Il 22 luglio il capo dell’opposizione cambogiana Sam Rainsy e il primo ministro Hun Sen hanno finalmente annunciato un accordo per porre fine a dieci mesi di scontro tra governo ed opposizione, che ha visto il boicottaggio del parlamento come parte della protesta contro le elezioni tenutesi lo scorso anno.
Rainsy ha ora accettato che il suo partito prenda posto nell’assemblea nazionale in cambio di un cambio della commissione elettorale, il rilascio di otto capi dell’opposizione arrestati negli ultimi scontri con le forze di sicurezza ed un insieme di alte riforme. Benché ancora controverso, l’accordo potrebbe annunciare una nuova svolta nella politica cambogiana.
Il partito popolare cambogiano, sotto la guida di Hun Sen, ha dominato sin dal 1993 la politica cambogiana con uno stile semiautoritario. Il CPP teneva lezioni regolari senza che però l’opposizione avesse avuto mai una possibilità di vittoria per le frodi diffuse, l’intimidazione la mancanza di fondi. Nel 2013 comunque il CNRP ha scosso questo paradigma giungendo ad un pelo dallo sconfiggere il CPP con una piattaforma in cui si proclamava la stanchezza delle promesse di cambiamento e che faceva appello ad una popolazione giovane, conscia della tecnologia e legata alle città, esclusa dai giochi del potere, stanca della corruzione rampante e della gestione oligarchica dell’economia e infelice per la prospettiva di successioni dinastiche tra le famiglie dei nuovi ricchi e dei clan.
Sebbene il cambiamento e la ricaduta della Primavera Araba sia riverberata in tutto il mondo, “la quasi rottura democratica” della Cambogia nel 2013 e l’accordo di questo luglio sono comprensibili come parte di una lenta evoluzione piuttosto che un cambiamento rivoluzionario come nel medio oriente. La quasi vittoria del CNRP è stata resa possibile dal calcolo sbagliato dell’elite e dalle guerre intestine del CPP e il tacito sostegno dei vicini cambogiani. Cina e Vietnam sono alquanto stanchi del dominio di Hun Sen.
Hun Sen ha da tempo riconosciuto che il CPP, che all’inizio venne al potere con l’appoggio delle forze di invasione vietnamite nel 1979, aveva bisogno della legittimità delle elezioni per affermare il proprio diritto a governare. Le elezioni periodiche, per quanto piene di brogli, sono state la foglia di fico per un governo autoritario continuato, permettendo ai capi cambogiani di afferire la loro superiorità al Vietnam e alla Cina. Hanno inoltre organizzato lo spazio per una genuina elezione democratica dello scorso anno.
Il dissenso interno al partito covava da anni, mentre nel tempo Hun Sen era diventato un’istituzione che eclissa le altre, CPP compreso, i militari e la polizia. Il partito ed i suoi capi rinnovano abitualmente la loro promessa, ma almeno per gli ultimi cinque anni Hun Sen ha governato per decreto, ignorando il comitato centrale del partito e contribuendo certamente al malessere del partito.
Hun Sen ha di fatto governato il paese attraverso i suoi discorsi pubblici un po’ come faceva negli anni 50 e 60 Re Sihanuk. Lo scontro giunse dopo le elezioni locali del 2012 quando, nonostante un’altra vittoria a piene mani del partito al potere, l’opposizione fece dei chiari passi in avanti nelle province roccaforti del CPP di Kampong Cham e Prey Veng.
La perdita di voti rifletteva chiaramente il dissenso del partito. Secondo la rivista The Economist dei 5,7 milioni dei membri di partito quasi la metà non votò per il CPP. Ad una riunione di partito nell’agosto del 2012, ad undici mesi dalle elezioni generali, Hun Sen accusò chiamando le persone per nome di pigrizia, corruzione e ostentazione di ricchezza, ordinando ai parlamentari del CPP di passare i loro fine settimana nelle province con il loro elettorato.
