La promessa infranta russa di fare da perno nel Sud Est Asiatico

L’invasione russa dell’Ucraina ha infranto forse la promessa russa di essere un perno nel sud est asiatico, dopo le iniziali simpatie di capi populisti per Vladimir Putin

“Mi sento più a mio agio dicendo che il mio eroe favorito è Putin” disse il presidente filippino Rodrigo Duterte dopo alcuni mesi dall’inizio della sua presidenza.

Nel dichiarare la sua “separazione” dall’alleato di trattato americano, lanciò una politica estera “indipendente” a favore di legami strategici stretti con le potenze dell’Europa Orientale come la Russia e divenne il primo presidente filippino a visitare Mosca in due occasioni differenti.

russia perno nel sud est asiatico
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Nella vicina Indonesia, il ministro della difesa Prabowo Subianto, un altro populista di destra, si spinse anche ad emulare la camminata baldanzosa senza camicia di Putin e visitò Mosca alla ricerca della cooperazione di difesa e di accordi di armi.

Nel frattempo le batterie economiche del Sud Est Asiatico di Singapore e Vietnam cercarono legami di investimento e di commercio più stretti con Mosca firmando accordi di libero commercio storici con la comunità economica dell’Eurasia guidata dalla Russia.

Fino a poco tempo fa i paesi del Sud Est Asiatico vedevano nella Russia una potenza in gran parte benigna che poteva tornare utile come fonte alternativa di armi, di vaccini contro il COVID-19 ed investimenti energetici.

Ora l’invasione russa dell’Ucraina ha speronato la chiara promessa della Russia di perno nel Sud Est Asiatico.

Con l’eccezione del Vietnam e del Laos, quasi tutti i paesi membri dell’ASEAN hanno sottoscritto la risoluzione di condanna dell’invasione di Mosca dell’Assemblea generale dell’ONU.

Singapore ha persino imposto forti sanzioni economiche alla Russia guadagnandosi il posto nella nuova lista di Mosca di “paesi ostili”.

Per tutto il ventesimo secolo l’influenza di Mosca nella regione era confinata agli alleati comunisti dell’Indocina. Dopo il collasso dell’URSS si era ridotta ad un attore periferico negli affari regionali lasciando ad USA, Cina e Giappone i ruoli guida.

Nello scorso decennio comunque si è creata una convergenza di interessi tra Russia e ASEAN.

Da un lato la Russia ha cercato attivamente di rafforzare i legami strategici ed economici con l’Asia dopo aver ospitato il summit APEC del 2012. Le sanzioni occidentali in seguito all’annessione della Crimea nel 2014 rafforzarono ancor di più la ricerca moscovita di mercati e partner alternativi ad Oriente.

L’accordo energetico della Russia da 400 miliardi con la Cina del 2014 fece da atto di apertura per il suo ruolo di perno nel sud est asiatico, un teatro della competizione USA Cina, dove la Russia ha trovato un pubblico entusiasta dal momento che l’ASEAN era alla ricerca di allentare la propria dipendenza o dagli USA o dalla Cina.

Inoltre capi regionali influenti di paesi alleati di trattato, Duterte dalle Filippine e Prayuth Chanocha dalla Thailandia, trovarono fortemente suggestivo quel tipo di populismo autoritario di Putin.

Durante la pandemia la Russia si presentò come fonte di assistenza della sanità pubblica con l’offerta di vaccini contro il Covid per Indonesia, Vietnam, Filippine e Thailandia.

Intanto l’ASEAN insieme vedeva la Russia come un partner strategico fondamentale e, in ragione dei forti legami di difesa con vari stati della regione, persino come un potenziale mediatore nei conflitti regionali.

Lo scorso anno il gruppo tenne un incontro speciale per discutere l’assistenza potenziale di Mosca nella crisi in corso nel Myanmar che fa grande affidamento sulle armi e l’addestramento militare russi.

L’aggressione russa contro il vicino europeo potrebbe metter in pericolo il suo ruolo di perno nel Sud Est Asiatico su tre livelli.

Per prima cosa l’invasione ha creato uno stigma diplomatico ed ideologico attorno a Mosca. Da insieme di nazioni postcoloniali, l’ASEAN è avversa ad interventi militari di superpotenza.

In un discorso accalorato al Parlamento Singaporeano, il ministro degli esteri Vivian Balakrishnan ha descritto le azioni russe come “invasione militare non provocata di uno stato sovrano” ed “una questione esistenziale per la città stato.

Insieme all’Indonesia e alla presidenza di turno dell’ASEAN la Cambogia, Singapore ha sponsorizzato la risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU che in modo certo “deplora nei termini più forti l’aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina”. Il presidente Joko Widodo che presiede il G20 richiese un cessate il fuoco immediato.

Per seconda cosa, la cascata di sanzioni contro la Russia renderà sempre più proibitivo fare investimenti e commercio bilaterali con l’ASEAN. Le linee globali marittime e le istituzioni finanziarie hanno boicottato la Russia rendendo il commercio di merci e le transazioni finanziarie estremamente costose.

Soprattutto le grandi economie asiatiche come Giappone, Corea del Sud e Singapore si sono unite alle sanzioni. Ne consegue che persino il Vietnam, che prova a mantenere legami stabili con Mosca, si dibatte per esportare nel paese euroasiatico.

Questo è particolarmente importante dal momento che il tallone di Achille di Mosca nella regione è sempre stato la sua impronta economica piccola. Le nuove sanzioni, che ora prendono di mira la banca centrale moscovita renderanno sempre più difficile l’applicazione degli accordi commerciali esistenti compresi quelli del Vietnam e di Singapore.

Infine la Russia potrebbe vivere anche stravolgimenti nelle sue aree di forza maggiori come le esportazioni di armi nella regione. Per i due decenni scorsi la Russia è stato il maggior fornitore di armi esterno per la regione con oltre un quarto delle consegne di attrezzature militari alla regione.

Ma l’ombra lunga delle sanzioni USA quali il CAATSA, Contrastare gli avversari americani attraverso la legge sulle sanzioni, per cui i paesi possono essere puniti per aver acquistato armi dalla Russia, ha scosso le ambizioni di Mosca nella regione e non solo.

All’inizio di quest’anno l’Indonesia scartò un grande accordo sulle armi con la Russia a favore di fornitori alternativi per paura delle sanzioni USA. Inoltre le nuove sanzioni più vigorose degli USA che mirano all’industria russa della difesa dopo la crisi ucraina scoraggeranno ulteriormente gli alleati chiave della regione, particolarmente le Filippine, dal fare grandi accordi di difesa con Mosca.

Di fronte al crescente isolamento e alle sanzioni forti ad occidente la Russia ora si dibatte per portare avanti la sua politica di perno nel Sud Est Asiatico.

Richard Heydarian, SCMP

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