Sul confine thai birmano si agitano relazioni spinose tra UWSA, Thailandia, forze di sicurezza della Cina e altri eserciti etnici
Ad appena 30 minuti a piedi dal villaggio pittoresco di Ban Rak Thai c’è un tranquillo passaggio di frontiera che divide la Thailandia da un posto di controllo senza nome, gestito da un soldato solitario del WNA.
L’Esercito Nazionale Wa nacque nel 1973 sotto la guida di Maha Sang, figlio di Sao Maha, saopha di Vinggun, regione dello Stato Shan a nord di Panghsang.

In quei giorni si schierarono con il partito nazionalista cinese del Kuomintang contro il partito comunista cinese. Al pari di altri signori della guuerra Maha Sang sopravviveva nel triangolo d’oro mediante accordi e alleanze con le varie milizie e i loro signori della guerra.
Il suo fratello sofferente Maha Ja subentrò nella roccaforte Hua Muang di Khun Sa appena dopo la sua resa assumendo il ruolo di sindaco della città con la sua milizia che faceva più da scorta personale.
Dopo la morte di Maha Sang nel 2007, il WNA si pose sotto il comando e controllo del UWSA con il permesso di mantenere la bandiera e l’uniforme, dal momento che le autorità thai erano più a loro agio trattando con il WNA.
Un ufficiale dell’esercito thai sulla frontiera dice che ci sono moltissime storie con UWSA.
Relazioni spinose dell’ UWSA
Il governo del Myanmar e UWSA raggiunsero un cessate il fuoco nel 1989 che però era ben differente da un trattato di pace. Perciò far sì che il Myanmar parli in modo sensato per far ritirare UWSA e non far sembrare la premier Paetongtarn debole e cattiva agli occhi dei critici è ancora una chimera.
Secondo la fonte thai sulla frontiera, la giunta del Myanmar vuole che la Thailandia “dia una lezione al UWSA” dal momento che la giunta birmana non potrebbe farlo per non aprire un nuovo ginepraio che l’esercito birmano non potrebbe gestire.
Il think tank thailandese Center for Strategic Policy ha presentato il rapporto “Myanmar e Thailandia: Percorso strategico verso la pace e stabilità regionali” in occasione di un seminario tenutosi nel dicembre 2024.
L’autore Supalak Ganjanakhundee ha affermato che la Thailandia non dovrebbe escludere l’idea di rafforzare la cooperazione con l’UWSA e altri gruppi etnici nella gestione transfrontaliera che potrebbe facilitare il commercio, la circolazione delle persone e le risposte umanitarie.
Si pone quindi la domanda del perché la Thailandia non voglia essere vista mentre corteggia UWSA.
Come tutte le organizzazioni UWSA vuole essere accettata e riconosciuta. Dopo averlo demonizzato per anni, presentare i Wa come un partner affidabile del governo Thai non è cosa facile da far credere. Le parti hanno avuto vari incontri tra i comandanti delle due unità sul campo ma non sono negoziati perché la parte Thai non ha voluto recarsi con qualcosa da offrire.
Le organizzazioni armate etniche lungo la frontiera thai sono anch’esse allarmate dall’espansione a meridione dell’UWSA tra cui Shan State Army-South, la Karen National Union, the Karenni National Progressive Party, the Karen National Army e Kawtoolei Army. Le bandiere della WA sono state issate nei luoghi dove l’Alleanza delle Tre Fratellanze ha avuto delle vittorie.
Presenza cinese.
UWSA si presenta come una forza pacificatrice in luoghi come Lashio, la più grande città nello Stato Shan settentrionale che fu preda a giugno 2024 dall’Alleanza. Questo ruolo attuale e i nuovi territori conquistati hanno lasciato aperta la questione di cosa costituisca esattamente uno Stato Wa.
Inoltre questo accordo diventerà permanente e servirà da legame tra UWSA a nord sul confine cinese e il suo comando meridionale sulla frontiera thai?
UWSA e Cina insistono nel dire che la loro relazione ha più sfaccettature e si basa sull’interesse e rispetto reciproci. D’altro canto i pianificatori della sicurezza sono preoccupati che la frontiera Thai Birmana possa in futuro cadere nella sfera di influenza cinese.
