L’arrivo di navi militari cinesi a Ream, base navale cambogiana, accende le preoccupazioni di una presenza militare cinese stabile nella regione
La Cina presto consegnerà alla Marina Reale Cambogiana le strutture che sta costruendo nella base navale di Ream tra cui un ormeggio da mare profondo capace di ospitare grandi navi da guerra.
La consegna dei lavori alla Marina Reale Cambogiana è prevista per la fine di settembre prossimo e lì sono al lavoro incessante un centinaio di maestranze cinesi in una zona che prima era riservata ai soli cambogiani.
Ci sarà inoltre una consegna di due corvette dotate di missili già viste ancorate al nuovo ormeggio che è capace di ospitare anche portaerei.
La discussione sulla base navale di Ream va avanti da qualche anno e crescono le paure che alla Cina sia data una possibilità di avere una base navale permanente nel golfo della Thailandia, sebbene sia contraria alla costituzione cambogiana.
A Ream sono rimaste ancorate per vari mesi due corvette cinesi che hanno partecipato ad una esercitazione e che sono servite anche per l’addestramento di marinai cambogiani, e non sarebbero destinate a sostare in modo permanente.
E’ qualche anno ormai che gli USA sollevano il problema della base navale di Ream e di un accordo segreto tra Cina e Cambogia che darebbe ai cinesi il diritto trentennale ad usare la base, dove si tenevano lavori di ristrutturazione e espansione in gran segreto.
Cina e Cambogia da parte loro hanno sempre negato sia l’accordo sia i lavori accusando i media occidentali di esagerare e di fare sensazionalismo con una mentalità paranoide.
Secondo alcuni analisti l’accordo dà un permesso privilegiato alle navi cinesi secondo la modalità di una rotazione per evitare i limiti della costituzione cambogiana, in modo del tutto simile alle forze armate USA nelle Filippine, e per dare una parvenza di neutralità sarà dato accesso alla base anche alle marine di altre nazioni, una volta terminati i lavori.
Presenza militare cinese a Ream, implicazioni strategiche
L’arrivo ad agosto nella base navale cambogiana di Ream di una nave da guerra cinese ha acceso le preoccupazioni geopolitiche significative nel Sudest Asiatico, un evento che sullo sfondo della rivalità crescente tra Cina e USA rappresenta uno sviluppo di svolta nella cooperazione tra Cina e Camgogia.
Per quanto i rappresentanti cinesi e cambogiani affermino che la loro cooperazione sia trasparente e legata agli scopi difensivi, la comunità internazionale con USA e paesi ASEAN la guardano sospettosi.
La creazione di una presenza militare cinese a Ream pone domande sulla dinamica della sicurezza regionale, sulla libertà di navigazione e il bilancio dei poteri nel Sudest Asiatico.
La rafforzata presenza militare cinese a Ream, secondo questo studio, pone minacce potenziali alla stabilità regionale, complica l’unità e centralità dell’ASEAN e riflette le ambizioni strategiche cinesi di accrescere la propria influenza nel Sudest Asiatico.
La storia della base navale di Ream
La base navale di Ream è situata in modo strategico sulla costa cambogiana vicino al Golfo di Thailandia ed offre un accesso cruciale alle vie del traffico marittimo nel Mare Cinese Meridionale.
Circolano da anni rapporti e dicerie sull’interesse cinese di stabilire una presenza navale a Ream con vari ragionamenti sulle sue intenzioni. Il governo cambogiano ha sempre negato le accuse affermando che la base resterà sotto controllo cambogiano e sarà utilizzata a scopo nazionale.
Ciò non toglie che la vicinanza alle importantissime vie del mare e le potenzialità di essere usate come base di lancio per operazioni navali cinesi la rendono un punto importante di preoccupazioni regionali.
L’arrivo recente di navi da guerra cinesi
L’arrivo di una nave da guerra cinese alla base navale di Ream nell’agosto 2024 rappresenta una pietra miliare nelle relazioni tra Cina e Cambogia. Questo sviluppo segue anni di crescente cooperazione conesercitazioni militari congiunte, programmi di addestramento e sviluppo di infrastrutture. I funzionari cambogiani e cinesi descrivono queste attività come parte degli sforzi per migliorare le capacità di difesa della Cambogia e garantire la sicurezza regionale. Hanno sottolineato che la visita della nave da guerra è una componente di routine della cooperazione militare e non indica una più ampia strategia militare cinese.
E’ questa una minaccia?
Anche l’ASEAN, in quanto organismo collettivo, è preoccupato per le potenziali implicazioni della presenza militare cinese a Ream. L’organizzazione ha da tempo dato priorità alla stabilità regionale e ha cercato di promuovere un senso di sicurezza collettiva tra i suoi Stati membri.
Un avamposto militare cinese a Ream potrebbe minare questa sicurezza collettiva spostando l’equilibrio di potere nella regione e potenzialmente costringendo le nazioni ASEAN più piccole ad allinearsi agli interessi cinesi.
Per affrontare queste questioni l’ASEAN chiede una risoluzione pacifica delle dispute territoriali nel Mare Cinese Meridionale e ha incoraggiato il dialogo e la diplomazia tra le parti coinvolte. La presenza cinese a Ream, però, ha complicato ulteriormente questi sforzi e sollevato questioni sulla efficacia dei meccanismi di sicurezza collettivi della regione.
La minaccia potenziale posta ha importanti implicazioni geopolitiche. Potrebbe minacciare la stabilità regionale, sfidare la libertà di navigazione e interrompere le vitali vie commerciali in mare.
Le reazioni del mondo occidentale e dei paesi ASEAN riflettono le ramificazioni molto ampie di questo sviluppo.
