Le sfide della sicurezza per la Malesia dipendono sia dalle frontiere porose che dal fatto che lì i militanti riescono a confondersi socialmente
L’unità antiterrorismo della polizia malese arrestò il giorno 8 novembre nello stato di Sabah otto presunti militanti islamici, sette dei quali erano filippini legati al gruppo Abu Sayaff. L’altro era un militante malese che faceva da intermediario finanziario con militante ISIS malese Akel Zainal.
Uno di questi è accusato di aver reclutato bambini da utilizzare come soldati bambino da parte del gruppo di Abu Sayaff e li addestrava a portare le armi. L’uomo lavorava come operaio e il suo amico come tecnico.
Il capo della polizia malese Mohamad Fuzi Harun sosteneva che durante gli scontri a fuoco con le truppe questi bambini sarebbero usati anche come scudi umani.
I due erano stati arrestati poco prima di raggiungere Sandakan nello stato di Sabah per tornare nelle Filippine. Sandakan è uno dei punti di entrata in Mindanao dallo stato di Sabah. Uno dei due aveva già reclutato sette giovani che sono stati identificati e che probabilmente avevano lavorato con uno di loro. Un filippino invece sarebbe un vicecomandante del gruppo di Abu Sayaff a Basilan.
In precedenza la polizia malese aveva arrestato altri tre filippini coinvolti nelle attività di sequestri estorsivi in acque malesi.
Scrive nell’articolo “Le sfide della sicurezza per le autorità malesi” Amy Chew su CNA:
Quando la polizia malese annunciò l’arresto di otto presunti terroristi ha messo in luce un problema specifico che le autorità si trovano di fronte.
Qui gli stranieri entrano in modo legale ma poi vanno a fare attività militanti.
Sette degli otto presunti terroristi arrestati erano filippini, alcuni de quali lavoratori in Malesia come manovali nell’edilizia nello stato orientale di Sabah. Sembra che abbiano reclutato bambini nelle Filippine da essere usati come scudi umani e attività di rapimenti estorsivi.
Il numero totale di terroristi presunti arrestati è di 445 dal 2013 al 2018, 128 dei quali stranieri.
Alcuni di questi stranieri erano coinvolti in vari attacchi pianificati.
“Abbiamo sventato 23 attacchi dal 2013 dei quali tre attacchi includevano stranieri” ha detto Ayob Khan Mydin Pitchay capo dell’antiterrorismo malese.
Tre disegni eversivi che coinvolsero due filippini e due indonesiani furono sventati nel 2015, 2017 e 2018.
Lo scorso anno la polizia malese avrebbe sventato un tentativo di attaccare la cerimonia di chiusura dei giochi Asiatici a Kuala Lumpur da parte di Abu Sayaff.
Gli stranieri arrestati avevano legami con ISIS, AlQaeda, Lashkar e-Taiba del Pakistan, Abu Sayaff e Jemaah Islamiyah.
46 militanti stranieri sono filippini, legati ad Abu Sayaff secondo il capo dell’antiterrorismo, 35 invece sono gli indonesiani. 189 presunti terroristi sono stati portati in tribunale e 161 condannati. 114 sono stati liberati e 50 stranieri riportati nei paesi di origine.
Perché proprio la Malesia?
Gli esperti dicono che ci sono vari fattori a rendere la Malesia destinazione popolare per estremisti che cercano di perseguire attività fuori del proprio paese.
“La Malesia è considerata come un paese amico dei musulmani e per chi proviene dal Medio Oriente non c’è bisogno di visto. Cosa sfruttata da combattenti stranieri” dice Ahmad el-Muhammady, esperto di terrorismo. “Ed è facile confondersi perché ci sono molte comunità di mediorientali in Malesia. Ci dovrebbe essere un miglior controllo accurato degli arrivi da paesi arabi con persone che possono parlare l’arabo”
“Non ci deve sorprendere più” dice un ufficiale dell’intelligence con esperienza sui fatti del 11 settembre. “E’ facile entrare questo paese e stare calmi per un po’. Forse hanno anche una rete di sostegno qui”
Terroristi stranieri entrano per tantissime ragioni dallo sfuggire alle autorità del proprio paese alla ricerca di finanziamenti.
