Rivoluzione di primavera: sei obiettivi per democrazia federale birmana

Nel giorno del terzo anniversario del colpo di stato militare Birmano, il governo di opposizione del NUG e tre eserciti etnici alleati con una dichiarazione congiunta hanno illustrato i sei obiettivi della Rivoluzione di Primavera e i principi per creare la democrazia federale del dopo giunta.

Oltre all’importanza di pianificare c’è una ragione della loro sfrontatezza. I militari hanno sofferto perdite significative da quando l’Alleanza delle tre Fratellanze – Ta’ang National Liberation Army, Myanmar National Democratic Alliance Army e Arakan Army- ha lanciato la loro offensiva il 27 ottobre 2023. Le forze di opposizione hanno preso oltre 40 città negli stati Shan, Chin, Rakhine e Sagaing.

rivoluzione di primavera nel terzo anniversario del golpe

Sebbene i militari si preparino a lanciare la controffensiva per riprendere la città di Kawlin nel Sagaing, le loro forze sono troppo sparse su vari fronti di battaglia per poter riprendere la maggior parte di ciò che è perso.

A tre anni dalla cacciata del governo della NLD, il controllo efficace dei militare diminuisce. Crescono le lotte intestine tra i capi dei militari nei contraccolpi economici e militari, mentre crescono le diserzioni.

I militari furenti rispondono bombardando le città perse, ma ciò non è sufficiente a riprenderle.

Nel terzo anniversario del golpe il generale Min Aung Hlaing ha promesso di sconfiggere l’opposizione, una promessa che dura da tre anni che si sta sempre meno materializzando.

Il NUG, governo di unità nazionale costituito da membri del governo eletto e altre figure pubbliche, ha mantenuto una coalizione larga di organizzazioni etniche preesistenti di resistenza insieme con la promessa di una democrazia federale birmana. La dichiarazione di gennaio 2023 rafforza quella promessa.

Nuova Costituzione della Rivoluzione di Primavera

I sei obiettivi della possono essere così sintetizzati:

“Rovesciare l’usurpazione del potere statale da parte dei militari e porre termine al coinvolgimento delle forze armate nella politica” mentre si assicura il controllo civile totale sui militari.

Sarà abrogata la costituzione dei militari del 2008 e sarà scritta una nuova carta che “incarni i valori del federalismo e della democrazia, guadagnandosi il consenso di tutte le parti importanti” per stabilire una “nuova unione federale democratica”. Infine cercheranno di istituire un meccanismo di giustizia della transizione.

La dichiarazione congiunta sottolinea nove posizioni per affrontare le criticità complesse del periodo di guerra e del dopoguerra.

I primi due sono sull’usurpazione militare illegale del potere che viola loro stessa costituzione.

La terza posizione chiarisce che non si tornerà allo status quo precedente. Si ricordi che il golpe fu fatto il giorno prima dell’insediamento del parlamento dopo che NLD di Aung San Suu Kyi sconfisse pesantemente il partito dei militari USDP alle elezioni novembre 2020.

Andando avanti, i parlamentari eletti non si insedieranno. L’elezione di novembre 2020 sarà considerata come un “mandato per il cambiamento rivoluzionario e per la creazione di un nuovo sistema politico”.

Il quinto obiettivo formula: “Ogni elezione tenutasi sotto l’articolo della costituzione del 2008 serviva solo a perpetuare il governo militare a tempo indefinito”.

Mentre le agenzie politiche createsi dopo il golpe, Committee Representing Pyidaungsu Hluttaw e il NUG godono di legittimità popolare e avranno un ruolo notevole nel progredire, il documento è chiaro sul bisogno di una “guida politica collettiva”.

Mettere tutto in gioco

La dichiarazione sostiene “la gestione della nazione nell’era post-rivoluzionaria sarà affidata a tutte le parti interessate alla causa della rivoluzione”.

Ciò significa che tutte le organizzazioni di resistenza etnica e le entità unitesi alla rivoluzione di Primavera avranno un posto al tavolo.

La quarta posizione chiarisce che il NUG e alleati mettono tutto in gioco e cercano la sconfitta dei militari. Non negozieranno con i militari tal quali sebbene siano abbastanza pragmatici da fare accordi con singoli capi.

