Il reale costo della sabbia che le comunità del delta del Mekong pagano

Qual’è il reale costo della sabbia che le comunità del Delta del Mekong pagano davvero in termini di beni e strutture distrutte dall’erosione causata dal dragaggio della sabbia?

Quando sprofondò quattro anni fa un pezzo della riva del fiume portandosi con sé la casa di Tran Van Bi sul Delta del Mekong, sprofondò in un istante anche tutto ciò che la sua famiglia aveva accumulato in 32 anni.

“Allora quando sentii le grida, tornai di corsa a vedere il tetto della casa sprofondare nel flusso veloce del fiume” dice Bi la cui vecchia casa era sulla riva del fiume Vam Nao nella comune di My Hoi Dong nella provincia di An Giang. “Corsi a trovare mia moglie e i ragazzi e poi come un’anima persa non sapevo cosa fare”.

il reale costo della sabbia

Per fortuna la sua famiglia era al sicuro, ma quel giorno il fiume ingoiò 14 case e la subsidenza costrinse altre 106 famiglie a trovarsi una sistemazione.

Bi attribuisce la perdita della casa all’estrazione di sabbia nell’area. E’ diventata una cosa ordinaria ascoltare e vedere le draghe divorare senza fine le rive del fiume vicino alla vecchia casa.

A ripensarci capisce che i segni della tragedia erano lì da qualche tempo. Le vicine distese fangose erano scomparse ed era cresciuta molto l’acqua che scorreva vicino la casa.

Da anni, il Delta del Mekong soffre di una erosione costiera e delle rive del fiume rampanti a causa delle quantità minori di sedimenti sospesi e di sabbia nelle sue vie d’acque.

Gli esperti accusano le dighe idroelettriche a monte che intrappolano i sedimenti come anche l’eccessiva estrazione di sabbia lungo il Mekong particolarmente in Cambogia e Vietnam. Questo significa che il Delta del Mekong formato dal deposito dei sedimenti in 6000 anni passati si sta disintegrando.

Si perdono ogni anno 600 ettari di terre rivierasche e costiere nel delta a causa dell’erosione secondo il professore dell’Università di Can Tho, Le Anh Tuan, del Research Institute for Climate Change (DRAGON Institute-Mekong), che mette in guardia contro un uso senza limiti dell’estrazione di sabbia nell’area.

Il reale costo della sabbia da pagare

Nel decennio scorso, cinque province del Delta come An Giang, Dong Thap, Can Tho, Vinh Long e Soc Trang hanno emesso permessi di estrazione di sabbia del valore di 114 milioni di tonnellate di riserve di sabbia, equivalente a 7 tonnellate per persona che vive nell’area.

Il valore reale si crede sia ben superiore perché è ancora molto comune l’estrazione illegale della sabbia.

La maggioranza degli abitanti però di tutta questa sabbia e dei soldi che porta vede solo le fortune e le case perse.

Le statistiche ufficiali mostrano che tra il 2018 e il 2020 sono sprofondate nel Delta del Mekong o nel mare 1808 case a causa della erosione, equivalenti alla cancellazione totale di 5 villaggi con danni che arrivano a circa 8,6 milioni di dollari.

Sono anche a maggior rischio di diventare dei senza casa le famiglie delle aree dove si estrae più sabbia come An Giang e Dong Thap che sono le due province con la maggiore estrazione di sabbia con i loro 5,3 e 5,5 milioni di metri cubi annui.

Non sorprende anche che queste province hanno il primato di case minacciate dalla subsidenza e del ricollocamento: 5300 ad An Giang e 6400 a Dong Thap.

Vietare l’estrazione di sabbia

Benché sia forte il rumore delle piogge torrenziali sul fiume Hau, il rumore delle draghe è inconfondibile e disturba la quiete di un pezzo di fiume che costeggia la provincia di Vinh Long e Can Tho.