Mentre le tensioni crescono si deve dare attenzione a trovare soluzioni diplomatiche che affrontino i problemi di tutte le parti coinvolte mentre si assicura il mantenimento della pace e stabilità della regione.
L’arrivo di una nave da guerra nella base navale di Ream fa porre domande sul ruolo dell’ASEAN nel tenere ferme la sicurezza e stabilità regionali. L’ASEAN ha sempre proposto la neutralità e l’importanza di strutture di potere bilanciate dentro la regione. La crescente influenza cinese comunque e l’approfondimento dei legami militari con la Cambogia pone una sfida al ruolo centrale dell’ASEAN e alla sua capacità di funzionare come entità regionale coesa.
L’assenza di una risposta unificata dell’ASEAN alle azioni cinesi potrebbe minare la credibilità e efficacia dell’organizzazione nel trattare le sfide della sicurezza.
Reazioni illustrative
Vari Paesi, come il Vietnam, hanno espresso preoccupazione per le ambizioni militari della Cina e hanno cercato di migliorare le proprie capacità di difesa in risposta. Allo stesso modo, le Filippine hanno chiesto una maggiore trasparenza e aderenza al diritto internazionale per quanto riguarda gli sviluppi militari nel Sud-est asiatico. L’Indonesia, che spesso assume un ruolo di leadership all’interno dell’ASEAN, ha sottolineato l’importanza di mantenere la centralità e la neutralità dell’ASEAN, auspicando un approccio equilibrato che rispetti la sovranità di tutte le nazioni.
Influenza cinese nel Sudest Asiatico
Obiettivi strategici
Il coinvolgimento della Cina nella base navale di Ream è in linea con i suoi più ampi obiettivi strategici nel sudest asiatico. La regione è vitale per la sicurezza e gli obiettivi economici della Cina, in quanto funge da porta d’accesso a rotte marittime cruciali e da cuscinetto contro potenziali avversari.
Rafforzando la propria presenza militare nel Sud-est asiatico, la Cina intende salvaguardare i propri interessi economici, proteggere gli investimenti della Belt and Road Initiative (BRI) e affermare il proprio status di potenza regionale.
Impegno economico e militare
La strategia cinese di espansione della propria influenza prevede sia un impegno economico che militare. Con iniziative come il BRI, la Cina ha dato investimenti infrastrutturali sostanziali e assistenza finanziaria a paesi come la Cambogia che è sempre più dipendente da Pechino. La leva economica è affiancata dalla cooperazione militare come si vede dallo sviluppo della base navale a Ream che permette alla Cina di estendere la sua estensione di sicurezza nella regione.
Impatto sulle dinamiche di potere regionali
L’insediamento di una presenza militare cinese nella base navale di Ream sconvolge le dinamiche di potere prevalenti nel Sud-est asiatico. Significa uno spostamento verso una politica estera cinese più assertiva, volta a rimodellare l’ordine regionale a proprio vantaggio. Questo sviluppo potrebbe costringere altri attori regionali, compresi gli Stati Uniti e i loro alleati, ad amplificare la loro presenza militare e le loro partnership nel Sud-est asiatico per controbilanciare la crescente influenza della Cina.
Raccomandazioni
Unità e trasparenza dell’ASEAN: Gli Stati membri dell’ASEAN dovrebbero impegnarsi per una posizione unitaria sulla presenza militare straniera nella regione. Dovrebbero sostenere la trasparenza degli accordi di cooperazione militare e garantire che tali sviluppi siano conformi alle leggi e alle norme internazionali.
Rafforzare i meccanismi di sicurezza regionale: L’ASEAN dovrebbe puntare a rafforzare i suoi attuali meccanismi di sicurezza, come il Forum regionale dell’ASEAN (ARF) e la Riunione dei ministri della Difesa dell’ASEAN (ADMM), per affrontare efficacemente le implicazioni per la sicurezza derivanti dalla maggiore presenza di forze militari straniere nella regione.
Coinvolgere la Cina nel dialogo: È indispensabile che l’ASEAN si impegni costantemente nel dialogo con la Cina, per favorire la comprensione reciproca e promuovere gli sforzi di cooperazione. Impegnarsi in un dialogo costruttivo serve a risolvere le preoccupazioni legate agli sviluppi militari e a ridurre al minimo il verificarsi di malintesi che potrebbero far aumentare le tensioni.
Rafforzamento della cooperazione in materia di difesa con i partner: I Paesi del Sud-Est asiatico dovrebbero prendere in considerazione il rafforzamento della cooperazione in materia di difesa con i partner esterni, tra cui, ma non solo, gli Stati Uniti, il Giappone e l’Australia, per creare una struttura di potere più equilibrata e sostenere la stabilità regionale.
Conclusioni
La presenza di una nave da guerra cinese nella base navale di Ream in Cambogia rappresenta uno sviluppo significativo con ramificazioni sostanziali per la sicurezza regionale nel Sud-est asiatico.
È indicativo delle ambizioni strategiche della Cina di aumentare la propria presenza militare e di esercitare influenza nella regione, il che solleva preoccupazioni riguardo alle potenziali minacce alla stabilità regionale e all’equilibrio di potere.
Le diverse risposte dei Paesi ASEAN illustrano le sfide da affrontare per mantenere l’unità e la centralità alla luce di una Cina sempre più assertiva. Per navigare in questo complesso panorama, l’ASEAN deve dare priorità alla trasparenza, rafforzare i meccanismi di sicurezza regionale e impegnarsi in un dialogo costruttivo con la Cina e le altre potenze regionali.
Attraverso queste azioni, l’ASEAN può contribuire a garantire un sud-est asiatico stabile, sicuro ed equilibrato.
Simon Hutagalung, EurasiaReview