Pretenzioso ramoscello d’ulivo dello stato thai alla insorgenza BRN

Lo stato thai ha esteso un pretenzioso ramoscello d’ulivo al BRN per una tregua in un momento in cui la Thailandia si appresta a nuove elezioni e ci vuole molta fanfara

A fine marzo il governo thailandese ha disteso un ramoscello d’ulivo di tregua al gruppo separatista del BRN per evitare atti violenti durante il Ramadan nel Lontano Meridione thai.

Il gruppo dei negoziatori thailandesi nei colloqui di pace facilitati dalla Malesia, ha espresso “l’intenzione di avere una buona atmosfera e priva di violenza nel mese del Ramadan perché i fratelli e sorelle musulmani possano osservare il Ramadan in sicurezza”.

MNLF ramoscello di ulivo

Nel frattempo fonti segrete di entrambe le parti hanno detto allo scrivente che il gruppo di negoziatori del BRN ha deciso di non partecipare agli incontri con la delegazione Thai a tutti i livelli fino alle elezioni generali del prossimo mese in Thailandia.

Poiché quest’anno il mese santo dell’Islam si sovrappone ad un’altra pratica religiosa di auspicio dell’anno nuovo buddista del Songkran, i negoziatori thai nella loro dichiarazione del 24 marzo hanno invitato il BRN ad “aiutare a creare una atmosfera positiva e nonviolenta” nelle regioni meridionali di frontiera dove i musulmani sono la maggioranza.

Ad un osservatore casuale e alla gente in generale, il ramoscello d’ulivo dello stato thai sembra propizia, ma per chi osserva da vicino il conflitto, l’idea di politicizzare le feste, indipendentemente dalla religione, non aiuta molto la situazione.

“La pretenziosità che sta dietro l’invito della Thailandia è davvero inutile” dice Artef Sohko del gruppo The Patani che promuove il diritto alla autodeterminazione per la popolazione di questa regione di frontiera. “Se davvero vogliono portare avanti il cessate il fuoco, lo devono solo fare come anche accettare gli inviti del BRN a definire i Termini di Riferimento, TOR, per permettere la partecipazione di un gruppo di monitoraggio internazionale”.

I ribelli speravano che la questione dei termini di riferimento sarebbe stata risolta all’ultimo incontro di negoziato di alto livello tenutisi in Malesia a Febbraio, ma la delegazione thai aveva altre cose in mente.

La Thailandia non ha mai avuto grande desiderio di coinvolgere la comunità internazionale nella risoluzione del conflitto del Meridione Thailandese. Si sa bene che ogni partecipazione straniera deve seguire il dettato della Thailandia.

Quindi l’offerta del ramoscello d’ulivo è stata letta da molti come qualcosa creata per il pubblico consumo, come fu anche il caso della dichiarazione recente del generale Wanlop Rugsanaoh che esprimeva la speranza che il conflitto decennale potesse essere risolto nel giro di due anni. Tutto ciò che fa capire che si fanno dei progressi è ben accetto durante una campagna elettorale.

Vedendo che non serve a nulla parlare ad un governo che è totalmente preso dalle prossime elezioni generali, il BRN ha da allora indicato che non avrebbe incontrato più le parti thai a qualunque livello finché non si forma una nuova amministrazione a Bangkok.

A quanto pare l’invito accennato ad un cessate il fuoco è stato strappato dal manuale del BRN.

Ad Aprile del 2020, quando Thailandia e Sud Est Asiatico si trovavano agli inizi della pandemia da Covid-19, il BRN annunciò un cessate il fuoco unilaterale per tutto il profondo meridione per ragioni umanitarie perché i lavoratori della sanità non dovevano aver paura di trovarsi nel mezzo di scontri armati in questo conflitto decennale.

Nonostante gli appelli dei militanti locali ai militari di fermarsi e reciprocare il gesto di buona volontà del BRN, l’esercito thai lanciò le proprie truppe a catturare i combattenti del BRN che rimanevano nei villaggi remoti mentre osservavano il cessate il fuoco unilaterale.

Durante i 24 mesi del cessate il fuoco unilaterale del BRN, da aprile 2020 ad aprile 2022, le truppe thai hanno ucciso tantissimi militanti del BRN in varie situazioni di stallo, in cui le forze di sicurezza del governo, superiori per armi e per numero, li circondavano nei villaggi dove si nascondevano.

Furono uccisi 64 militanti del BRN dalle forze thai in queste situazioni di stallo durante il cessate il fuoco unilaterale del BRN, mentre un solo ribelle si arrese. Molti di questi militanti si erano asserragliati ed hanno combattuto fino alla morte sapendo che c’erano pochissime possibilità di sfuggire da vivi.

Finora il profondo Meridione non è stato senza violenza nel Ramadan di questo anno. Le autorità thai hanno riportato quattro attacchi imputabili agli insorgenti tra cui uno mortale.

Il 29 marzo fu ferito a colpi di pistola un capo villaggio nella provincia di Pattani; il 7 aprile furono feriti due volontari della difesa per una bomba sul ciglio della strada a Pattani; un altro volontario della difesa è stato sparato da due presunti ribelli mentre lasciava la moschea dopo le preghiere a Tak Bai; poco dopo presunti insorgenti hanno attaccato una postazione militare a Yala senza però fare vittime.

BRN in modalità di attesa elettorale

Il fatto che il BRN si sia presa una pausa dagli incontri fino alla formazione del nuovo governo dà ad entrambe le parti del tempo per ripensare le proprie strategie.

Nel passato c’è il problema di continuità dato che ogni nuovo governo a Bangkok comportava un nuovo gruppo di negoziatori. Resta da vedere se il gruppo attuale di negoziatori thai, Pannello del Dialogo di Pace, resterà al proprio posto quando arriverà il nuovo governo thai.

Resta tantissimo lavoro da fare perché il processo di pace si trova in un momento critico in cui BRN, Thailandia e Malesia hanno difficoltà nell’identificare un terreno comune sul come continuare i colloqui. La lista delle questioni da fissare nei negoziati includono le consultazioni pubbliche, la riduzione della violenza e le soluzioni politiche per porre fine al conflitto.

Ultimamente è emerso anche un altro tema da discutere, l’inclusività. La Thailandia vuole che si uniscano ai negoziati altri gruppi dell’insorgenza, mentre il BRN, benché disposto a prendere in considerazione questa idea, crede che sia troppo presto includere altri gruppi nei negoziati di alto livello dove di solito si svolgono discussioni approfondite sui tre punti citati, secondo una fonte informata dei ribelli.

Don Pathan, Benarnews

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