Lo stupro a scuola in Thailandia è così frequenti da non meravigliare più nessuno, ma non questo ultimo caso.
Non quando le ragazze minorenni furono ripetutamente stuprate in gruppo dai loro professori. Non quando altri professori hanno difeso assurdamente gli stupratori e pedofili come “buoni docenti e uomini di famiglia”, sminuendo questo crimine di odio a sesso consensuale ed accusando le ragazzine di essere “cattive ragazze”
Ecco alcuni loro post sui media sociali: “La gente fa errori. Da amici nella stessa professione di insegnanti, vogliamo chiedere a coloro che li definiscono stupratori se sanno che le ragazze erano consenzienti. Questi docenti sono solo uomini. Hanno i loro desideri sessuali. Se hai paura dello stupro, insegna ai tuoi figli qualcosa a casa. Non mandarli a scuola.”
“Anche loro hanno una famiglia. Se vanno in carcere chi avrà cura delle loro famiglie?”
“Stupro? Ed allora? Rivoltarsi contro coloro che insegnano vi rende degli ingrati”
Conferma semplicemente che il favoritismo nasce nel sistema scolastico. Non nell’etica autoproclamata professionale degli insegnanti né nella fondamentale moralità.
Un tale nepotismo sistematico alimenta una cultura dell’impunità. Gli stupri a scuola accadono normalmente ed gli insegnanti stupratori sono di rado puniti. Se questa volta non ci fosse stata la dura rabbia generale sui media sociali, questi uomini sarebbero stati risparmiati ancora dal nepotismo della scuola.
La rabbia sui media sociali ha costretto i mandarini assonnati dell’Ufficio della Commissione dell’Istruzione Obbligatoria a sospendere temporaneamente gli stupratori pedofili durante le indagini. Hanno promesso di indagare sugli insegnanti che hanno sostenuto gli stupri, ma hanno detto che una tale posizione non richiama una azione disciplinare.
Cosa? Sostenere gli stupri non viola l’etica professionale degli insegnanti?
E’ questa la mentalità per cui la violenza sessuale abbonda nel sistema educativo? Dovremmo fidarci di chi si occupa dell’istruzione dei nostri figli?
Gli orrendi stupri di gruppo sono accaduti in una scuola pubblica della provincia di Mukdahan. Secondo le indagini della polizia, gli autori sono cinque insegnanti e due ex studenti che hanno commesso gli stupri ripetutamente nella scuola. Le due vittime di 14 e 16 anni sono state ripetutamente minacciate ad assecondare e a tenere la bocca chiusa per superare l’esame ed evitare che finissero in rete i video degli attacchi subiti. Alcuni degli stupratori hanno anche dato alle vittime dei soldi dopo averle stuprate.
Questi uomini sfruttano sessualmente i loro studenti e trattano la scuola come un bordello, ma i loro superiori e colleghi non ci hanno visto nulla di sbagliato. Il crimine andava avanti da un anno e non è possibile che nessuno ne sapesse nulla finché la faccenda è venuta formalmente alla luce quando una nonna di una vittima lo ha scoperto e denunciato alla polizia.
Il favoritismo ha fatto sì che gli altri docenti e anche il direttore della scuola abbiano girato lo sguardo dall’altra parte. Sessismo e la cultura dello stupro li vedono condannare le vittime come ragazze cattive che se lo sono cercato.
Questa mentalità è radicalmente marcia. Ed i mandarini a Bangkok ancora credono che vada bene farli continuare ad insegnare. E’ una cosa inaccettabile.
La quota maggiore delle nostre tasse va al ministero dell’istruzione. Diamo oltre 10 miliardi di euro all’anno per dare dei salari decenti e una pensione di vecchiaia agli insegnanti delle scuole pubbliche. Dobbiamo pagarli per credere che lo stupro va bene?
Lo scandalo della scuola di Mukdahan ha scatenato un’ondata di richieste di giustizia per mettere le scuole al riparo da tutte le forme di violenza sessuale.
Non si può considerare la scuola un luogo sicuro per i ragazzi quando il sistema autoritario affoga nell’autoritarismo e le scuole sono gestite come campi militari.
Si sfati il mito che l’obiettivo del nostro sistema educativo è di istruire e accrescere la creatività: sono un mucchio di menzogne. La sua missione reale è di instillare l’obbedienza cieca in stile militare, indottrinare l’ideologia di stato basata sull’ultranazionalismo, perpetuare la gerarchia sociale e tenere le donne al loro posto. Mantenere lo status quo dominato dal maschio è l’obiettivo.
