All’indomani dell’elezione di Rodrigo Duterte, si comincia a parlare con forza del settore minerario dopo la nomina a ministro dell’ambiente di Regina Lopez, una forte sostenitrice dell’ attività estrattiva responsabile in un paese dove l’industria mineraria è percepita come inquinante e associata spesso alla povertà, come ha sostenuto la stessa Lopez.
Le azioni delle compagnie minerarie quotate a Manila sono cadute: la Philex Mining del 12%, Nickel Asia del 4,6%, la Global Ferronichel Holding del 6.5%, mentre il settore petrolifero e minerario nel complesso ha perso il 7%.
Una posizione negativa sul futuro minerario filippino è espresso anche in un articolo di oilprice.com dove si avverte la paura data la posizione di Duterte sull’estrazione mineraria. Va anche detto ad onor del vero che nel governo di Duterte l’interesse minerario è espresso molto bene con tre ministri che hanno interessi nel settore.
“La scorsa settimana Duterte ha rafforzato la sua posizione contro l’estrazione mineraria nominando un’ambientalista forte come Regina Lopez come ministro dell’ambiente e delle risorse naturali che presiede al settore minerario e alle attività esplorative nel paese. La Lopez in un suo testo inviato alle agenzie ha espresso la sua posizione critica.
Le miniere a cielo aperto come nell’uso degli esplosivi è orrenda per l’ambiente. E’ un modo poco costoso di estrarre. E perché il paese è fortemente vulnerabile al cambiamento climatico è una pazzia persino il considerarle. Dobbiamo smettere di uccidere il nostro futuro per l’interesse dei pochi
….”
L’articolo poi continua denunciando il clima che si è creato contro l’attività estrattiva che ha portato, oltre al fermo di molti progetti, Duterte a dire che ci sarà una revisione dei progetti in corso per verificare le violazioni ambientali e chi non si adeguerà vedrà il proprio progetto sospeso.
Va anche detto che lo stesso Duterte ha più volte sostenuto l’idea che un settore minerario responsabile, in salute e sostenibile ha molto da dare alla crescita del paese. Attualmente il settore minerario contribuisce per appena 1% al PIL del paese nonostante che, dal 2014, le Filippine siano il primo fornitore di Nichel alla Cina e che appena il 3% del suolo potenzialmente ricco di Nichel è utilizzato.
Secondo la Camera di Commercio del settore minerario il valore della ricchezza mineraria filippina, metallica e non, si aggira attorno circa 700 miliardi di euro.
“Se non si hanno nuove miniere ci sarà un problema quando le vecchie miniere si esauriranno.” ha detto alla Reuters Recidoro rappresentante del settore minerario filippino.
Dopo la chiusura da parte della Glencore PLC delle operazioni da 6 miliardi di dollari a Tampakan a Mindanao, per il divieto della provincia di permettere le miniere a cielo aperto, uno dei problemi è far sì che ritornino gli investitori ad operare in un clima di certezza e di governo della legge. Un altro problema altrettanto importante è che non si ripetano i disastri come quello di Marinduque, dove la perdita di percolato causò nel 1996 un vero e proprio disastro ambientale.
Per alcuni la speranza è che, benché ci possa essere una repressione nel settore nei confronti di chi produce senza alcun riguardo per l’ambiente, chi riesce ad adeguarsi alle nuove regole possa continuare ad operare. Attualmente l’emissione di nuove licenze di estrazione è stata bloccata nel 2011 dal governo Aquino.
Le dichiarazioni della Lopez secondo cui dove c’è estrazione mineraria c’è povertà sono state criticate da una ONG ambientalista, PBEST, che chiede all’industria mineraria di lavorare al rispetto dell’ambiente alla luce delle loro risorse e della cultura dell’innovazione, di essere aperta allo scrutinio.
“Affermare che dove c’è l’estrazione c’è la povertà è privo di base. E’ un’affermazione comprensibile per gli ambientalisti ma dà un cattivo segnale quando viene dal capo del ministero dell’ambiente, l’agenzia del governo che deve applicare in modo appropriato le leggi ambientali del paese” ha scritto la PBEST che ricorda la complessità del problema. Il rischio è quello di confondere il compito degli ambientalisti col compito dell’ente regolatore che ha a disposizione strumenti tecnologici e scientifici per far applicare le proprie leggi.
