Vietnam e Filippine approfondiranno le relazioni militari e di difesa collaborando nel campo della sicurezza in mare, poco tempo prima che si verificassero delle collisioni in mare vicino alla barra di Sabina nella zona economica esclusiva filippina nel Mare Cinese Meridionale.
Vietnam e Filippine mirano a firmare un memorandum di intesa sulla cooperazione alla difesa entro il 2024 dopo un incontro tra i ministri della difesa vietnamita e filippino, Gen. Phan Van Giang e Gilberto Teodoro rispettivamente.
Gilberto Teodoro ha detto che i due ministri hanno espresso il loro impegno deciso ad approfondire la cooperazione di difesa e militare attraverso il continuo dialogo ad ogni livello. In una lettera di intenti hanno espresso la volontà di approfondire la risposta ai disastri e alla medicina militare.
Nell’accordo hanno espresso la volontà a “risolvere tutte le dispute con mezzi pacifici secondo la legge internazionale e in particolare secondo la Convenzione dell’ONU sulla legge del Mare”.
Nella visita di cortesia che poi Phan Van Giang ha fatto al presidente filippino Marcos Figlio in cui hanno discusso del “rafforzamento delle relazioni bilaterali tra Filippine e Vietnam”.
La firma del Memorandum di Intesa dovrebbe avvenire prima dell’ottantesimo anniversario delle Forze Armate Vietnamite del 22 dicembre.
Tale accordo potrebbe vedere i due paesi rafforzare la cooperazione congiunta in mare di fronte alle prepotenze cinesi nel Mare Cinese Meridionale dove Vietnam e Filippine hanno reclami in competizione.
Teodoro ha detto, in riferimento alla Cina, che i due paesi si trovano di fronte minacce comuni e che i due paesi avrebbero lavorato insieme contro queste minacce nello spirito di solidarietà dell’ASEAN.
La natura di queste minacce si è fatta sempre più chiara nei due anni passati da quando la Guardia Costiera Cinese ha intensificato le incursioni nella zona economica esclusiva filippina larga 200 miglia nautiche.
La campagna di Pechino è stata mirata sulla Sacca di Second Thomas ad impedire il rifornimento della guarnigione filippina presente sulla nave da guerra arrugginita, ancorata nell’atollo da parte di guardia costiera filippina e Marina Filippina.
Alla Second Thomas le incursioni sono culminate in uno speronamento di una nave della guardia costiera filippina da parte della Guardia Costiera Cinese in cui un marine filippino ha perso un dito e la Cina ha usato lame e coltelli.
Dopo un accordo provvisorio tra Cina e Filippine che permette il rifornimento della guarnigione filippina, lo scontro si è spostato nella Barra di Sabina, che distano più vicine alle coste filippine, dove sono ancorate due navi della guardia costiera filippina.
Le ultime notizie dicono che le navi filippine ancorate hanno subito altri speronamenti dopo forti dichiarazioni cinesi per cui avrebbero impedito il ben che minimo radicamento delle Filippine nella barra, dove da mesi ci sono navi militari e della guardia costa cinesi.
Il portavoce filippino della guardia costiera Jay Tarriela ha affermato che una nave della guardia costiera cinese aveva “direttamente e con intenzione speronato” una nave filippina Teresa Magbanua, un atto che la difesa filippina ha definito “aggressione non provocata”.
Il ministero ha detto di rimanere “deciso nel sostenere la sovranità, i diritti di sovranità e la giurisdizione nel Mare Filippino Meridionale”. Con Mare Filippino Meridionale le Filippine indicano la porzione di mare che ricade nella propria zona economica esclusiva.
Il portavoce cinese risponde che è una nave filippina “bloccata illegalmente” nella secca ad aver speronato la nave cinese. Come una nave ferma possa aver speronato una nave che si muove è una cosa difficile immaginare e dagli stessi video cinesi si vede ben chiaramente chi fa lo speronamento.
Comunque la Cina “prenderà le misure richieste per sventare tutti gli atti di provocazione, di seccature e violazioni e salvaguardare la sovranità territoriale e i diritti e gli interessi in mare”. I riferimenti cinesi sono le propri mappe a dieci linee, contestante da quasi tutto il mondo, mentre i riferenti filippini sono quelli stabiliti dalla legge del mare dell’ONU e dalla sentenza del tribunale del mare de L’Aia.
Questa pressione cinese che si sta intensificando ha permesso la convergenza strategica tra Manila e Hanoi dopo anni di dubbi reciproci e di reclami in competizione in mare. A luglio una nave della guardia costiera vietnamita è giunta a Manila per una visita di quattro giorni per delle esercitazioni congiunte.
A giugno il Vietnam si era detto disposto a discutere con le Filippine per definire i rispettivi reclami in competizione e per definire la piattaforma continentale nel Mare Cinese Meridionale.
Vietnam e Filippine comunque hanno un approccio differente nelle loro dispute con la Cina.
Manila ha scelto di sfidare la campagna di pressioni fatta dalla Cina e di rafforzare i legami con gli USA e di fare accordi di sicurezza con Giappone e Australia. Non bisogna anche dimenticare che durante il periodo di Duterte con la sua politica di acquiescenza alla Cina, non si sono materializzati né i finanziamenti né le promesse di investimento, mentre è stata sempre costante la presenza cinese in mare. Nel frattempo sono stati rallentati tutti i processi di rinnovamento della difesa filippina in mare.
Il Vietnam da parte sua ha relazioni politiche, geografiche, culturali ed economiche più strette con Pechino. Mentre respinge quelle azioni cinesi che prevaricano la propria sovranità, ma prova sempre a rassicurare Pechino sulle sue intenzioni pacifiche per mantenere i legami economici e la relazione con la Cina.
In questa relazione la Cina sembra aver voltato dall’altra parte lo sguardo di fronte all’espansione sostanziale delle proprie isolette nel Mare Cinese Meridionale, forse riservandosi di fare qualcosa in un secondo momento dopo aver sistemato le Filippine contro cui reagisce con estrema forza alle sue più piccole azioni in mare.
Benché i due paesi abbiano diversi approcci nel Mare Cinese Meridionale e nella difesa, la firma di un accordo di difesa, utile per entrambi i paesi, sono la prova che le dispute irrisolte tra Manila ed Hanoi non saranno di impedimento ad una maggiore unità di fronte alla assertività cinese.
(fonte TheDiplomat)