Scioglimento di Jemaah Islamiyah e speranza per la sicurezza

Vari membri importanti di un gruppo terroristico indonesiano hanno decretato lo scioglimento di Jemaah Islamiyah con una dichiarazione fatta con un video presso l’Agenzia Nazionale Antiterrorismo nella città di Bogor il giorno 30 giugno.

Il suo capo anziano Abu Rusdan ha detto che i capi del gruppo e dei collegi islamici ad essa affiliata hanno accettato di dichiarare lo scioglimento di Jemaah Islamiyah e ritornare nelle braccia dell’Indonesia.

scioglimento di Jemaah Islamiyah
AFP PHOTO / FILES / Bay ISMOYO

Gli analisti hanno avuto reazioni differenti ed alcuni hanno espresso scetticismo sulle ragioni che hanno spinto il gruppo a fare questo passo anche in relazione alle attività che non sono alla luce del sole.

Vari analisti hanno espresso cautela su questa dichiarazione di un gruppo che si è reso responsabile di tanti attacchi terroristici sanguinosi nella regione e che ha ancora una sua forza.

Oltre ad Abu Rusdan, religioso militante arrestato a Bekasi a settembre 2021 erano presenti altre figure di spicco come Para Wijayanto arrestato nel 2019 per reclutamento di militanti e raccolta di fondi per la Siria nell’evento che sarebbe stato organizzato dal Densus 88, squadra antiterrorismo della polizia nazionale

“Siamo pronti ad essere coinvolti nella promozione dell’indipendenza del paese affinché l’Indonesia diventi un paese avanzato e rispettato. Siamo pronti a seguire le regole legali” ha detto Abu Rusdan in un video che è stato pubblicato sul sito Arrahmah il 2 luglio.

Abu Rusdan ha promesso di adeguare il curricolo scolastico dei collegi islamici con il credo ufficiale rimuovendo i contenuti estremisti dal curricolo e dai materiali di insegnamento.

JI fu fondato nel 1993 dai religiosi indonesiani Abdullah Sungkar e Abu Bakar Bashir e si proponeva di stabilire uno stato islamico conservatore nel Sudest Asiatico.

Mentre Abdullah morì nel 1999, Abu Bakar Bashir fu arrestato nel 2011 per aver finanziato un campo di addestramento ad Aceh e fu rilasciato nel 2021 dopo aver scontato i due terzi della condanna inflittagli.

Il gruppo JI fu responsabile delle tremende bombe di Bali del 2002 che uccisero oltre 200 persone in prevalenza turisti australiani oltre ad attacchi sia in Indonesia sia nelle Filippine. Il gruppo si sarebbe reso responsabile degli attacchi del 2003 e 2009 contro il Marriot Hotel a Giacarta e le bombe all’ambasciata australiana del 2004. Fu messo fuori legge nel 2008.

Il gruppo attirò su di sé una forte repressione e attenzione delle forze di sicurezza che hanno indebolito il gruppo che da un decennio non conduce attacchi mortali. Resta però per molti analisti la cautela nel valutare questa ultima dichiarazione del gruppo.

Per Noor Huda Ismail della Rajaratnam School of International Studies a Singapore questa dichiarazione è il punto di approdo di una lunga discussione in carcere tra i leader del gruppo che però non esclude al momento la possibilità che si formino gruppi separatisti in disaccordo i quali useranno la violenza per dimostrare la propria fedeltà al jihad.

Per altri come Muh Taufiqurrohman del Centro di Studi su radicalizzazione e deradicalizzazione non esiste una via di uscita da JI: “Una volta entrati, sarà sempre JI”.

Per un ex capo regionale del JI Nasir Abas, questo evento dello scioglimento di Jemaah Islamiyah è una vittoria grande di Densus 88 che ha sempre lavorato affinché i membri di JY si allontanassero dal gruppo.

“Apprezzo quello che Densus 88 ha fatto. I capi di JI potrebbero avere influenza su altri membri di JI ma non su tutti. Non si può sottostimare JI. I capi si possono essere addolciti ma i più giovani potrebbero essere contrari”.

Mohamad Adhe Bhakti, direttore esecutivo del PAKAR, ha detto che JI aveva già preso le distanze dalla violenza con la guida politica di Para Wijayanto scegliendo così un percorso che è il più logico, sciogliendo Jemaah Islamiyah.

“Sono preoccupato però per quei gruppi che si separeranno ed emergeranno a livelli più alla base” e potrebbero non seguire le indicazioni dei leader.

Il figlio del fondatore di Jemaah Islamiyah, Abdul Rahim Ba’asyir, ha dato il benvenuto alla decisione: “E’ stata una buona cosa che abbiano disciolto il gruppo e dichiarato di voler tornare nelle braccia dello stato indonesiano. Aiuta ad allontanare la falsa nozione che i musulmani sono terroristi”.

Dopo la decisione di messa fuori legge nel 2008, il gruppo ha continuato ad operare in modo clandestino reclutando fondi, membri e facendo addestramento militare.

Si crede che il capo attuale del gruppo Para Wijayanto, condannato a sette anni nel 2020 per terrorismo, abbia favorito un approccio più moderato con lo sviluppo dell’istruzione e degli aiuti piuttosto dell’uso della violenza.

Per altri la spiegazione di questo cambiamento di rotta sta nel tentativo di proteggere le proprietà e le fonti finanziarie del gruppo particolarmente la sua rete di collegi islamici.

Un altro militante disilluso Sofyan Tsauri ha detto che c’è stata rabbia nel gruppo per questa dichiarazione e che potrebbero nascere nuove organizzazioni più radicali, per cui ci deve essere il monitoraggio e la guida da parte del governo.

“Senza di essi lo scioglimento non ha alcun senso” ha detto Sofyan che ha ricordato come nelle 100 scuole islamiche gestite da Jemmah Islamiyah si insegna una versione più letterale e puritana dell’Islam che però deve cambiare

Lo scioglimento di Jemah Islamiyah è “il culmine di un lungo spostamento verso la fine dell’esistenza di JI come organizzazione segreta e verso un’apertura negli interessi dell’aiuto e dell’istruzione islamica”. Lo ha dichiarato l’esperta Sidney Jones di IPAC di Giacarta.

“E’ una cosa reale. In qualche modo iniziò nel 2009 ma con l’arrivo di Para Wijayanto ad emiro ha acquistato forza” ha detto la Jones che ha riconosciuto la pericolosità delle fazioni separatiste, alcune delle quali potrebbero vedere tutto ciò come un tradimento.

Ali Imron, militante di JI che sconta la prigione a vita per le bombe a Bali del 2002, ha detto a maggio scorso che JI è una organizzazione senza capi da metà anni 2000 a causa della forte repressione dello stato indonesiano.

Se è scemata la violenza di JI, è cresciuta invece la minaccia del JAD che fu fondata nel 2015 ed è responsabile delle bombe del 2018 a Surabaya ed a Makassar.

Per Bilveer Singh dell’Università di Singapore, la storia dei gruppi islamici è sempre segnata da trasformazione e rinascita per cui bisogna essere cauti.

“I gruppi radicali non sono mai scomparsi dall’Indonesia sin dal 1945” ha detto Singh che ha ricordato come JI ha una storia di cambiamenti ogni 15 anni.

Ha avvertito che lo scioglimento potrebbe essere percepito come una mossa strategica, con alcuni membri che continuerebbero le loro attività in clandestinità e potrebbero formare un nuovo gruppo più pericoloso.

“La dichiarazione di Bogor può sciogliere JI, ma c’è il rischio che in Indonesia possa emergere un’organizzazione più pericolosa della JI”.

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