Mentre la Thailandia si appresta dal primo luglio prossimo ad aprire Phuket area di prova all’offerta turistica, si devono registrare 31 nuove morti di COVID-19 e 4108 nuove infezioni.
L’idea di Phuket Area di Prova sarà seguita se tutto va bene da altre aree come Koh Samui e isole vicine.
Il totale è di 1775 morti e 232,647 infezioni totali, la maggioranza dei quali nella terza ondata ad iniziare dal 1 aprile. I guariti sono 191355.
Delle ultime 4108 infezioni Bangkok continua a registrare il maggior numero di nuovi casi su 42 distretti su 50 con i focolai concentrati per lo più nei grandi cantieri edilizi, mentre nelle aree limitrofe si dimostrano attivi i centri produttivi dei gamberetti e della gomma.
Preoccupano 1564 persone malate in modo serio e 445 che sono sotto ventilatori, mentre nei giorni scorsi si parlava di solo 20 posti rimasti a Bangkok negli ospedali per malati gravi che necessitano di terapia intensiva. Circa 300 sarebbero i posti per malati COVID con sintomi ma non gravi.
A preoccupare è anche la presenza nell’estremo meridione thailandese della variante sudafricana che fu inizialmente trovata il 9 giugno in una comunità islamica di Margaz Tabligh, di 4000 studenti e fedeli,a Yala e che ora si è diffusa in 402 pazienti delle 12 province meridionali.
Il BangkokPost riporta 111 casi a Narathiwat, 102 a Yala, 46 a Satun, 46 a Pattani, 36 a Songkla, 18 a Krabi, 13 a Phatthalung e 10 a Nakhon Si Thammarat, 9 a Surat Thani, 5 a Phangnga e tre a Trang e 3 a Phuket.
Dopo la scoperta della variante sudafricana la scuola, che sembra essere stata l’origine di questa variante sudafricana, è stata chiusa, ma complessivamente saranno permesse le festività del Eid al-Fidr a luglio mentre i capi religiosi musulmani hanno chiesto ai propri fedeli di essere accorti ed a tenere le dovute misure di sicurezza.
Sul piano vaccinale dopo il lancio della vaccinazione della popolazione con le inoculazioni che hanno raggiunto le 500 mila dosi fatte, la vaccinazione ha rallentato moltissimo a causa della mancanza di vaccini e delle scelte scellerate sui vaccini nei mesi scorsi.
Solo di oggi è la notizia dell’uso del Pfizer in Thailandia per uso di emergenza mentre si vaccina con vaccini cinesi ed AstraZeneca.
In questa situazione ancora confusa ed incerta, la dichiarazione di Prayuth di dare 120 giorni per aprire la Thailandia al turismo trova molte voci scettiche.
Scrive Thaienquirer:
“Siamo a meno di una settimana dal lancio di Phuket Area di Prova. Con eccitazione esagerata, mesi di promozione, linee guida infinite ed avvisi da tutti i settori, si infiamma il dibattito sulla sua applicazione e sulla sua prosecuzione.
Ma questa settimana si è saputo che il governo deve pubblicare ancora la lista dei paesi a rischio medio basso i cui cittadini a cui potranno entrare a Phuket.
Se la gente che comanda conosce cosa sia pianificare in anticipo, la lista sarebbe dovuta comparire da un mese almeno.
I possibili turisti già lamentano l’estensione del periodo di quarantena a Phuket dai 7 giorni iniziali ai 14 giorni. Si lamentano anche delle grandi quantità di documenti da presentare, del fatto che i bar sono ancora chiusi e dei tre test che devono fare mentre sono a Phuket.
Ma invece di aiutare a facilitare l’entrata dei turisti a Phuket il governo non fa neanche quello che è suo dovere fare.
Come è possibile che ad una settimana dall’inizio del programma non si sa ancora chi potrà entrare? E le persone che hanno pianificato di venire resteranno fuori all’ultimo momento?
E’ allarmante questa mancanza di attenzione visto che questo doveva essere un progetto fondamentale per riaprire il paese in 120 giorni.
L’idea dell’ente turistico thailandese che Phuket potrà accogliere circa centomila visitatori tra luglio e settembre sembra essere davvero un sogno.
La realtà è che le prenotazioni alberghiere presso gli alberghi certificati SHA Plus sono ancora base a causa della cattiva comunicazione del governo.
Se si vuole far crescere il numero delle prenotazioni si deve dare maggiore chiarezza su chi può effettivamente arrivare.
L’essere estremamente cauti e oscuri su tutto continuerà a scoraggiare la gente persino dal fare una prenotazione.
Phuket Area di prova è la sola speranza per il paese che questo governo sia abbastanza competente da riaprire il paese senza importare un’altra ondata epidemica.” Eric Parpart TE
Altro scetticismo sulle capacità di programmazione e di esecuzione del governo le offre il giornalista Thai Pravit Rojanaphruk.
