile.

REUTERS/Jonathan Ernst

Insieme alla sanguinosa guerra alla droga di Duterte, tra i momenti oscuri bisogna ricordare quando ha rivendicato di aver ucciso un ragazzo, il giorno in cui suo figlio è stato accusato di avere legami a grandi commercianti di droga, quando ha apostrofato Obama “figlio di puttana”, ed ha minacciato di espellere le agenzie globali di rating.

La revoca della licenza a Rappler si aggiunge ai tanti modi secondo cui la democrazia filippina è sotto minaccia.

Ma il pericolo reale forse potrebbe ancora arrivare: Duterte sta cercando di estendere il suo mandato alla presidenza di altri sei anni che terminerà nel 2022.

Non accadrà, continuano a dire gli uomini del presidente. In precedenza, comunque, il presidente del Senato Aqulino Pimentel espresse quello che molti filippini temevano: “Possiamo estendere la presidenza Duterte se davvero necessario e se lui è d’accordo”.

Il capo della minoranza in Senato l’ha definita una “proposta immorale” e ha detto: “E’ uscito il gatto dal sacco!”

Bisogna dire che questo “gatto” si era già visto nelle cronache. Nel 2014 si discusse moltissimo di far restare l’allora presidente Aquino per una seconda presidenza. In quel periodo l’idea cominciò a girare tra i riformisti. Il suo periodo rimise a posto il bilancio nazionale, combatté la corruzione conquistando la definizione di grado di investimento per le Filippine.

Molti temettero che l’estensione della sua presidenza sarebbe andato a detrimento del processo democratico di Manila.

Ironicamente Duterte fa proprio quello, giorno dopo giorno. Nel maggio 2017 dichiarò la legge marziale nel meridione per reprimere i militanti legati allo stato islamico. A settembre il ministro della difesa di Duterte lanciava l’idea di possibili repressioni a livello nazionale. I militanti dei diritti umani ricordarono che era un eco dei giorni scuri di Ferdinando Marcos, un paragone che Duterte si prese per la sua vicinanza alla famiglia Marcos.

La repressione dei media di Duterte è un pezzo raggelante di un mosaico maggiore di una regressione economica e democratica. Come il presidente USA Trump, Duterte sta cavalcando un’economia in esplosione. Grazie al pesante rimaneggiamento di Aquino e alla domanda globale in crescita, le Filippine sono cresciute del 6.7% nel 2017.

Sfortunatamente il gruppo di Duterte ispira più sparatorie, in termini letterali, che un rinnovamento. Duterte si è preso gli applausi per essersi mosso rapidamente a dare la luce verde ai grandi progetti infrastrutturali. Ma la sua dipendenza dalla costruzione guidata dal governo potrebbe far esplodere il debito nazionale facendo rivivere la corruzione di vasta scala che Manila ha cercato di tagliare.

La guerra alla droga di Duterte è una guerra scelta. Lamaggior parte delle nazioni si trovano davanti il commercio e l’epidemia dell’abuso di droga ma Duterte ne ha fatto il centro su tutto. Rappler è tra i siti di notizia che hanno provato a costringere gli assassini a rispondere. La guerra alla droga secondo le cifre ufficiali ha fatto oltre 4000 morti, laddove i gruppi dei diritti umani portano la cifra complessiva oltre i 7000 morti. La gente di Duterte afferma che Rappler si è incagliata nelle regole di proprietà.

La paura maggiore comunque è che il gruppo di Duterte sta costruendo la possibilità perché resti dopo il 2020.

La castrazione dei media da parte di Duterte, delle norme democratiche e la spinta verso una maggiore trasparenza e responsabilità sono abbastanza preoccupanti.

Ma rimanere indefinitamente, priorizzare una guerra alla droga sui grandi investimenti esteri che creino lavoro e migliori standard di vita? Gli investitori devono prestare molta attenzione a quel rischio.

Ci sono ancora oltre 1600 giorni per la presidenza Duterte, abbastanza per riprendere il momento riformista. Lo spettro di aggiungerne altri 2192 giorni a quello potrebbe richiudere l’economia a più rapida crescita della regione in un sacco per cadaveri

William Pesek. SCMP

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