Sairee, il sogno del paradiso che diventa l’incubo dell’isola della morte

In un precedente post abbiamo riportato quanto apparso sul Samuitimes e su giornali scandalistici inglesi sul caso della ragazza inglese stuprata sulla spiaggia di Sairee Beach dopo essere stata drogata insieme al suo amico.

Finalmente anche i giornali thailandesi si sono accorti di questa storia e vogliono vederci un po’ chiaro anche per cancellare l’appellativo dispregiativo di Isola della Morte affibbiato all’isola di Koh Tao, dopo le comparse mai chiarite di molti turisti occidentali.

Troppi indizi puntano ad un gruppo criminale in combutta con elementi della polizia locale che distruggono il sogno di paradiso di molti giovani stranieri. Sono quelli a infangare e deturpare quanto di bello c’è a Koh Tao e in Thailandia in generale.

Molto positiva è l’intervista che un giornalista del Nationmultimedia, Sutichai Yoon, ha fatto alla madre della ragazza apparsa su Youtube.

Riportiamo quanto scritto su una pagina Facebook da CSI LA su di un’intervista di un giornalista inglese con la madre della ragazza, tratto da Thethaiger.com.

La ragazza di 19 anni ha un nome, Isabel Victoria Bakter, ed ha le prove di essere stata drogata e stuprata analmente allo stesso modo di Hannah Witheridge, (nei suoi luoghi stessi in cui fu stuprata ed uccisa insieme a David Miller).

La donna dice che “prima che sua figlia facesse quel viaggio in Thailandia stava lavorando in un orfanotrofio nello Sri Lanka per due mesi. Poi insieme ad un amico venne in Thailandia. Il giorno prima che sarebbe dovuta ripartire in Inghilterra stava bevendo insieme al suo amico prima al Fishbowl Bar e poi al Leo Bar.

I due dopo si sentirono ubriachi e decisero di andarsene a piedi verso l’hotel. Ricordano che una persona thailandese la chiama prima di svenire. Quando si svegliò lei vide l’uomo thailandese andarsene in moto.
La ragazza dice che la sua parte inferiore era nuda. Ed ha affermato di essere stata stuprata nell’ano.
“Si incamminò all’hotel. Il suo amico trovò che sulla maglietta nera aveva dello sperma. Un amico della ragazza ha detto che quella stessa notte era stato derubato.
“Dopo di che andarono alla stazione di polizia di Koh Pha Ngan ma la polizia dice che l’incidente era accaduto a Koh Tao e che non accettavano la denuncia di stupro ma potevano scrivere un rapporto sul furto.
La ragazza ritornò in volo in Inghilterra. E’ felice di essere ancora viva. E’ andato da un dottore e ha contattato un’organizzazione di sostegno alle donne stuprate. Portò poi alla polizia di Lewisham la maglietta nera come prova.
Il suo amico ritornò a Koh Tao per chiedere di vedere le riprese delle telecamere ma la polizia affermò che le telecamere non funzionavano quella sera.”

La madre di Isabel poi parlerà a Sutichai Yoon nell’intervista web.

La madre poi ha aggiunto alcune cose:
“Nostra figlia ha visitato i medici dell’ospedale del Sussex vicino all’aeroporto di Gatwick. SI trova sotto il sostegno di un lavoratore presso il centro di crisi per stupro di Haven a Londra ed ha consegnato la maglietta nera e la dichiarazione completa data alla polizia di Lewisham.”

Come detto nel nostro articolo a polizia thailandese di Koh Pha Ngam ha rigettato le notizie sulle dichiarazioni di Isabel, dichiarazioni che invece la madre sostiene con forza essere state fatte.
Ora ci sono novità perché il comando regionale della polizia ha ordinato alla polizia di Koh Tao di fare indagini sulle notizie apparse e verificare quanto scritto.
“Anche se non c’è stata alcuna denuncia, ho istituito un comitato di indagine per indagare, raccogliere prove e verificare quanto accaduto” ha detto Maj. Gen. Apichart Boonsriroj. “Dobbiamo fare del nostro meglio”
La famiglia contesta che non ci sia stata denuncia ed ha affermato che la polizia non ha voluto raccogliere la denuncia di stupro che la ragazza ha voluto fare alla polizia insieme ad un amico sull’isola vicina di Koh Phangan il giorno dopo.
Isabel o la madre dovranno andare in Thailandia entro tre mesi da questa orribile storia per poter fare la denuncia ufficiale.
La vicenda di Hannah e David, il loro supplizio, le indagini cattive, il processo che porta alla condanna a morte di due ragazzi birmani dell’emigrazione sono ancora vivi e sembrano ripetersi ancora.

Speriamo che Isabel potrà avere finalmente giustizia. Solo così si cancellerà quell’appellativo di isola della morte alla bellissima isola di Koh Tao e svegliarsi dall’incubo dell’isola della morte.

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