Patriarcato, sessismo ed oppressione sessuale prosperano per controllare la gente in questo autoritarismo onnicomprensivo, in particolare le donne. Gli stupri a scuola e le altre forme di violenza sessuale sono pure manifestazioni di una cultura militarista ed autoritaria che governa il sistema chiuso delle nostre scuole.
L’autoritarismo indottrina la gente a sottomettersi al potere. Il sessismo zittisce le vittime di stupro per paura dello stigma sociale mentre il favoritismo rende i colpevoli immuni del crimine. Così continua la cultura dello stupro.
E’ quasi impossibile rendere sicure le scuole per le ragazze quando la società non lo è.
La voce della comunità nella gestione della scuola può portare ad una trasparenza ed aiuta a migliorare la situazione. Ma la partecipazione della comunità e la decentralizzazione della scuola urtano contro un muro spesso. Le gerarchie del ministero ed i suoi insegnanti non lasceranno andare il loro vecchio potere.
Al momento, ogni politica scolastica giunge diretta dal ministero dell’istruzione a Bangkok.
Le comunità non possono neanche determinare chi e cosa insegnare ai figli. Gli insegnanti sono in primo luogo esterni, trasferiti nelle comunità con ordini dall’alto. Senza una partecipazione della comunità nella determinazione dei salari e nelle promozioni gli insegnanti hanno poca considerazione per la gente del posto.
Nel frattempo, il curricolo nazionale proveniente da Bangkok bypassa la diversità e la storia locale, nutre dei sogni della città e fa sì che i ragazzi vedano in cattiva luce le loro radici culturali. Mentre il modo di imparare a memoria uccide il pensiero critico, la grande differenza nella qualità dell’istruzione tra le scuole di città e le province aggrava ancora di più la disparità.
Molti altri malesseri sociali nel paese sono radicati nel pregiudizio e nella discriminazione e risalgono a cosa si insegna nelle scuole.
Per iniziare, i libri di testo ultranazionalisti di storia lava il cervello ad una generazione dopo l’altra di studenti a far credere che il paese appartenga solo alla razza thai.
Questo è falso. Quello che ora è la Thailandia è stato un crocevia di culture e area di etnicità differenti prima che popoli di lingua thai originari dalla Cina meridionale migrasse nella penisola.
Gli impatti avversi di falsa superiorità di Thailandesità imposta da Bangkok ha molti risvolti.
Non solo sono state azzerate le identità locali ma la centralizzazione politica basata sull’autoritarismo permette anche ai governi centrali thai di distruggere l’ambiente e le fonti di sostentamento a livello nazionale senza considerazione del loro stile di vita.
La storia razzista nazionale trasforma chi abita le foreste indigene in estranei e soggetti a violenta persecuzione. Lavati di testa dal sistema educativo perché vedano le minoranze etniche come minacce alla sicurezza nazionale la gente ed i media sostengono la brutalità.
Nel frattempo il razzismo contro i Malay musulmani del Profondo Meridione è alla base dell’oppressione politica duratura da parte del governo centrale a generare il movimento separatista.
Allo stesso modo, questo pregiudizio etnico prevalente sostiene l’uso di lavoro quasi schiavista nell’industria della pesca commerciale che dà notorietà nel modo al paese.
Il sistema educativo è anche contrario alla democrazia mentre nutre una cultura autoritaria che rende elusiva la democrazia. Il militarismo della scuola addomestica le menti giovane a sottomettersi al potere e tristemente ad abbracciare i valori autoritari come propri. Di conseguenza la dittatura militare resta stabilmente nella politica thai.
Le richieste di riforma della scuola spesso si soffermano sul bisogno di migliorare la qualità dell’istruzione, ora molto arretrata rispetto al mondo. Le lamentele sono spesso sul fallimento del sistema educativo nel servire la domanda del mercato del lavoro. Questi limiti non hanno lo stesso peso del loro vizio reale, quello di una istruzione che avvelena le giovani menti con il patriarcato, la superiorità razziale e la dittatura.
Gli insegnanti stupratori devono essere portati davanti alla giustizia. Ma la violenza sessuale non finirà se non affrontiamo l’abuso del potere ed il sessismo nutrito dal sistema educativo.
Sanitsuda Ekachai Bangkok Post