Come è avvenuta la riabilitazione politica di Prabowo Subianto, con alle spalle il massacro di Kraras, fino a salire alla presidenza dell’Indonesia
Nei primi tumultuosi anni 80, un giovane ufficiale militare partecipò a varie operazioni militari a Timor Est che si trovava sotto l’occupazione indonesiana.
In una campagna militare di settembre 1983, alcune centinaia di timoresi furono uccisi dalle truppe indonesiane in un fattaccio conosciuto come il Massacro di Kraras.
Un testimone oculare poi raccontò alla commissione di Verità e riconciliazione quanto successe:
“Quando arrivarono i soldati indonesiani ci fu dato l’ordine di alzarsi. Mi stavo alzando insieme a tutti di fronte alla valle e i soldati aprirono il fuoco su di noi. Caddi al suolo insieme a mio fratello. Poi sentii due piccoli, una bambina e un bambino di due anni. Nello sparare su di noi mancarono i piccoli. Allora il comandante delle guardie civili, Hansip, andò verso i piccoli e con un coltello li uccise. Quindi i soldati e le guardie civili fecero una pausa per fumarsi una sigaretta.”
Questo straziante massacro ebbe luogo sotto il comando dell’ufficiale che poi sarebbe diventato generale dell’esercito indonesiano. Nonostante le testimonianze raccapriccianti e le prove enormi, l’ufficiale ha negato il proprio coinvolgimento in quel massacro. Il suo nome è Prabowo Subianto, il genero del dittatore del tempo Suharto, ora presidente eletto dell’Indonesia.
Esilio e riabilitazione di Prabowo Subianto
Prabowo fu cacciato con poche cerimonie dall’esercito nel 1998, qualche mese dopo dalla caduta di Suharto. Lasciò il paese per un esilio autoimposto in Giordania per tornare nel 2000. Entrò nell’impresa miliardaria del fratello ed iniziò a riabilitarsi all’interno dell’influente partito Golkar, un tempo guidato da Suharto.
Grazie alle sue grandi risorse finanziarie e all’influenza politica, iniziava così il viaggio di Prabowo nella riabilitazione politica che alla fine lo portò alla partecipazioni alle campagne presidenziali del 2014 e 2019 che per quanto infruttuose servirono come prova delle sue manovre strategiche nella politica indonesiana.
Ma l’atmosfera dell’elettorato indonesiano stava cambiando. Il movimento politico si spostava verso Joko Widodo, un animale politico misterioso, un esterno ed un imprenditore con una immagine pulita. Da politico era una persona alla mano, caratteristica poco comune per le elite indonesiane.
Jokowi era solito fare delle visite improvvisate, informali, le blusukan, e socializzare con la gente comune, per dire che lui era uno di loro, che comprendeva la durezza ed era legato alla gente.
Questo archetipo di politico onesto, umile e lavoratore era qualcosa che Prabowo non avrebbe mai potuto emulare.
Ma le sconfitte del 2014 e 2019 non segnarono la fine della vita politica di Prabowo. Con una svolta inattesa Jokowi invitò Prabowo ad essere il proprio ministro della difesa dando al suo partito una possibilità di governare mentre allo stesso tempo cooptava il suo principale avversario assimilandolo nella sua grande coalizione politica.
Tutto ciò fu fatto in nome dell’unità del paese e per evitare la polarizzazione che per Jokowi sarebbe stata sfavorevole per la crescita economica del paese.
Per quanto possa essere apparsa come una svolta ad U nella posizione politica di Jokowi, uno sviluppo così non sorprende nella politica indonesiana. Prabowo aveva già sostenuto Jokowi nella sua elezione a governatore di Giacarta del 2012. In precedenza Prabowo era stato il candidato vicepresidente di Megawati Sukarnoputri del PDIP che poi avrebbe candidato Jokowi a presidente nel 2014 e 2019. Il partito di Megawati era conosciuta per la sua dura opposizione riformista al regime di Suharto.
Le dinamiche cangianti tra Prabowo e Jokowo riflettono la natura fluida e amnesica della politica indonesiana che non è forte ideologicamente né programmaticamente. I partiti politici non trasmettono ideologia come in India o nei paesi occidentali. La politica del paese è un mix cangiante di politica di personalità con una certa percentuale di fedeltà alla religione.
Prabowo che si reinventa
Prabowo non è un nuovo della politica alla Donald Trump. E’ piuttosto un Narendra Modi, un politico da un passato macchiato, sostenuto da una macchina politica formidabile, ricca di risorse ed organizzata che ha usato in modo gentile ed impercettibile per i media per riabilitare la sua immagine politica.
