I progetti strategici nazionali in Indonesia, PSN, creati ai tempi della presidenza Joko Widodo incontrano le forti proteste dei gruppi della società civile e delle popolazioni indigene che si vedono sequestrate le proprie terre ancestrali, privati dei diritti e spesso attaccati con la violenza.
E’ quanto hanno denunciato denunciato a marzo scorso da centinaia di persone colpite da vari progetti differenti che si sono radunati a Merauke, Papua Occidentale per denunciare quanto sofferto a causa di tali progetti che riguardano strade, ponti, dighe, centrali elettriche, zone industriai e piantagioni agricole.

Le province di origine vanno da Sumatra Settentrionale, al Borneo Indonesiano, alle province papuane, al progetto della Eco City di Rempang nelle isole Riau, al progetto geotermico di Poco Leok, alle industrie estrattive per il biocarburanti a Jambi e alle piantagioni di olio di palma e riso in tutta Papua.
C’erano le persone cacciate dalle terre dei loro antenati, coloro che si battono per non essere cacciati dai loro territori e chi ha visto la violenza dei militari e della polizia.
Dal 2020 al 2024 ci sono stati 154 conflitti legati ai PSN che riguardano 103mila famiglie e un milione di ettari. Fino al 2023 la Commissione Nazionale per i Diritti Umani, Komnas HAM, ha ricevuto 114 denunce con accuse di sfratti forzati, violenza contro i manifestanti, diritti del lavoro, degrado ambientale ed attacchi contro i giornalisti.
Le comunità che si sono ritrovate a Merauke con l’aiuto della ONG Pusaka hanno fatto una dichiarazione in cui chiedono ai rappresentanti del governo lì presenti di cessare i progetti PSN che sono chiaramente a danno delle popolazioni.
Dichiarazione del movimento Solidaritas Merauke sui progetti strategici nazionali
“Questa dichiarazione è il risultato del nostro lavoro collettivo nel movimento Solidaritas Merauke. È il risultato delle storie condivise della nostra sofferenza collettiva e del trauma causato dai crimini di stato e delle corporazioni, specialmente in nome dei Progetti Strategici Nazionali (PSN), che occupano e spossessano il nostro spazio vitale e contaminano ciò che riteniamo sacro.
La distruzione e l’estinzione della nostra vita, della conoscenza e della spiritualità indigene continua ad espandersi. Stiamo perdendo la nostra identità, la nostra memoria storica di chi siamo, i nostri luoghi sacri, la nostra parentela con la terra e la natura. Stiamo perdendo le nostre fonti di cibo, le nostre fonti di medicine, le nostre fonti di sostentamento e l’indipendenza del lavoro. Inoltre, siamo soggetti a discriminazione, lavoro forzato, violenza fisica, intimidazione e criminalizzazione. Questa catastrofe dovrebbe essere definita un’emergenza per il bene del popolo.

È chiaro che questa sofferenza e catastrofe in corso sono il riflesso di un colonialismo che viene coperto di zucchero attraverso un mosaico di leggi e regolamenti. È ironico che di fronte al furto della ricchezza delle persone, alla coercizione e all’uso della forza della legge, del potere politico, economico e militare, alle false promesse di prosperità, alla distruzione dei corpi umani e allo sfruttamento degli esseri umani sugli esseri umani, si vuole confortare le persone con il programma del ‘cibo nutriente gratuito’.
Noi, Solidaritas Merauke, dichiariamo il nostro totale rifiuto del trucco che afferra la ricchezza delle persone attraverso la riforma politica. Chiediamo un arresto totale del Progetti Strategici Nazionali (PSN) e di altri progetti in nome dell’interesse nazionale che chiaramente vittimizzano la gente. Gli autori dei crimini di stato e delle corporazioni devono restituire tutta la prosperità rubata del popolo e ripristinare immediatamente la salute e lo spazio vitale del popolo in tutte le aree sacrificate in nome degli interessi nazionali.
Nessuna isola è troppo grande o troppo piccola per avere il proprio paesaggio danneggiato. Se si sottovalutano questi lampanti segni di catastrofe, ci sarà sicuramente un’accelerazione senza precedenti del caos socio-ecologico delle isole da Papua a Sumatra.”
La storia dei Progetti Strategici Nazionali
Fu Joko Widodo, ex presidente indonesiano tra il 2014 e 2024, a formalizzare il quadro dei PSN dando priorità alle infrastrutture essenziali per la crescita economica ed emanando il regolamento del 2016 con cui si fa una lista dei progetti da poter inserire nel quadro dei PSN.
Per questi progetti il governo può espropriare proprietà private ad uso pubblico, accelerare i progetti anche a costo dei diritti e degli impatti ambientali e sociali.
Nel periodo della presidenza di Joko Widodo il valore degli investimenti era di 378 miliardi di dollari su 233 progetti iniziati.
Con l’arrivo di Prabowo Subianto alla presidenza si aggiunsero ai 48 progetti in corso altri 29 progetti rivolti alla sicurezza alimentare, sovranità energetica, infrastrutture idriche, estrazione mineraria e raffinazione dei prodotti minerari.