Ma insistono nel dire che non ci sarà posto al tavolo per i militari nella delibera sul futuro costituzionale del paese. Ci sono tutte le paure di temere che se dà un seggio ai militari, loro reclameranno i diritti e prerogative politiche ed economiche.

La sesta affermazione stabilisce che “si deve formulare una nuova costituzione democratica federale con il consenso di tutte le parti importanti” senza però individuare chi esse siano.

L’ottava posizione è il rigetto delle elite politiche economiche e politiche tradizionali e la ricerca di una democrazia più inclusiva.

Le ultime due posizioni si sono concentrate sull’impegno a “impegnarsi in modo costruttivo” con il blocco regionale del Sud-Est asiatico ASEAN per risolvere il conflitto e coesistere pacificamente con i suoi vicini.

A tal fine, la dichiarazione congiunta delinea sei piani d’azione per la creazione di una democrazia federale.

Via di uscita per militari

Questi includono la continuazione delle operazioni militari. Mentre accettano dei negoziati con “capi responsabili dei militari per porre fine al governo militare e la transizione pacifica del potere”, sottolineano una precondizione fondamentale: l’accettazione senza condizioni dei capi militari dei sei obiettivi politici”.

Ciò non è possibile senza una pressione continua e sostenuta contro la giunta. Se ci deve essere una via di uscita negoziata per i generali, deve essere sulla base di una posizione di loro debolezza.

Sulla sconfitta e resa dei militari, si illustra un processo di transizione a fasi a livello nazionale e locale, così come il ruolo di un governo di transizione e la stesura di una nuova costituzione.

Un compito fondamentale sarà quello di ridisegnare le frontiere di stato. Sebbene non lo si affermi esplicitamente, ci sono richieste di rompere gli stati a maggioranza etnica Bamar.

E’ importante che per tutti questi essi includono tutte le parti ed entità che hanno partecipato alla rivoluzione contro la dittatura militare.

Sembra che l’onere di creare governi locali ricadrà sugli eserciti etnici come già visto con i Karenni nel Myanmar Orientale. E’ meno chiaro il ruolo che le varie armate etniche che non hanno partecipato alla rivoluzione di primavera avranno nel creare il governo locale.

La dichiarazione congiunta si chiude con la promessa “di continuare nei nostri sforzi rivoluzionari, mantenendo la cooperazione e collaborazione forte con le forze rivoluzionarie alleate”.

Preoccupazioni su chi non ha firmato con la rivoluzione di primavera

Qualche preoccupazione la pone chi non ha firmato questo documento. Tra i firmatari ci sono il Chin National Front, la Karen National Union, e il Karen National Progressive Party. Il KIO e le tre dell’alleanza della Fratellanza non hanno firmato, sebbene resti la porta aperta verso di loro.

Queste organizzazioni non hanno dato spiegazioni per non aver firmato. Ma nell’importante stato occidentale del Rakhine, Arakan Army non si fida del NUG che loro considerano troppo dominato dal NLD Bamar. Di tutte le armate etniche hanno mostrato il maggior desiderio di indipendenza e ora discutono più di confederazione che di unione federale.

Se Arakan Army non può essere dentro, si capisce che i suoi alleati si sarebbero trovati in una posizione scomoda se avessero aderito.

Si dice che abbiano avuto un ruolo le posizioni cinesi sebbene è difficile vedere cosa minaccerebbe gli interessi di Pechino.

Mentre alcuni considereranno prematura la dichiarazione congiunta, non è mai una cosa cattiva rafforzare lo stato finale desiderato.

Più si avvicina la sconfitta dei militari da parte dell’opposizione, più potrebbe crescere la sfiducia degli eserciti etnici nel NUG dominato dai Bamar che deve costantemente rafforzare il proprio impegno ad una nuova costituzione federale che contenga una sostanziale devoluzione del potere economico e politico.

La promessa di Min Aung Hlaing di sconfiggere l’opposizione è delirante. In tre anni i militari non solo non hanno consolidato il potere, ma hanno perso il controllo effettivo di gran parte del paese, mentre l’opposizione cresce di forza, legittimazione ed unità. Loro offrono la sola strada per andare avanti.

Zachary Abuza RFA

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