E’ una cosa risaputa che il piano vaccinale thailandese è inadeguato, pieno di scappatoie, sempre cangiante quando va bene, e potrebbe essere insufficiente ad affrontare in modo efficace questa minaccia fluida e l’impatto devastante della pandemia.
Ma l’ingovernabilità dei vaccini non sembra essere più la causa radicale delle difficoltà thailandesi di fronte al Covid-19.
Sono in moto tre processi legati che sono alla base dell’inadeguato piano vaccinale thailandese.
Se dovessero essere tutti e tre al lavoro, le loro implicazioni e conseguenze profonde ed esplosive porteranno ad un cataclisma politico senza precedenti.
Per prima cosa, come minimo, il piano vaccinale thailandese è un errore politico.
Dopo un anno in cui ci arrabattiamo con scoppi epidemici ed infezioni dagli inizi del 2020, la Thailandia è finita con avere solo due vaccini, il britannico AstraZeneca e il vaccino cinese Sinovac.
Sono infinite le critiche fatte contro la decisione del governo Prayuth di avere AstraZeneca in un accordo esclusivo di licenza con la ditta locale Siam Bioscience.
L’errore politico qui è che si decise alla fine dello scorso anno che AstraZeneca avrebbe dovuto essere il principale vaccino. Avendo fatto questa scelta le autorità non perseguirono l’acquisto di altri vaccini noti, che paesi vicini avevano incluso, come Pfizer e Moderna e che poi hanno mostrato una maggiore efficacia nel trattare le mutazioni del virus.
Quando Siam Bioscience, azienda che produce AstraZeneca in Thailandia, ritardò a dare le quantità precedentemente accordate, il governo non diede alcuna chiara spiegazione pubblica sulle ragioni né sulla ricerca di un nuovo sostituto.
Il vaccino cinese Sinovac divenne improvvisamente il sostituto tanto da acquistare e ricevere dalla Cina fino a 14,5 milioni di dosi facendo diventare questo vaccino il vaccino principale della Thailandia.
Nel reame dei limiti politici molte cose sono andate male. Con la mancanza di AstraZeneca, percepito come maggiormente efficace del Sinovac, la gente si è sentita fregata.
I criteri per accedere ai vaccini nelle differenti fasi sono stati soggettivi e mai decisi in base a obiettivi come i gruppi di età, personale medico di prima linea e lavoratori vulnerabili, come praticato in paesi più avanzati e giusti.
Mettendo da parte la mancanza di vaccini, il dispiego dei vaccini è stato lento e diseguale. Gli accessi attraverso internet con le app Mor Prom e Thai Ruam Jai sono problematici e confusi.
Quando il terzo vaccino è diventato Sinopharm che fu acquistato improvvisamente dalla CRA, Chulabhorn Royal Academy, e inviato localmente e da pagare, l’accordo comportò l’esistenza di trattamenti differenziati tra chi aveva la dose gratis ed altri che dovevano pagare 1000 baht a dose.
Mentre cresce la rabbia generale il governo di Prayuth alla fine cede e approva l’acquisto di 20 milioni di dosi di Pfizer e dice di essere d’accordo ad importare dosi imprecisate di Moderna.
La gente così ha cominciato a mettere in dubbio la scadente strategia del piano vaccinale del governo.
Se questi due vaccini americani sono ora degni di essere acquistati ed importati, perché il governo ha perso tempo prezioso e non li ha presi prima? In un incontro di governo fu ordinato un altro lotto di Sinovac di quasi 11 milioni di dosi anche se è piena di dubbi la sua minore relativa efficacia.
Sono tantissime le domande su questa politica vaccinale che non trovano risposte. Tale fallimento e collasso totali della politica sono sufficienti a minare la stabilità del governo. Ecco perché crescono forti le richieste di dimissioni del premier Prayuth.
La seconda serie di domande coinvolge la possibilità che forse ci sono molte altre cose in più nell’acquisto dei vaccini.
Il vaccino Sinovac è prodotto dalla cinese Sinovac Biotech ed è stato detto da vari autorevoli media esteri che il suo amministratore delegato fece opera di corruzione sul regolatore cinese per l’approvazione del vaccino del Sars e della febbre suina tra il 2003 e 2006. Comunque la compagnia è diventata l’astro nascente per gli investimenti in biotecnologie.
La Sino Biopharmaceutical, nel mercato azionario di Hong Kong con una partecipazione della CP Pharmaceutical Group, ha investito 515 milioni di dollari che gli dà una partecipazione azionaria del 15% in Sinovac Life Science, incaricata di produrre il vaccino.
Quando si è cominciato a dubitare dell’efficacia del Sinovac in Cile, Indonesia e dovunque i vaccinati del Sinovac hanno contratto la variante del Covid, perché il governo Prayuth ha continuato ad ordinare sempre più di questo vaccino cinese invece di acquistare altri vaccini superiori altrove?
Come mai la GPO, organizzazione farmaceutica del governo, i cui membri sono legati al partito BJP del ministro Anutin Charnvirakul, sembrano decisi ad importare questo vaccino, mentre sono riluttanti ad acquistare i vaccini USA che hanno maggiore efficacia?
Potrebbe essere che le Imprese USA debbano seguire la propria legge sulle Pratiche di Corruzione Estere?
Sono valide domande dal momento che il governo Prayuth ha scommesso la salute pubblica del paese sulle scelte limitate ed è riluttante nell’acquistare alternative migliori.
Infine, mentre crescono i morti da Covid del paese raggiungendo i 3000 e più e la gente vive momenti duri, la sordida politica governativa e la crassa incompetenza da soli bastano per sbarazzarcene.
Ma se c’è qualcosa di sordido deve venire alla ribalta la possibilità di un’azione penale. La gente muore e soccombe al virus a causa degli intrallazzi politici?
Certo, la Thailandia non è sola nel soffrire per le crisi multiple del virus, delle varianti e dei vaccini. Alti paesi che lo scorso anno fecero bene nel contenere il virus, come la Corea del Sud e Taiwan, vedono di recente crescite eccessive del virus.
Ma pochi paesi vedono questa combinazione thailandese di politiche dubbie, cattiva gestione del governo e conflitti di interesse a spese del benessere economico e sanitario del paese.
La Thailandia non ha più uno spazio libero e aperto di giornalismo di indagine necessario a mettere in luce cosa ci sta dietro i sospetti e le irregolarità dei vaccini. I politici di opposizione stanno facendo qualcosa ma è imperativo sollevare più scandali.
La saga dei vaccini sembra piena di domande e scarsa di risposte. Più sappiamo e più capiamo che non sappiamo nulla e abbiamo bisogno di sapere.
Andare al fondo della crisi vaccinale thailandese mentre la situazione peggiora comporterà un’agitazione politica analoga a quella vista e sentita lo scorso anno a confermare che in questo paese le riforme fondamentali tardano troppo ad arrivare.
Thinitan Pongsudhirac, Bangkokpost.com