“Gruppi terroristici come AlQaeda hanno fondi propri mentre JI e IS sfruttano l’idea dell’oppressione contro i musulmani per raccogliere fondi” sostiene Ayob. “Ed i malesi sono molto generosi”
C’è anche il sospetto che le frontiere malesi sono più porose di quando dovrebbero essere per la corruzione alla frontiera dove i controlli non sono perfetti.
“E’ imperativo che il governo guardi la corruzione ai punti di entrata ed uscita del paese” dice Ahmad el Muhammady.
A marzo 2017 la polizia arrestò un ufficiale dell’immigrazione a Sandakan che avrebbe aiutato militanti indonesiani e malesi ad entrare a Sabah prima di andare nelle Filippine.
A settembre 2018 la commissione contro la corruzione arrestò sette ufficiali dell’immigrazione che aveano aiutato 15 gruppi criminali di schiavi a far entrare ed uscire dall’aeroporto internazionale di Kuala Lumpur persone e criminali a cui era vietato il transito.
Il 15 novembre la polizia malese ha detto che problemi con il sistema di passaporti elettronici avevano comportato l’entrata di persone a cui era vietato l’ingresso in Malesia. Lo stesso vicecapo della polizia denunciò questa debolezza come una grande minaccia per il paese.
“Finora raccogliamo informazioni e facciamo analisi. Quando le informazioni saranno sufficienti faremo un’operazione speciale”.
Sfide importanti
Dagli ultimi arresti si sa che i presunti terroristi abbiano vissuto e lavorato per anni senza essere individuati dalla polizia. Alcuni hanno delle imprese proprie che nascondono la loro attività criminale o che serve come base materiale quando scappano dalle autorità. Altri lavorano come guardie, manovali o piccoli commercianti.
Sette membri di Abu Sayaff, conosciuto per le attività estorsive con decapitazioni anche famose, lavoravano come guardie private quando sono state arrestate.
Alcuni militanti stranieri hanno contribuito a diffondere da docenti gli insegnamenti Salafiti del Jihad che sottendono al lavoro ideologico del IS o di AlQaeda. A settembre sette stranieri furono arrestati nello stato settentrionale di Perlis, tra cui 5 europei, un americano ed un mediorientale.
La minaccia crescente per il ritorno di AlQaeda?
Una minaccia da parte di militanti stranieri membri di AlQaeda o con legami con esso è una preoccupazione che cresce tra le autorità malesi.
Ad ottobre l’antiterrorismo arrestò un cinquantenne di AlQaeda a Selangor, un egiziano che aveva creato un’agenzia di pubblicità per una compagnia di un paese del Golfo.
“A questo punto sappiamo solo che ha istituito la sua impresa qui. Le indagini continuano”
Il capo della polizia malese Mohd Fuzi Harun aggiunge che il sospettato era stato già arrestato in Canada ed Egitto per coinvolgimento in attività terroristiche e documenti falsi di viaggio.
“In precedenza chi fece gli attacchi del 9 settembre 2001 entrò con calma in Malesia a dicembre 1999, discutere del progetto, poi se ne andarono negli USA per portare avanti gli attacchi nel 2001”
Nel 1995 un membro di AlQaeda, Wali Khan Amin Shah, un cospiratore di un progetto per far saltare in aria 12 aerei registrati USA fu arrestato in Malesia.
“Wali Khan aveva creato una compagnia in Malesia, Konsojaya Sendirian Berhad, una copertura per le sue attività terroristiche in Malesia” ha detto Ayob, il quale ha detto di essere vigili di fronte alla rinascita di Al Qaeda.
“Abbiamo informazioni che mostrano come AlQaeda si stia rafforzando e la sua strategia è di attivarsi dopo la caduta del ISIS”
Amy Chew, CNA