Per PBEST va specificata la differenza tra estrazione mineraria responsabile ed estrazione illegale e distruttiva.
“Si deve notare che l’estrazione illegale in piccola scala è responsabile per il danno ambientale significativo che si attribuisce all’industria in toto. L’estrazione in piccola scala è per lo più senza regole, sia da una prospettiva ambientale che fiscale, dove non esistono protezioni per l’ambiente o sistemi per mitigare l’impatto e non pagano tasse al governo”
Pubblichiamo un articolo su questa questione
Oltre l’estrazione mineraria responsabile
Il presidente Duterte ha avocato “l’estrazione mineraria responsabile”. E’ un invito alle imprese di essere attive nell’affrontare i danni causati dall’attività mineraria all’ambiente e alle comunità.
Comunque se si considera il potenziale economico dei minerali da 700 miliardi di euro il quadro della “l’estrazione mineraria responsabile” non è sufficiente. Ci sono varie riforme che si devono considerare per assicurare che l’estrazione contribuisca allo sviluppo sostenibile.
Il settore minerario è regolato e monitorato pochissimo. Il direttore dell’ufficio MGB, Ufficio delle miniere e delle geoscienze, Leo Jasareno ha detto di recente che metà delle 44 miniere metallifere viola frequentemente le regole ambientali, ed alcuni hanno ricevuto l’ordine di sospensione. Questo indica regolamento governativo inefficace e corruzione.
La realtà è che le compagnie nonostante le loro violazioni della legge hanno il permesso di spedire il materiale estratto continuando a fare profitti dai nostri minerali. Un esempio è la Shenzou Mining Group Corp. Ch opera a Surigao del Norte. La compagnia usava la costa marina come un deposito di liquami tossici. L’operatività della ditta fu sospesa ma le fu permesso di spedire i minerali del valore do 30 milioni di euro in Cina. Non esiste un disincentivo a violare la legge ambientale….
Perché il ministero si rifiuta di far conoscere le identità di chi ha violato la legge ambientale? Sia per non confermare ciò che comunità e associazioni contro le miniere dicono da sempre, che il ministero ha permesso a queste compagnie di distruggere l’ambiente o che l’ente regolatore è stato catturato.
La legge mineraria del 1995 fornisce un approccio a più partecipanti nel monitoraggio delle attività estrattive con la formazione di gruppi di monitoraggio, MMT, e comitati dei fondi di riabilitazione, MRFC, per seguire i programmi ambientali delle grandi compagnie minerarie.
La selezione dei membri dei comitati non è stata mai trasparente, perché le compagnie minerarie, oltre a finanziare questi comitati, possono influenzare la selezione dei rappresentanti della società civile. Mentre l’idea di base è nobile, i conflitti di interessi ne ostacolano l’applicazione.
La società civile deve avere meccanismi chiari e trasparenti nella selezione dei propri rappresentanti ed i comitati devono far conoscere i propri finanziamenti e come spendono i soldi con rapporti pubblici ed accessibili per tempo. Si deve fornire la costruzione della capacità per dare ai membri del gruppo di monitoraggio le competenze tecniche nel fare il proprio dovere.
Il governo ha indicato anche delle zone vietate all’estrazione come quelle critiche per altre attività economiche come agricoltura e turismo, la biodiversità, ecosistemi insulari e aree protette. Benché ci siano le mappe redatte dal MGB del ministero, queste mappe non possono essere usate in casi di contese o di prese di decisione delle amministrazioni locali, perché non ancora rilasciate ufficialmente. Il ministero dell’ambiente dovrebbe implementare queste zone in modo serio. Qui non devono essere concesse permessi di esplorazione ed accordi di estrazione.
Si devono migliorare il monitoraggio della produzione ed affidarsi a validazioni indipendenti piuttosto che hai dati delle compagnie.
Abbiamo esaminato 16 compagnie di estrazione del nichel in grande scala usando i dati del 2012 del ministero e MGB. La produzione totale è 254741 tonnellate. Se moltiplichiamo questa cifra per il prezzo minimo del Nichel per quell’anno si hanno oltre 3 miliardi di euro. Se facciamo i conti a partire dalle tasse versate, il 2% del valore lordo del minerale, la produzione sarebbe attorno ai 500 milioni di euro.