Vicino alla spiaggia, altre draghe estraggono sabbia. La vista dà fastidio: ogni volta che il braccio gigante della macchina si allunga e lascia cadere il suo grande cesto nel fiume si ha l’impressione dello scoppio di una mina.

Urla il motore della draga buttando fuori il fumo nero e la gru innalza il cesto di sabbia dall’acqua. Poi il cesto si sposta di lato lentamente fino a rilasciare la sabbia nei container delle chiatte ferme lì vicino.

Non appena la chiatta è piena di sabbia, il timoniere leva l’ancora e se ne va per essere immediatamente sostituito da un’altra chiatta. Ce ne sono decine ormeggiate in attesa del loro turno.

Ad appena un centinaio di metri sta l’isoletta di Son nel mezzo del fiume Hau nel distretto di Binh Thuy a Can Tho. La gente del posto ha piantato una lunga fila di bambù nel suolo per formare un muro, o una diga per impedire che la loro isola scompaia nel fiume e proteggere così i loro vivai di pesce.

Puntando il dito verso le crepe della diga, il coltivatore di rambutan Phan Kim Ngan dice che la subsidenza ha causato la rottura in varie sezioni dello sbarramento.

“Tutti quelli che vivono nelle dune si oppongono all’estrazione di sabbia perché causa l’erosione ma nulla è cambiato” dice Ngan. “Can Tho non permette più l’estrazione, Vinh Long permette ancora ad alcune draghe di lavorare, e loro hanno persino usato una pompa nel fiume per prendere sabbia”.

I residenti arrabbiati dell’isoletta di Son si sono messi nelle loro barche per cacciare chi estraeva la sabbia. Una volta alcuni minatori hanno attaccato un abitante giungendo ad uno scontro sanguinoso. Gli abitanti si rivolsero allora al governo locale senza però spingersi fino alla denuncia penale.

“La gente non vuole infrangere la legge, ma sono molto arrabbiati per il fatto di dover cacciare con la forza gli estrattori di sabbia” dice un abitante dell’isoletta di Son che dovette spostare la propria casa almeno cinque volte a causa dell’erosione ed ha perso già due terzi del suo suolo agricolo.

“La gente qui non ha paura” dice l’uomo.

Ogni ditta di estrazione deve registrare il numero di macchine che usano, ma ci sono pochissimi dati pubblici che possano permettere alle comunità di monitorare le loro operazioni, né esiste un’agenzia di regolazione centralizzata che presieda all’intera industria.

E’ praticamente impossibile tracciare sulla carte le possibili violazioni. Le imprese di estrazione della sabbia non devono dare dati del volume esatto estratto, né mostrare i registri delle vendite o delle entrate se non agli ispettori governativi autorizzati, che non rendono pubblica quelle informazioni.

Il pagamento delle tasse, delle entrate e dei profitti sono delle autodichiarazioni e sono rese alle autorità dall’impresa e non sono accessibili al pubblico.

Il solo modo per monitorare queste attività è di osservarle, e la sola strada che la gente ha per opporsi è di scontrarsi con i minatori lungo le rive o provare a cacciarli.

Molti restano in silenzio temendo attacchi di vendetta.

Il controllo difficile

C’è un detto vietnamita per descrivere gli sforzi che gli enti regolatori fanno contro l’estrazione illegale di sabbia: è come tenere una rana su un piatto.

Per molte imprese la sottostima delle estrazioni di sabbia e la falsificazione dei dati sono enormi ed è qualcosa molto difficile da controllare, secondo Nguyen Chi Kien, vice direttore delle risorse naturali e l’ambiente a Can Tho.

Si sa che le imprese fanno contrabbando di sabbia lungo i confini provinciali per evadere le autorità e soddisfare gli obblighi. Spesso operano di notte per sfuggire ai controlli.

