Cresce la tensione politica in Cambogia in seguito all’esecuzione sommaria in pieno giorno di un attivista famoso a Phnom Penh.
Kem Ley, un importante commentatore politico e militante di base che aveva appena creato un partito politico, è stato ucciso alle 8.30 del mattino del 10 luglio mentre beveva un caffè in una stazione di benzina del centro città. L’assassinio ha profondamente scosso il paese facendo salire il termometro politico mentre il paese si avvia nel prossimo giugno alle elezioni locali ed alle elezioni del 2018.
La polizia ha arrestato un uomo che ha confessato l’omicidio per non aver ricevuto il pagamento di un debito di 3000 dollari, ma in tanti cambogiani hanno velocemente denunciato la natura politica di questa esecuzione, l’ultima di una serie che risalgono agli anni 90. Il capo dell’opposizione cambogiana Sam Rainsy, con un messaggio sulla sua pagina di Facebook qualche ora dopo l’omicidio, ha definito la morte di Kem Ley un omicidio ed un atto di terrorismo di stato.
Il monaco buddista e attivista politico Loun Sowath ha detto che il crimine porta tutti i segni del modo tradizionale di fare politica in Cambogia. “Uccideranno chiunque sia audace, sveglio, chiunque sia un capo”.
Negli ultimi anni, Kem Ley che presiedeva la rete rurale di difesa Khmer per i Khmer era diventato una presenza costante delle radio in lingua khmer rivolta alla gente delle campagne.
“Kem Ley aveva il dono della comunicazione. Riusciva a semplificare le grandi idee e politiche in modo che i khmer riuscivano a capirlo” ha detto Ou Virak.
Nel giugno 20015 Khmer per i Khmer registrò un nuovo partito politico “Partito della democrazia di base” che stava lavorando a presentare le liste nelle prossime elezioni locali. Qualche giorno prima Kem Ley aveva illustrato un rapporto di Global Witness che accusava Hun Sen e la sua famiglia di aver accumulato grandi ricchezze nei due decenni scorsi.
Quando la notizia raggiunse i media sociali, folle sono discese nella stazione di benzina dove avevano ucciso Kem Ley impedendo all’ambulanza di portare via il suo cadavere. Fu poi alla fine portato nella pagoda di Wat Chas, dove resterà fino al 20 luglio per essere cremato.
Il 12 luglio una vasta folla si è radunata nella pagoda per dare l’ultimo saluto. “Tutti siamo profondamente colpiti” ha detto un e membro della corte costituzionale e membro dell’opposizione Son Soubert. “Kem Ley era molto popolare. Per il modo con cui costruiva i suoi discorsi tocava il cuore dei poveri. Hanno accettato quello che ha detto”.
Il suo assassinio sottolinea la crescente tensione politica in Cambogia. Negli scorsi 12 mesi il governo di Hun Sen e del PCC, partito comunista cambogiano, ha arrestato oltre 20 persone come parlamentari di opposizione, militanti dei diritti ed un membro della Commissione Elettorale Nazionale.
Il capo dell’opposizione Sam Reinsy del CNRP, è in esilio volontario per evitare l’arresto per una vecchia diffamazione. Nel frattempo il vice del partito Kem Sokha è rinchiuso dentro il quartier generale del suo partito da sei settimane per un’accusa penale per una presunta relazione con una giovane estetista.
L’assassinio in pieno giorno di Kem Ley è un ricadere disturbante ai vecchi tempi di primi anni 90 e anni duemila, quando erano una quotidianità disturbante le esecuzioni quotidiane di giornalisti, sindacalisti e membri dell’opposizione.
Tra le vittime più conosciute c’erano i politici come Om Radsady, ucciso mentre pranzava a Phnom Penh agli inizi del 2003; Chea Vichea, sindacalista ucciso davanti ad una rivendita di giornali, l’anno seguente. Human Rights Watch afferma che oltre 300 persone sono state uccise in attacchi politici dagli inizi degli anni 90. Pochissimi responsabili sono stati portati in tribunale per questi omicidi.
Hun Sen ha promesso un’indagine “vigorosa” invitando i propri connazionali a non giungere a conclusione affrettate. Ma in un discorso del 12 luglio ha detto che l’omicidio potrebbe essere stato organizzato da suoi nemici non meglio specificati per screditare il governo.
“E’ una perdita immensa e colpisce l’immagine del governo. Chi ha beneficio da un simile caso che è accaduto in un momento in cui il governo parla di pace e sicurezza per la gente?” ha detto Hun Sen.
In seguito un sito di notizie allineato al CPPP ha apertamente accusato dell’omicidio il partito di opposizione in generale e Kem Sokha in particolare, affermando che Kem Sokha considerava Kem Ley un traditore.
70 gruppi della società civile cambogiana, il giorno 11 luglio, in una dichiarazione unitaria, affermavano che il solo modo per placare la rabbia dell’opinione pubblica è di condurre una indagine trasparente sull’omicidio. “E’ imperativo che le indagini sull’assassinio di Kem ley siano condotte nel modo più trasparente possibile se devono essere credibili e on debbano generare incomprensioni”. Il principale indagato è un ex soldato e guardia forestare Oeuth Ang già interrogato dai giudici.
Mentre la violenza politica è pian piano scemata nella vita politica cambogiana man mano che Hun Sen che consolida il suo potere, il suo partito al potere dal 1979 incontra una forte sfida nell’estendere oltre le elezioni del 2018 il proprio regno.
Alle scorse elezioni del 2013 il CNRP tagliò profondamente la maggioranza parlamentare del partito al governo per lo scontento pubblico generale per l corruzione, le istituzioni pubbliche paralizzate e la mancanza di opportunità economiche.
Per un elettorato più istruito e connesso, la vecchia legittimità al potere del CPP, secondo cui ha portato pace e stabilità al paese dopo decenni di caos, comincia a non avere più effetto.
In questo contesto Kem Ley aveva assunto uno status sempre più importante come commentatore e militante che senza paura analizza le malattie del proprio paese. Fu dopo le elezioni del 2013 che perse la speranza nel CNRP e fondò la rete di difesa Khmer per Khmer guadagnandosi un vasto seguito.
Per ora la rabbia pubblica sembra essere contenuta. Ma Son Soubert ha detto che, mentre le tattiche politiche violente potrebbero aver raggiunto lo scopo nel passato cambogiano, a lungo termine è meno probabile che incuteranno paura nelle nuove generazioni che hanno dalla loro una maggiore connessione internet e maggiori conoscenze sul proprio paese di quanto lo avessero le generazioni precedenti.
“Non credo che riusciranno ad intimidirli più, specialmente i giovani. Sono più istruiti pesino nelle campagne. Loro dicono non potete mentire a noi ora. Sappiamo tutto.”
SEBASTIAN STRANGIO, ASIA.NIKKEY.COM