La battaglia contro il Coronavirus della sanità malese è complicata dalle notizie false e l’incessante giostrare per il potere politico
Il ministero della sanità malese sembra intravedere qualche passo positivo nella battaglia per contenere la terza ondata del COVID-19. Sebbene qualche stato ed i Territori Federali abbiano visto l’estensione dei loro ordini di controllo del movimento, MCO, altre aree si sono mosse verso una ripresa meno restrittiva o in modi condizionali del MCO.
Ma i messaggi dalle varie parti della divisione politica sono stati contraddittori. Non è certo una sorpresa data la posizione avversata ed indeterminata del primo ministro Muhyiddin Yassin. Dopo essersi ritirato chiaramente dal sostenere la coalizione PN, Perikatan Nasional, i politici del UMNO non si sono trattenuti nella loro critica di tutti gli aspetti della gestione della pandemia del governo.
E’ dopo tutto una battaglia per restare importanti e rilevanti.
L’affermazione del UMNO è che il paese può sopravvivere alla pandemia se il governo è gestito dal partito col maggior numero di seggi in parlamento (non vince nulla chi indovina chi sia il partito). L’appello è che sia tolto lo stato di emergenza, che il parlamento sia riunito per il voto di fiducia o sia dissolto per andare alle elezioni nazionali.
Comunicazioni contrarie
Uno studio sulle pagine dei media sociali dei politici UMNO rivela tantissime affermazioni di sostegno a favore della popolazione più debole con richieste a nome dei contadini, dei pescatori e dei giovani delle campagne che hanno grandi problemi con l’apprendimento online. Ogni nuova iniziativa sulla pandemia è screditata da un’obiezione.
Comunque, poiché il governo PN si pone come colui che ascolta, molte direttive sono state ritirate e cambiate per rispondere alla risposta pubblica e alla critica politica. Di conseguenza, i critici politici del PN cercano di colpire un obiettivo in movimento e le loro posizioni si modificano altrettanto rapidamente con la revisione delle procedure operative standard.
Per esempio, sulla sua pagina Facebook l’ex premier malese Najib Razak derise il bisogno di un MCO con minori restrizioni affermando che il solo metodo efficace di fermare la pandemia è una serrata totale.
Comunque questa posizione cambiò ad una di sostegno per i poveri in cui chiedeva più assistenza per alleviare la loro sofferenza e ad una riapertura dell’economia. Poi derise il pacchetto di aiuti del governo per la pandemia domandando come ci si potesse permettere di continuare a dare soldi contanti per i poveri.
Ci si chiede se questo sia un puro politicare invece di una discussione di politica. Quando UMNO era ancora alleato del PN molti tra le sue file elogiarono il primo programma di assistenza da essere rilasciato, Penjana, come un programma che seguiva iniziative simile di successo fatte dal governo Najib.
Dubbi e sfiducia
Le inconsistenze politiche ci saranno sempre, ma in un disastro sanitario nazionale alternative non verificate possono essere fortemente negative.
Per tutta la gestione del Covid19 malese il direttore generale della sanità malese Noor Hisham Abdullah è stato un faro di informazioni e rassicurazioni per tutte le nuvole di confusione politica.
La maggioranza dei malesi ignoravano chi era al potere rivolgendosi al direttore generale della sanità malese per chiedere direttive e valutazioni accurate.
Sdegnati forse dai dubbi posti dal discorso politico si sono messe in dubbio persino le direttive e le statistiche del ministero della sanità malese.
Nelle ultime settimane c’è stato un allarme e frustrazione crescenti rispetto ai numeri crescenti di infezioni, di morti e della diffusione dell’epidemia verso aree rurali isolate nonostante il MCO.
Nelle aree urbane molti si domandavano apertamente se i numeri minori di infezioni sono solo il risultato di un cambio nelle procedure di analisi.
Reazioni rurali
Ma nelle aree rurali, come i bordi di Iskandar Puteri a Johor, le comunità sono molto strette. In questi villaggi le contese andavano tra accuse per cui il virus è una bufala per controllare la gente per il potere politico ai dubbi che gli annunci di morte fossero legati al Covid-19.
“Ogni giorno si muore, chi ci dice che non accada per altre ragioni?” dicevano molte persone che chiedevano che il ministero della sanità malese rendesse noti i nomi dei morti per provare che fossero reali.
Il ministero della sanità è ora più specifico nel rivelare i luoghi dei nuovi focolai. Quando si rilasciano gli annunci del ministero sui focolai e le infezioni, comunque, alcuni si domandano se le cifre siano reali. Le notizie di malattia o morte in un’area rurale si diffonde rapidamente.
Attraverso WhatsApp e Facebook circolano video che mettono in dubbio la legittimità e l’esistenza del virus. Alcuni citano rapporti pubblici che dubitano dell’infettività e dei pericoli del virus.
Molti di questi video sono ospitati da individui apparentemente istruiti e ben articolati che possono facilmente cambiare lingua dall’inglese al malese, portando credulità alle loro affermazioni. Altri si vestono con abiti religiosi.
I discorsi in questi video attingono alle paure socio-economiche e alle incertezze della medicina. Mentre la fonte di questi video non è mai rivelata e conviene che i presentatori siano mascherati, la validità delle loro affermazioni è raramente dubitata.
Le conversazioni rurali seguono queste narrazioni e talvolta aggiungono al pantano “personali esperienze” di “qualcuno che conosce qualcuno che ha preso il virus, e stavano bene anche se erano finiti in terapia intensiva”
La Malesia ha bisogno di guarire
Perché un paese possa sopravvivere il Covid-19, deve unirsi per fare quanto necessario per combattere il virus. I Malesi non sono solo separati per classe e status economico, ma sono profondamente divisi dalla politica ed i politici.
Le notizie false e la continua battaglia politica per il potere non aiuterà che ha paura e soffre come conseguenza del Covid o delle ricadute economiche.
Un modo per uscirne è che le autorità sanitarie facciano conoscere le informazioni accurate ed accessibili alle comunità rurali.
Per raggiungerle meglio possono usare la lingua locale e sfruttare il potere degli artisti, degli atleti, del clero religioso e persino le persone influenti.
Altrimenti le persone ai margini non prenderanno mai seriamente ogni procedura operativa standard, mettendo in pericolo sé e gli altri; al peggio potrebbero sfidare attivamente solo le direttive e coloro di cui non si fidano.
Una cittadinanza che soffre economicamente ed ha paura di una malattia incomprensibile è facile da incitare a fini politici.
Serina Rahman, FULCRUM.sg