Kien ha partecipato a tanti sforzi esasperanti di caccia ai minatori illegali nello sforzo di impedire il contrabbando. Una volta scoprì che alcune draghe della provincia di Vinh Long avevano cominciato a lavorare vicino a Can Tho. Quando arrivarono le autorità, tutti gli operai e l’equipaggiamenti furono riportati nella provincia di Vinh Long al di fuori della loro giurisdizione.

“E’ un compito davvero difficile” dice Kien.

Nel 2020 la polizia fluviale di Can Tho ispezionò 27 operazioni minerarie e scoprì tante violazioni che portarono alla chiusura di due imprese e alla messa sotto processo di tre persone poi condannate.

Esiste anche un mercato nero della sabbia del Vietnam la cui stima esatta è impossibile. Dai dati di un database dell’ONU, che mette insieme i dati di esportazione vietnamita con le corrispondenti importazioni dei paesi destinatari, si ricava che grandi quantità di sabbia sfuggono ai canali ufficiali.

Il Vietnam dice di aver guadagnato 212 milioni di dollari dalle esportazioni di sabbia tra il 2011 e il 2020, mentre dai dati dei paesi destinatari si ricava che le importazioni dal Vietnam valgono quasi 705 milioni di dollari, tre volte di più di quanto il Vietnam riporta.

La differenza maggiore è stata registrata nel 2014 con 120 milioni di dollari. Dopo che il Vietnam mise un divieto di esportazione nel 2017, potettero continuare solo gli accordi preesistenti e la differenza divenne molto di meno.

L’Ufficio Statistico Generale del Vietnam dice che queste cifre di raro si possono confrontare a causa di inconsistenze nei tempi, nello scopo e nei valori applicati nei calcoli da ogni paese.

Inoltre alcune spedizioni potrebbero essere contate due volte se passano attraverso un paese intermediario prima della destinazione finale.

Agli occhi del padrone di due grandi operazioni di estrazione di sabbia, Ha Thanh Giang, i regolamenti ambientali sono un peso. Dovette cessare le operazioni in un sito minerario dopo che le autorità locali ordinarono la chiusura senza dare alcuna spiegazione.

“Dovetti appellarmi per avere un’estensione perché avevo firmato un contratto per fornire 700 mila metri cubi di sabbia ad un progetto edilizio fuori della provincia. Ora che quella operazione è stata chiusa dovrò indennizzare il cliente” dice Giang il quale aggiunge:

“C’è una grande richiesta di sabbia perché ogni provincia ha bisogno di milioni di metri cubi all’anno. Poi se tu non lo sfrutti, dove vai a trovare la sabbia necessaria per soddisfare quella richiesta?”

Nonostante gli sforzi del governo per regolare il costo della sabbia tra 2,42 e 3,46 dollaro a metro cubo, il prezzo del mercato inizia a 12,13 dollari.

Il bilancio della domanda ed il costo della sabbia

La grande richiesta di sabbia nel delta del Mekng la si può spiegare col fatto che è un’area bassa che sta pian piano sprofondando, secondo Tran Anh Thu del comitato popolare della provincia di An Giang. A causa di ciò il lavoro delle infrastrutture come strade e palazzi richiedono costantemente che le loro fondamenta siano innalzate per stare al di sopra del livello dell’acqua. Finché non saranno disponibili fonti alternative dei materiali, resterà sempre forte la richiesta di sabbia.

“Fondamentale è dove e quanta sabbia è estratta. Come dragare per limitare gli effetti negativi” dice Thu. “La caduta nei sedimenti e nei depositi di sabbia non devono essere ragioni per vietare l’estrazione si sabbia”.

Ad An Giang la gestione dell’estrazione della sabbia si divide in tre gruppi. Aree a richio di subisidenza smetteranno di emettere permessi e non rinnoveranno i permessi fatti in precedenza.

La seconda riguarda le aree dove l’estrazione è regolata da gare di appalto ma è limitata la capacità di estrazione. Al momento questo gruppo ha 11 ditte licenziate di una capacità vicina ai 5,3 milioni di metri cubi annui.