La scelta di quali progetti far rientrare tra i PSN ha attirato critiche per aver aggirato gli ostacoli normativi, accelerato le approvazioni, limitato la supervisione e concesso al governo i diritti di espropriazione per espellere intere comunità.
Molti progetti sono principalmente a vantaggio di grandi aziende e imprese connesse a politici più che a comunità locali.
Sicurezza alimentare
Proprio Merauke è il luogo dei progetti da zona alimentare dove i giganti dell’agroindustria hanno avuto immense concessioni a spese spesso dei diritti del suolo delle popolazioni indigene. A Marauke i progetti della zona alimentare prevedono di ripulire 3 milioni di ettari, equivalenti a 45 città grandi quanto Giacarta, per fare piantagioni di canna da zucchero e risaie.
Poiché nell’area sono arrivate numerosi battaglioni di militari, le proteste di chi dice di non essere stato consultato o informato in modo appropriato sono state soffocate.
“Non venderemo le nostre terre consuetudinarie. Le foreste e le capanne del nostro clan non sono gradi. Vogliamo gestirle per sopravvivere come vogliamo, per i figli e i nipoti” dice un uomo della tribù Yei che protesta contro le concessioni che si sovrappongono alle terre ancestrali e che ha subito le minacce di uomini armati. Loro provenivano da un altro clan che aveva già accettato di vendere a 18 dollari l’ettaro.
Le foreste ancestrali di questo uomo sono grandi 1400 ettari sono un ecosistema fiorente che ospita alberi imponenti e una fauna variegata come cassowaries, wallabies, pappagalli e aquile. Fornisce cibo, materiali per le necessità quotidiane ed è una fonte di reddito attraverso piantagioni di gomma e teak.
“È per questo che non darò la terra alla compagnia. Dove andremo? Sono una madre che cresce i figli, e questa terra è per loro.” (BBC Indonesia)
La deforestazione in atto
Il progetto alimentare sta comunque andando avanti con la deforestazione di 7147 ettari e savana a Tanah Miring per fare posto alla canna da zucchero, mentre 4543 ettari di foresta e mangrovia sono stati ripuliti per il riso e per costruire strade e un porto.
Per i funzionari governativi però non c’è alcun diboscamento in atto.
Nel gennaio 2025, 7.147 ettari (17.660 acri) di foresta e savana erano stati abbattuti nel distretto di Tanah Miring per il progetto della canna da zucchero, mentre 4.543 ettari (11.226 acri) di foresta e mangrovie erano stati abbattuti per le infrastrutture legate al riso, come strade e un porto, nel distretto di Ilwayab.
Gli alti funzionari hanno affermato che non si sta procedendo al disboscamento a Merauke se non “qualche eucalipto, acquitrini e savana”.
Ma ad uno sguardo dall’alto l’area non è solo fatta di qualche albero e di acquitrini. Si legge su Nusantara Atlas:
“La parte meridionale di Merauke è una remota zona umida, un mosaico di fitte foreste pluviali sempreverdi su colline più asciutte, intervallate da ampie praterie della savana, boschi e foreste di Melaleuca. Questo vasto e aspro paesaggio rimane in gran parte intatto, sede di popoli indigeni che continuano a mantenere i loro modi ancestrali di vita e mantenere profonde connessioni culturali con la terra.
Gli alberi Melaleuca prosperano in queste paludi stagionalmente inondate con terreni poveri di sostanze nutritive. Fungono da tamponi naturali contro le inondazioni estreme. Nonostante il loro aspetto scarso, queste foreste ospitano una fauna variegata – uccelli, anfibi e rettili che prosperano nelle zone umide. Essi sequestrano il carbonio, e le popolazioni indigene di Merauke dipendono dalle foreste di Melaleuca per la loro sussistenza.
Tuttavia, le foreste di Melaleuca sono spesso trascurate perché, a differenza delle fitte foreste pluviali, sono meno diversificate e hanno strutture più aperte. Queste caratteristiche sono a volte scambiate per segni di degrado che portano a concezioni errate di foreste di Melaleuca come ecosistemi degradati, non degni di conservazione”.
Le foreste di Melaleuca immagazzinano da 210 a 381 tonnellate di carbonio per ettaro, ma sono poco considerate perché non sono dense, sono meno diversificate ed hanno una struttura più aperta.
Gli Impatti umani e sociali
Con l’arrivo di queste piantagioni di zucchero e di riso a soffrire non sono solo gli importanti ecosistemi di Papua con la ricaduta sulle emissioni di CO2 in atmosfera e la perdita di biodiversità.
I progetti PSN stanno distruggendo la fabbrica sociale delle comunità e chi non vuole vendere le proprie terre si trova sotto il rischi di intimidazioni e violenze da parte di chi ha deciso di vendere, mentre neanche le autorità locali prestano loro attenzione lasciandoli così in balia di violenze.
Si tratta di progetti che sono vere e proprie bombe ad orologeria che faranno solo esacerbare le tensioni sociali e il risentimento sociale contro Giacarta a Papua, rischiando di alimentare così l’insorgenza del separatismo papuano.
Non è affatto casuale l’enorme militarizzazione della regione papuana né l’approvazione della legge della TNI con cui si fa ritornare in auge la doppia funzione dei militari nella società indonesiana.