Negli ultimi anni sono migliorate le condizioni dei lavoratori filippini?
Il Primo Maggio Filippino ci dà una buona occasione per esaminare i fatti comparando i dati di gennaio 2017 con quelli di dieci anni fa.
Ci sono buoni segni che la nostra economia ha generato più lavoro, e di qualità migliore, negli ultimi anni. Le statistiche ufficiali ci dicono che il tasso di disoccupazione era sceso dal oltre 6.5% del 2013 al 4.7 di ottobre 2016.
Questo declino della disoccupazione è ancora più importante se si considera che la crescita del numero di lavoratori dell’emigrazione filippina è andata rallentando negli anni. Mentre gli emigrati crescevano annualmente del 5.9% nel 2005, questo tasso di crescita è sceso al 3.3% nel 2010 per diventare 0.7% del 2015.
Il fatto che la disoccupazione nazionale sia caduta significativamente dice che più posti di lavoro sono diventati possibili qui, a casa, negli ultimi anni.
Ma qual’è la qualità di questi lavori? Un indicatore importante sarebbe il tasso di sottoccupazione che, nelle nostra statistica, si definisce come il numero di persone che hanno un lavoro, ma vogliono lavorare di più. Ci sono due tipi di sottolavoro: quelli apertamente visibili e chi invece è invisibile.
Il sottolavoro visibile è quello dei lavoratori part-time, quelli che lavorano meno di otto ore al giorno o 40 ore la settimana, e vorrebbero lavorare di più se è data loro la possibilità. Non sono considerati come sottolavoro chi lavora part-time ma è contento della situazione.
Ma alcuni di quelli che hanno a tempo pieno possono volere più lavoro perché il loro lavoro non è sufficiente per riuscire a portare a casa maggiori entrate. Ci possono essere anche chi desidera un lavoro migliore anche se guadagnano abbastanza. C’è il sottolavoro invisibile che costituisce il 40% dei sottooccupati, 2.6 milioni di lavoratori.
Nel frattempo oltre 3.7 milioni di lavoratori erano visibilmente sottoccupati portando a 6.4 milioni il totale della sottoccupazione, il 16.3 della forza lavoro.
La buona notizia è che nei dieci anni scorsi c’è stato un sostanziale declino nel tasso di sottoccupazione che, dieci anni fa, era del 21.5%.
Ci sono i sottoccupati? In quali settori lavorano che non danno entrate sufficienti? Dieci anni fa il gruppo maggiore che comprendeva 45.7% con 3.3 milioni di persone era il settore agricolo. Ora col 46.9% e 3 milioni di persone sono i lavoratori del settore dei servizi.
Dieci anni fa il settore dei servizi comprendeva il 39.2% e 2.8 milioni di lavoratori sottoccupati, mentre l’agricoltura ora comprendono 32.8%, con oltre 2 milioni di lavoratori, della forza lavoro sottoccupata di oggi.
Il settore industriale contribuisce in modo minore alla sottoccupazione con il 20.3% oggi, 15.1 dieci anni fa. Questo suggerisce che lavori di migliore qualità si trovano nell’industria specialmente la manifattura che costituisce il 70% del settore industriale.
Tra i filippini che avevano un lavoro, solo appena poco più della metà guadagnava dei salari e paghe dieci anni fa. Costituenti il 35% erano lavoratori in proprio per lo più nel settore informale, mentre il 12% erano lavoratori di famiglia non pagati nelle proprie imprese o aziende agricole. Ora comunque i quasi due terzi dei lavoratori impiegati hanno salari e paghe mentre i lavoratori in proprio scendono al 27%, e scendono i lavoratori di famiglia non pagati al 6.3%.
Questo dice che i lavori di oggi sono di qualità significativamente migliori di quello che erano dieci anni fa. Un’altra indicazione del miglioramento della qualità del lavoro è che i lavori manageriali, professionali e tecnici ora costituiscono il 26% di tutti i lavori contro meno del 19% di dieci anni fa.
Allo stesso tempo la proporzione dei lavoratori manuali e non qualificati sono scesi dal 32.3% di dieci anni fa al 25.4 di tutti i lavori.
Sono lavori migliori? I dati a disposizione dicono di sì. E c’è bisogno di lavorarci ancora.
Cielito Habito, Inquirer.net