Come spiegare questa differenza? Le compagnie dichiarano meno esportazioni o hanno materiale stoccato invenduto quell’anno, oppure vendono il minerale ad un prezzo infimo, molto meno del prezzo di mercato. Non si può dire nulla su questa discrepanza di dati per le informazioni limitate. Ogni compagnia di certo ha le proprie scuse da portare.
Ma il MGB lo sa? MGB dovrebbe avere un sistema di monitoraggio indipendente con la validazione della produzione e delle vendite. Deve far conoscere in tempo reale i permessi di trasporto delle compagnie mostrando quanto minerale è stato venduto, a chi e quanto è stato il pagamento. MGB dovrebbe pubblicare i rapporti di monitoraggio sull’inventario delle merci delle compagnie.
Tra i diritti garantiti alle compagnie e mai fatti conoscere ci sono i diritti ausiliari come diritti del legname, dell’acqua, di possedere esplosivi, di servitù e do entrare nelle terre private e aree di concessione. Sono informazioni che devono essere pubbliche per il monitoraggio. Studi di fattibilità, di impatto ambientale, mappe e coordinate dei siti minerari dovrebbero essere disponibili online perché le comunità potenzialmente affette dalle operazioni possano prendere decisioni informate.
Il ministero e MGB potrebbero migliorar l’acceso all’informazione pubblicando dati disaggregati usabili per ulteriori analisi in modo da rafforzare la responsabilità del MGB e delle compagnie.
Valutazioni di impatto
Si deve richieder alle compagnie di incorporare l’impatto delle loro operazioni sulle vulnerabilità dell’area al cambiamento climatico da includere nelle loro strategie di riduzione del rischio. La gente di Santa Cruza nelle Zambalese che vivevano vicino alle operazioni delle miniere hanno vissuto un’inondazione orrenda dopo il tifone Koppu del 2015. Nel 2012 i tifoni Ferdie e Gener colpirono Benguet. Le vecchie dighe di sterili della Philex Mining rilasciarono il più grande volume di liquidi spillati della storia filippina che colpì la gente che viveva lungo i fiumi Agno e Balog. Se fossero stati valutati con cura i rischi di disastro, le comunità colpite dall’estrazione mineraria non avrebbero sofferto il doppio colpo dei disastri umani e naturali esacerbati dal cambiamento climatico.
Iniziativa di trasparenza dell’industria estrattiva responsabile, EITI.
Il presidente Duterte ha affermato che le compagnie devono adeguarsi agli standard internazionali. Uno di questi attualmente in via di applicazione è EITI, Iniziativa di trasparenza dell’industria estrattiva. Serve a migliorare la governance del settore rivelando informazioni importanti e richiedendo alle compagnie e ai governi di tenere conto dei pagamenti delle industrie ai governi.
Altri conoscenze includono contratti, proprietari che beneficiano delle operazioni minerarie, contributi sociali e altri documenti pertinenti che il gruppo di più interessati identifica come importanti. E’ un impegno internazionale del governo filippino recepito con un Ordine Esecutivo 147. Alcune imprese rifiutano di parteciparvi ma la non partecipazioni non è stata mai una base per la loro sospensione.
Inoltre la clausola di confidenzialità del nostro codice delle tasse limita la capacità del fisco a far conoscere le tasse versate. In altri casi alcune agenzie governative rifiutano di far conoscere o condividere informazioni. Le compagnie che si rifiutano non sono penalizzate ma c’è un danno di reputazione per il paese se non andiamo incontro agli standard internazionali.
La prossima amministrazione deve legiferare sul EITI, emendare la clausola di confidenzialità della legge fiscale e sospendere e compagnie che si rifiutino a partecipare all’EITI.
Il popolo filippino è il proprietario delle risorse minerarie ma sfortunatamente la legge attuale non contempla un pagamento per queste risorse. L imprese devono pagare le tasse come ogni altra impresa che operi nelle Filippine. Alcune compagnie devono pagare le royalties ma solo se operano nelle aree di riserva mineraria.