Il terzo gruppo è il dragaggio e correzione del flusso di approvvigionamento nelle piane alluvionali del fiume ed a An Giang ci sono sette di queste aree che forniscono 80% della sabbia della provincia.

Secondo il vicedirettore generale del dipartimento di Geologia e Minerali, Lai Hong Thanh, l’estrazione di sabbia nel Delta del Mekong non si fermerà con la domanda che resta alta fino a toccare i 100 milioni di metri cubi annui.

Il governo ha messo sul tavolo 516 milioni di dollari dal 2016 per affrontare i siti di erosione costiera e rivierasca per un totale di 375 chilometri nel Delta del Mekong. Insieme al divieto di esportazione, lo stato ha emesso regolamenti che mirano a prevenire il dragaggio eccessivo, ed attualmente pensa a produrre sabbia artificiale.

Resta la preoccupazione tra esperti e cittadini.La sabbia è considerata un comune materiale di costruzione secondo la legge mineraria e il sistema delle licenze è a base provinciale.

Nguyen Huu Thien, esperto indipendente dell’ecologia del Delta del Mekong, sostiene che questa è una visione miope perché anche la sabbia ha un ruolo nel mantenere il territorio e dovrebbe essere gestita a livello interprovinciale per bilanciare gli effetti in tutto il Delta.

“Se continuiamo a sfruttare la sabbia agli attuali livelli, forse dovremo ridisegnare nel futuro la mappa del Delta quando la costa si sarà erosa e le rive dei fiumi deformate”

La gente del posto ne porta le conseguenze frattempo resta nell’incertezza la vita della gente lungo le rive distrutte dall’erosione. La famiglia di Tran Van Bi che perse la casa quattro anni fa alla fine si è sistemata altrove.

Dalle due case del valore di 260 mila dollari furono spostati su due appezzamenti di terra ricevendo un risarcimento di 4328 dollari.

E’ stato difficile riprendere a vivere. La loro vecchia casa faceva anche da negozietto per il loro commercio di maiali, e il ricollocamento ha significato che hanno dovuto affittare un posto nel mercato per continuare il loro commercio. Poi è arrivato il Covid-19 ed alcuni non hanno vissuto tanto a lungo da spostarsi nelle nuove case.

Nguyen Van Tiet e sua madre morirono prima che il governo desse loro la nuova terra, tre anni dopo aver perso la loro casa. Quando fu disponibile la loro nuova casa fu ormai il loro sito funerario.

Delle 106 famiglie costrette a spostarsi per la subsidenza lungo il fiume Vam Nao, 25 sono tornate alle loro vecchie case nonostante il pericolo imminente e si sono rifiutate di vivere nel nuovo sito. Tanti altri per le circostanze difficili hanno lasciato le loro case e sono andate a lavorare in altre province.

“Non posso muovermi perché la vecchia casa è vicino la strada ed il mercato dove vendo varie cose ed il guadagno giornaliero è sufficiente per vivere” dice To Thi Kim Hong. “Se me ne vado in una zona residenziale, non so come potrò guadagnarmi da vivere”.

Le statistiche dicono che nelle cinque province e città di An Giang, Dong Thap, Can Tho, Vinh Long and Ca Mau, sono 20 mila le case in aree di subsidenza e che devono essere ricollocate e sono sufficienti a creare 57 nuovi villaggi con un costo proposto di ricollocazione che va sui 215 milioni di dollari.

Sull’isola di Islet dove l’erosione resta una minaccia costante gli abitanti continuano a lottare per la loro terra.

“Sappiamo che la sabbia è importante per lo sviluppo ma non possiamo restare fermi a guardare come se la prendono giorno dopo giorno, mentre la terra è erosa e gli alberi sono portati via dalle acque” dice Pham Hai Dao che ha dovuto spostare la propria casa per l’erosione.

“Loro si prendono la sabbia per venderla e noi ne sopportiamo le conseguenze”.

Dinh Tuyen, Mekongeye

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