Oltre al UWSA le autorità thai sono a disagio con la presenza di personale di polizia cinese che si aggirano per la provincia di Tak e per le aree adiacenti. Queste sono dove operano liberamente i centri della truffa protette dalle milizia nella cittadina di Myawaddy di fronte a Mae Sot.
All’inizio del 2024, decine di poliziotti cinesi hanno operato in un resort che avevano affittato per mesi. Il quartier generale della Royal Thai Police a Bangkok ha dato istruzioni agli agenti locali di assistere le loro controparti cinesi per rendere proficuo il loro soggiorno.
Ma non ci fu alcuno scambio di informazioni perché la polizia cinese gestì le indagini da sola compreso il rapporto con i sindacati criminali cinesi che operano i centri della truffa in tutta la zona di Myawaddy.
La situazione si è surriscaldata all’inizio del febbraio 2025, durante la visita del viceministro Liu Zhongyi in Thailandia. Pressato dalla Cina a fare qualcosa, il governo ha ordinato l’interruzione dell’energia elettrica in diverse città sul lato Myanmar del confine, comprese le aree in cui operavano i centri di truffa.
Azioni simili erano state intraprese due anni fa, ma i centri di truffa avevano rimediato con potenti generatori e una connessione Internet Starlink.
Adeguarsi
Questa volta comunque, avendo capito le serie intenzioni dei Thai, il colonnello Chit Thu, che comanda il KNA con 7000 uomini che proteggono una parte notevole dei sindacati criminali cinesi, ha iniziato a fare qualcosa.
A partire dalla conferenza stampa del 17 febbraio 2025, ha comunicato ai giornalisti thailandesi che “ci assumeremo la responsabilità di sgomberare i call center di KK Park, Myawaddy e Shwe Kokko e invieremo tutti i cittadini stranieri a Myawaddy”.
“È quindi responsabilità della polizia del Myanmar, poiché il governo centrale di Naypyidaw ha inviato degli agenti per gestire i casi. Dall’incontro tripartito, ogni Paese riprenderà i propri cittadini, ma non so in che modo”, ha detto Chit Thu.
Ha aggiunto di essere deluso dal fatto che alcuni legislatori thailandesi abbiano chiesto un mandato di arresto per lui, insistendo sul fatto che non ha violato alcuna legge. Alcuni Paesi occidentali non sono d’accordo.
Un gruppo molto più piccolo, il Democratic Karen Benevolent Army (DKBA), ha risposto alla richiesta della Thailandia e ha fissato al 28 febbraio 2025 la scadenza per tutti gli operatori cinesi della truffa di lasciare Phayatongsu. Si tratta di un’area controllata dal DKBA (circa 133 miglia a sud di Myawaddy) di fronte al Passo delle Tre Pagode nella provincia thailandese di Kanchanaburi.
Il 13 febbraio 2025 il DKBA mandò 260 persone di varie nazionalità oltre il confine a Chong Kaeb, 76 chilometri a sud da Mae Sot. Il gruppo affermò che altri 400 cittadini africani e asiatici erano dispersi con loro in attesa di essere mandati in Thailandia dove avrebbero potuto contattare i diplomatici delle loro nazioni.
“E’ ovvio che il DKBA voglia essere visto essere di aiuto per la Thailandia perché dipendono moltissimo da noi per sopravvivere” ha detto un ufficiale di polizia che ha relazioni di lavoro con questo gruppo Karen.
L’area di controllo del DKBA è opposta al distretto di Chong Kaeb dove operavano vari casinò finché non subentrarono i centri della truffa cinese lo scorso anno. Ovviamente DKBA ha soppesato le due opzioni, quella dei soldi provenienti dai centri della truffa cinesi contro la relazione di lungo tempo con la Thailandia. Questa seconda opzione ha molto più senso per la loro sopravvivenza nel lungo periodo.
Il KNA di Chit Thu d’altro canto si mantiene ancora sulle sue, soppesando la proprie mosse con attenzione.
Se la storia di questa aspra regione ci dice qualcosa, è che i leader e i signori della guerra del Triangolo d’Oro sanno come scendere a compromessi se le condizioni e le situazioni sono giuste. Forse non si precipitano al tavolo dei negoziati, come dimostra il fatto che Panghsang non sia troppo ansioso di risolvere la disputa sul confine con la Thailandia.
Ma questo non significa che non siano disposti a scendere a compromessi.
Don Pathan, Stratsea, Parte Prima