Le Royalty è un pagamento unico per le risorse minerarie. Poiché alcune compagnie non le pagano, il paese non è ricompensato per le risorse che possiede. Secondo le nostre stime, le royalties ricevute nel 2013 ammontano a solo 1.21% delle entrate stimate dell’industria nel 2013. Non è quindi un giusto pagamento delle nostre risorse minerarie considerando anche gli impatti negativi sull’ambiente e sulla società delle attività minerarie nel paese.
Inoltre l’attività mineraria contribuisce poco all’economia. Non è un grande generatore di lavoro con lo 0,6% della forza lavoro totale del paese nel 2015.
Per accrescere i benefici dell’attività mineraria, il governo deve raccogliere le royalties da tutte le operazioni minerarie ed assicurare che il tasso garantirà una quota equa al popolo filippino. Questa quota deve anche tener conto i costi sociali ed ambientali dell’estrazione.
Si devono razionalizzare gli incentivi accordati alle compagnie. Nel solo 2013 il governo ha perso 600 milioni di euro a causa dell’assenza di tassazioni sulle entrate a sette compagnie, un premio che non è legato alle performace delle compagnie.
Ci vogliono politiche per massimizzare i benefici economici dei minerali. L’Indonesia ha vietato le esportazioni del grezzo ed ha imposto una tassa netta se li si esporta allo scopo di incoraggiare le compagnie a trattare i minerali in Indonesia e a sviluppare un settore di trattamento. La massa del nostro minerale è esportato grezzo e non abbiamo un settore di trasformazione del grezzo.
In aggiunta alla questione della quota giusta è la quota dell’estrazione per i governi locali nelle loro aree. Secondo la legge i governi colali ottengono il 40% dagli utili dall’utilizzazione della ricchezza nazionale. Sfortunatamente i governi locali non ottengono il loro dovuto per tempo. Non hanno inotre un meccanismo per monitorare se ricevono il dovuto. Le agenzie del governo hanno rivisto questo passo sperando che la prossima amministrazione potrà assicurare che la quota della ricchezza nazionale sarà rilasciata nei tempi opportuni e che le unità locali potranno monitorare il rilascio delle loro quote
I fondi delle risorse e la spesa strategica dei ricavi
Un’altra questione importante è come l’estrazione di risorse non rinnovabili sarà utile alle future generazioni. Altri paesi hanno creato un fondo delle risorse per gestire i ricavi dell’attività mineraria ed assicurare che la loro utilizzazione non sarà benefica solo alla presente ma anche alle future generazioni. La più vicina che abbiamo come fondo di risorsa è Malampaya Fund. A causa della mancanza di trasparenza e responsabilità il fondo è stato usato male ed ha anche poche limitate caratteristiche.
I paesi istituiscono un comitato indipendente per gestire le risorse del fondo. Solo una porzione è usata nel budget annuale, mentre una parte significativa è investita per le future generazioni. Una versione popolare è il Fondo di ricchezza sovrano della Norvegia.
Si ha poca conoscenza di come sono spesi i ricavi dell’industria estrattiva. In alcuni paesi sono spesi nell’istruzione. Il codice amministrativo richiede alle unità locali di investire la ricchezza nazionale nello sviluppo locale e nel abbassare il costo dell’elettricità a livello locale. Il memorandum del 2014 della Commissione sull’Audit affermava che studieranno la spesa delle ricchezze nazionali fatta dalle unità locali secondo la legge. Benché sia uno sviluppo buono, si deve ancora vedere un rapporto del COA che lo ha mai fatto.
Inoltre si dovrebbe disaggregare il denaro allocato alle unità di governo locali perché le comunità locali possano partecipare ai processi di formulazione dei ed assicurare che il denaro sia speso bene.
Di per sé, attività estrattiva responsabile, che può significare tante cose differenti per i differenti partecipanti, sarà solo retorica vuota. La realtà è che la gestione delle risorse naturali è caratterizzata dalla corruzione, cattiva gestione e cattura dell’agenzia. Ci sono serie riforme di governance da fare per assicurare che i benefici dell’attività estrattiva vadano alla gente. La sfida per l’attuale amministrazione è di portare avanti ed istituite le riforme genuine nel settore estrattivo.
Cielo Magno, Ph.D. University of the Philippines School of Economics. BUSINESSWORLDONLINE