Salafismo si rafforza tra gli studenti delle università statali indonesiane

Secondo un rapporto di un istituto di ricerca indonesiano, Setara Institute for Democracy and Peace, si rafforzano tra gli studenti musulmani delle università statali le attività religiose influenzate dal salafismo ed il sostegno alla creazione di uno stato governato dalla legge della Sharia.

Il discorso dominante degli studi religiosi nei campus universitari è che l’Islam si trova sotto attacco e che la soluzione sarebbe o la creazione di uno stato islamico oppure l’imposizione della legge islamica della Sharia.

“In varie università pubbliche crescono ancora idee e movimenti esclusivi come Salafismo – Wahabismo, Tarbiyah e Tahririyah” dice il rapporto.

Salafismo è un movimento musulmano sunnita che abbraccia un’interpretazione letterale del Corano ed un ritorno alle tradizioni dell’era del Profeta. La religiose ufficiale Wahhabi dell’Arabia Saudita si basa su alcune parti del Salafismo e secondo molti rapporti il Wahhabismo ha alimentato l’estremismo globale ed il terrorismo.

“Potenzialmente questa situazione potrebbe essere una minaccia alla Pancasila, la democrazia e lo Stato Unitario dell’Indonesia” secondo il rapporto del Setara.

L’Indonesia che è la nazione musulmana più popolosa al mondo è uno stato laico dove vivono minoranze religiose, diversità linguistiche e culturali ed un’ideologia di stato che accetta il pluralismo.

Tarbiyah è un movimento che si ispira alla Fratellanza Musulmana, organizzazione sunnita transnazionale fondata in Egitto un secolo fa che cerca di applicare la Sharia sotto un califfato globale.

Tahririyah si riferisce all’insegnamento di Hizb ut Tahrir, organizzazione politica panislamica che sostiene la creazione di un califfato islamico. Il governo decretò nel 2017 l’illegalità del ramo indonesiano Hizbut Tahrir Indonesia (HTI) come minaccia all’unità e pluralismo della nazione.

“Lo scioglimento del HTI non ha ucciso le idee che si diffondono comunque. C’è stata una pausa dopo lo scioglimento, ma ora esiste un movimento clandestino.” dice Halili che dirige il Setara.

I militanti di questo movimento cerca di dominare l’associazione studentesca sul campus secondo il rapporto.

“Di conseguenza l’ambiente del campus tende ad essere esclusivo, opposto ad una guida non musulmana dell’organizzazione o anche di musulmani che sono esterni al gruppo”

Asep Saifudin che fa parte dell’Associazione Indonesiana dei rettori universitari, dice che lo studio non riflette le idee della maggioranza degli studenti universitari.

“Avendo detto ciò abbiamo bisogno di vedere che le organizzazioni studentesche siano aperte sulle loro attività e che conducono un dialogo con gli studiosi moderati per poter allargare il loro orizzonte religioso.”

Secondo il ricercatore dell’Università Islamica di stato Sunan Kalijaga Nurhaidi Hasan il rapporto è allarmista.

“Quello che accade è il fenomeno del post islamismo. C’è un po’ dell’ideologia della Fratellanza Musulmana, ma si è diluita” dice Nurhaidi che nel 2017 condusse uno studio sugli studenti musulmani del millennio.

“Gli studenti non leggono più i libri di Hasan al-Banna o di Sayyid Qutb” dice riferendosi ai capi della FM. “Leggono libri degli oratori popolari indonesiani come Felix Siauw che tratta con i problemi di ogni giorno dei giovani musulmani”

Felix Sauw è un giovane cinese inizialmente cattolico convertitosi all’Islam e poi divenuto predicatore islamico.

Intolleranza è una questione seria in Indonesia e non è solo limitata alle università pubbliche, dice Nurhaidi.

“Del problema fa anche parte la mancanza di risoluzione contro l’intolleranza che prende di mira le minoranze”

Mohammad Hasan Ansori, analista sull’antiterrorismo al Habibie Center ha messo in guardia nel descrivere le attività degli studenti musulmani con un solo colore.

“I gruppi di studio religiosi come Tarbiyah sono per lo più conservatori e puritani ma non sono radicali. Non si oppongono alla democrazia ma vogliono che l’Islam ne sia parte”.

Stima che meno dellun per cento degli studenti musulmani sono radicali, persone che potrebbero essere convinte ad usare la violenza per imporre la propria ideologia agli altri o a rigettare la democrazia ed il concetto di stato laico.

“Ma essere conservatori è un passo verso l’essere radicale poiché l’ambiente porta al radicalismo”

Lo scorso anno la National Intelligence Agency (BIN) sosteneva che la sua inchiesta del 2017 mostrava che circa il 39% degli studenti universitari erano stati esposti all’ideologia islamica radicale.

Moli intervistati delle università private e statali di 15 province indicavano che avrebbero sostenuto l’Indonesia come paese islamico e avevano espresso sostegno al ISIS.

Le cifre sono consistenti con quanto trovato da Alvara Research Center di Giacarta e Mata Air Foundation ad ottobre 2017. I gruppi intervistarono 1800 studenti di 25 grandi università e 2400 studenti delle superiori a Giava o altre isole.

L’indagine del Alvara mostrò che il 17.8% degli studenti universitari ed il 18.3% degli studenti delle superiori preferivano il concetto di califfato governato da un capo spirituale musulmano rispetto alla attuale repubblica.

Uno degli istituti che secondo l’agenzia dell’antiterrorismo nazionale era a maggior rischio di esposizione al radicalismo, Bogor Institute of Agriculture (IPB), è riuscito di recente a ridurre l’influenza degli islamici. La scuola ha confinato tutte le attività religiose nella moschea del campus e ha promosso le attività di differenti gruppi religiosi anche non musulmani.

“Sono dati loro i luoghi e la protezione che non ha precedenti nella storia del IPB” ha detto Cahyono, ricercatore del Setara. “Le cose cambiano presso IBB. L’influenza islamica era massiccia prima. Potevano persino impedire lo svolgimento di eventi culturali se lo consideravano immorale”

Anche altri college pubblici come Gadjah Mada University e University of Indonesia riescono a limitare l’influenza islamista, secondo Halili.
Ahmad Syamsudin Benarnews

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