L’opposizione cambogiana, dopo la sorprendente elezione del 2012 affrontò le nuove elezioni con forza, andando in giro per le province ben prima del periodo di campagna elettorale. I due partiti di opposizione di allora si riunirono in uno solo per formare il CNRP sviluppando una piattaforma politica per l’aumento dei salari e della paga minima e per il miglioramento del sistema sanitario.
Dopo aver conquistato 55 dei 123 seggi in parlamento nel 2013, il CNRP gridò ai brogli citando diffuse manipolazioni del voto a sostegno della sua affermazione di meritare molti seggi in più di quante gliene furono dati. I capi dell’opposizione decisero allora di boicottare il parlamento se il governo non avesse fatto delle concessioni.
Col compromesso di luglio il CNRP siederà in parlamento mentre si farà la riforma della Commissione elettorale nazionale e otterrà un ruolo pronunciato nell’Assemblea Nazionale compreso la presidenza d alcune commissioni.
L’opposizione ha anche vinto un piccola concessione di Hun Sen di anticipare di qualche mese a febbraio 2018 le prossime elezioni nelle quali sperano di fare meglio. Infine il primo ministro ha permesso il rilascio su cauzione di otto capi dell’opposizione in carcere con l’accusa di tentata insurrezione. Con l’entrata in parlamento avranno l’immunità parlamentare.
Sebbene Hun Sen e Sam Rainsy tessano le lodi del compromesso che ha posto fine a quasi un anno di confronto aspro, i critici lo vedono come un aggiustamento temporaneo che sposta lo scontro lungo la strada delle prossime riforme istituzionali.
Ma molti critici non vedono una parte cruciale del contratto: emerge in un momento in cui i partner principali del paese, Cina e Vietnam, sono ugualmente disperati con CPP. Nel 2005 il primo ministro vietnamita Phan Van Khai denunciò pubblicamente la corruzione in Cambogia, e nel 2007 una delegazione vietnamita lanciò un chiaro messaggio al CPP. Il Vietnam forse non è una democrazia, ma permette un cambio nel suo comando, e la Cambogia dovrebbe dare seguito a quanto dice. In modo simile, dicono i vietnamiti, il Vietnam discute la sua politica nella sua assemblea nazionale, come dovrebbe fare la Cambogia.
La Cina, nel frattempo, ha con calma dato simili messaggi ai capi cambogiani insistendo con i capi del CPP che il partito comunista ha fissato un’età di pensionamento di 68 anni per i capi, 65 per i rappresentanti più giovani. A 61 anni Hun Sen ha ancora sette anni da affrontare, mentre ci sono tanti della vecchia guardia che hanno superato quel limite. Il problema nel CPP è che le differenze di opinione interne hanno reso virtualmente impossibile accordarsi su un’età di pensionamento e sul rinnovo generazionale dei corpi di comando dl CPP come il comitato centrale. Il CPP sta provando con tutte le sue forze a reinventarsi e allo stesso tempo dà all’opposizione una chiara apertura.
Se la Cina e il Vietnam pensano che il CPP stia portando cattivo lustro sullo stato a partito unico, esitano anche ad accettare l’evoluzione della Cambogia verso una vera democrazia. La Cina comunque potrebbe anche tollerare maggiori riforme in Cambogia, se l’opposizione dovesse sostenere la Cina nelle sue vicende territoriali col Vietnam.
La combinazione dell’inerzia del CPP, della rinnovata energia nell’opposizione, ed una divisione tra i tradizionali patroni della Cambogia potrebbe ancora produrre una democrazia genuina a più partiti. Una tale soluzione è molto probabilmente solo come il risultato do molti anni ancora di sviluppo politico paziente, ma l’accordo Hun Sen Rainsy ha ora creato una precondizione cruciale per questa questa evoluzione riponendo l’opposizione fermamente in gioco. E, senza dubbio, è dove la popolazione cambogiana vorrebbe che si trovasse.
Peter Bartu , Andrew Grant, FP