Come Modi, si è descritto nella sua campagna elettorale come un uomo dello sviluppo attento alle questioni economiche. L’appoggio di Jokowi ha ulteriormente solidificato questa immagine tanto che molti suoi sostenitori hanno percepito Prabowo come un’estensione naturale dell’ultima amministrazione.
Prabowo sembra essere molto lontano dalla persona del passato. Nell’elezione di quest’anno è riuscito a trasformare la sua immagine da populista irascibile a una figura familiare di nonno adorabile che ama fare salti al ritmo della musica. Per migliorare la sua strategia le immagini di lui che balla sul palco elettorale sono state diffuse sulle varie piattaforme dei media come TikTok che è emerso come la principale.
Molti analisti dicono che questo spieghi la popolarità di Probowo tra gli elettori che votavano per la prima volta e che non conoscono o se ne importano del suo passato di sangue.
Dopo due sconfitte la terza è stata quella buona per Prabowo, una vittoria che forse non sorprende poi tanto. Sebbene molti dei suoi vecchi sostenitori ora sostengono un altro candidato, Anies Baswedan, che ha riempito il vuoto di opposizione lasciato da Prabowo, il generale è sostenuto da una coalizione larga che ha la maggioranza dei seggi in parlamento.
Per molti comunque la maggioranza del sostegno è giunto dal presidente in carica stesso nella rappresentanza del figlio maggiore Gibran Rakabuming Raka da candidato vicepresidente. Questo ha portato ad un minor numero di voti per il terzo candidato Ganjar Pranowo del PDIP, lo stesso partito che portò Jokowi alla presidenza.
Chiedere ad un ex-rivale di unirsi alla coalizione è una cosa ma sostenerlo contro uno del proprio partito è una cosa diversa. Jokowi era un tempo simbolo di speranza, di chi ama l’idea che un cittadino ordinario senza legami di sangue reale o sostegno di militari possa democraticamente ascendere alla prima carica dello stato.
Un decennio dopo, il presidente ha aperto la strada ad un giovane Gibran non solo per mettere al sicuro il posto ma per la vicepresidenza stessa, cosa che non ha precedenti.
Per mettere Gibran sulla scheda sono stati modificati i criteri di eleggibilità da una decisione della Corte Costituzionale ad ottobre. Vale la pena di citare che il giudice che presiedeva era un altro cognato dello stesso Jokowi nonché zio di Gibran.
Agenda Futura di Prabowo
La motivazione precisa dietro la controversa mossa di Jokowi rimane oscura, ma si può almeno restringere il campo attraverso diverse ipotesi o una loro combinazione. Considerata nel modo più favorevole, Jokowi vuole che il prossimo presidente continui il suo programma di sviluppo. Visto nel modo peggiore, cerca di perpetuare il suo potere.
Si devono sottolineare due politiche come la costruzione di una nuova capitale nel Borneo e la politica di divieto di esportazione di materie prime strategiche come il nichel e la bauxite. Finché questi programmi saranno portati avanti dal suo successore, Jokowi sembra non essere disturbato dalle critiche della società civile secondo cui sta cercando di costruire una dinastia politica. Qualunque sia il motivo preciso di Jokowi, resta il fatto che ha scelto di scendere a compromessi con i principi democratici per perseguire la sua agenda.
L’altra domanda pressante è come sarà il governo di Prabowo. Come gestirà potere e autorità? Qual’è la sua agenda in assenza di Jokowi? Chi è lui fondamentalmente? Durerà questa unione tra Jokowi e Prabowo?
Per il momento, gli autori sospendono la risposta definitiva. Una cosa è comunque certa: La riabilitazione di Prabowo è stata pienamente realizzata, con Jokowi nel ruolo centrale. Il suo passato, che apparentemente avrebbe dovuto renderlo politicamente ostracizzato, è stato invece normalizzato.
Jokowi gli ha conferito un grado onorario di generale a quattro stelle, a sole due settimane dalle elezioni, e rappresenta la più recente incarnazione della sua rinascita. Il suo imminente insediamento come ottavo presidente indonesiano, in ottobre, segnerà quindi il culmine della sua nuova facciata.
Un Prabowo sostenuto da Jokowi può essere riuscito a mettere a lucido la propria immagine pubblica come una figura riformata e pronta a portare avanti l’agenda dell’attuale presidente, presentandosi come un moderato. Ma il ricordo del vecchio Prabowo – un uomo forte con inclinazioni autoritarie – rimane radicato nella mente di coloro che ricordano la storia e che non sono disposti a trascurarla.
L’impegno collettivo per responsabilizzarlo potrebbe rivelarsi più impegnativo che in qualsiasi altro momento dell’era post-Suharto. Ciononostante, è urgente garantire che le norme democratiche non si erodano ulteriormente sotto la sua presidenza, dopo un certo arretramento sotto l’attuale presidente.
Teuku Harza Mauludi Pius Fozan TheDiplomat