“Il premier Prayuth ha fatto un passo rischioso e ardito quando ha annunciato l’obiettivo di riaprire l’intera Thailandia al turismo straniero entro 120 giorni o per metà ottobre. E’ una grande scommessa ed è un obiettivo che richiede buona pianificazione ed esecuzione.
Finora la vaccinazione di massa, che si è parzialmente fermata dopo la settimana del lancio, non dà alcuna rassicurazione.
Soddisfare l’obiettivo di inoculare 100 milioni di dosi per la fine dell’anno richiede circa 470 mila vaccinazioni al giorno, da ora in poi. La parziale sospensione dell’inoculazione di massa qualche giorno fa ha visto i numeri scendere sotto le 300mila dosi dopo il picco di oltre 472 mila dosi del 8 giugno….
Certo Prayuth ha chiesto scusa ma la gente non ha sentito una chiara spiegazione su che cosa non ha funzionato, cosa abbia causato il ritardo e quando si ritornerà a vaccinare a ritmi maggiori. La cosa non è affatto rassicurante.
Si deve prendere così l’obiettivo di riaprire il paese entro 120 giorni con un pizzico di sale.
I letti degli ospedali destinati ai malati gravi di COVID-19 sono quasi tutti occupati e ci si domanda come farà il paese se succedesse che qualche turista straniero e thai si infetta e si ammala gravemente. Si spera che non accadrà ai turisti stranieri perché ci aspettiamo che tutti abbiano avuto la doppia vaccinazione prima di entrare nel regno ad ottobre.
Prayuth parla di rischio calcolato nel riaprire la Thailandia.
Secondo lui 50 milioni su 70 di cittadini Thai riceveranno la loro prima dose per il mese di ottobre, ma non si può attendere che tutti ricevano la seconda dose prima di riaprire.
Certo la Thailandia probabilmente non può attendere. La maggioranza della gente che vive del turismo e negli altri settori ha perso il lavoro da un anno, ma è anche un ricordo doloroso della diseguaglianza del paese dove gente come Prayuth ha già fatto la doppia vaccinazione. E’ come quando una persona oscenamente ricca dice al povero di essere contento di quello che si ha o che non si ha.
Far uscire l’industria del turismo dallo stato di ibernazione aiuterà l’economia se non porta ad una nuova ondata che sprofonderebbe il paese in un nuovo isolamento e nella bancarotta economica.
Abbiamo bisogno di sentire di piani concreti su come il governo pensa di riaprire il paese in sicurezza in quattro mesi senza rischiare una completa epidemia.
Un piano è buono se può essere portato a termine totalmente.
Ci si domanda dell’efficacia del vaccino Sinovac nel prevenire la diffusione delle infezioni, dopo quello che si èsaputo dei 350 medici indonesiani che si sono infettati dopo aver ricevuto le due dosi del Sinovac. Quindi nel medio periodo avremo forse bisogno di vaccini differenti.
Prayuth può parlare quanto vuole di riaprire la Thailandia ma alla fine, senza piani credibili e affidabili, si potrebbero avere costi enormi, se non disastrosi, con forti contraccolpi per il paese.
Auguriamo a Prayuth tutto il successo perché il paese si riprenda economicamente e ciò dipende da una riapertura di successo e con i tempi giusti del regno al turismo, così che milioni di persone la cui vita dipende da essa possano tornare a guadagnarsi un degno salario.
Patpong, l’infame distretto a luci rosse, è chiuso. Surang Janyam, militante dei diritti dei lavoratori del sesso mi ha detto che metà dei locali ha chiuso per sempre.
Altrove molti hotel sono quasi vuoti ed una visita all’area fluviale popolare di Asiatique con i suoi locali e centri commerciali per i turisti thai e asiatici mi ricorda le scene di film apocalittici.
Se Prayuth non riesce a raggiungere quell’obiettivo dei 120 giorni perché il paese non sarà pronto ancora per qualunque ragione, la gente dovrà fare sì che Prayuth agisca in modo giudizioso e non brutale.
Allora Prayuth si sarà assicurato di essere stato almeno alltri 120 giorni da premier. Forse si scuserà di nuovo senza offrire spiegazioni o senza assumersi la responsabilità di ciò che non ha funzionato. Oppure se aprisse il paese non solo al turismo ma ad una epidemia peggiore, allora potrebbe essere anche peggio.
Indipendentemente dalla propria posizione politica ci si augura che il piano vada in porto bene. Ci deve però essere un piano adatto ed portato avanti totalmente.
Prayuth disse: “Dobbiamo imparare a coesistere col COVID come ogni altra malattia”. Per un istante si potrebbe pensare che si riferisse a se stesso.
Non possiamo permettere che Prayuth tratti il paese come se fosse un dado e dobbiamo indagare da vicino i suoi piani e chiedergli di dare risposte perché è un rischio calcolato per tutta la Thailandia e non solo per il suo destino politico.
Pravit Rojanaphruk, KE