Dopo la condanna di una impiegata statale a 43 anni di carcere, è la volta di Thanathorn Juangroongruangkit ad aggiungersi alle altre 55 persone inquisite per lesa maestà.
In una sua diretta Facebook Thanathorn ha chiesto quali fossero le ragioni per cui è stato dato alla Siam Bioscience, impresa di proprietà del Re Vajiralongkorn, il monopolio nella produzione del vaccino anticovid in Thailandia.
Thanathorn ha chiesto perché fosse stata scelta Siam Bioscience per produrre importantissime dosi di vaccino della AstraZeneca e si è beccato in verità 11 capi di accusa di insulto alla monarchia.
La Siam Bioscience è infatti una piccola industria della farmaceutica che ha il solo merito di essere una delle tante proprietà di Re Vajiralongkorn, ma non di saper produrre vaccini.
La Siam Bioscience produrrà localmente il vaccino su un know-how della AstraZeneca per 200 milioni di dosi l’anno, delle quali 174 milioni sono destinate agli altri stati del Sudestasiatico mentre 26 milioni destinate alla Thailandia.
Il governo inoltre ha detto di essere in negoziato per comprare altre 35 milioni di dosi direttamente dalla AstraZeneca e comprerà altre 2 milioni di dosi del vaccino cinese CoronaVac.
Secondo Thanathorn sarà solo il 21% della popolazione ad essere vaccinato e soprattutto è in forte ritardo nel cominciare la vaccinazione.
“Viviamo ancora all’oscuro senza vaccino… cosa accadrà se dobbiamo aspettare altri sei mesi, magari in attesa di una terza o quarta ondata?. La gente vive nella paura e non possono tornare a vivere normalmente senza vaccino” ha detto Thanathorn che ha denunciato l’assenza di un piano vaccinale.
Ma ciò che ha portato all’accusa di lesa maestà è quanto detto qualche giorno prima sulla Siam Bioscience che sarebbe un’impresa fallita con perdite da mezzo miliardo di baht (150 milioni di euro), mentre ci sono imprese meglio disposte a produrre questo vaccino.
Inoltre il governo thai ha finanziato pesantemente lo sviluppo di un vaccino e ciò secondo Thanathorn potrebbe essere un conflitto di interesse, visto che solo la Siam Bioscience è in campo.
Questa critica diretta non è andata giù a Prayuth Chanocha ed è partita una denuncia per l’articolo 112 di lesa maestà perché Thanathorn “ha distorto tutto” fatta dal ministero della Economia Digitale.
Per Thanathorn l’accusa è pura accusa politica anche perché è stato lo stesso Prayuth già a novembre ad aver connesso la monarchia thailandese al piano di acquisto dei vaccini: il re aveva suggerito di usare la Siam Bioscience come produttore del vaccino.
“Prayuth prova sempre a distorcere le questioni ogni volta che c’è una critica verso la sua cattiva gestione tirando fuori l’istituzione reale per nascondere il suo fallimento” ha detto Thanathorn che ha sulla pelle altre accuse per sedizione. “Afferma sempre la propria fedeltà all’istituzione reale, afferma sempre di proteggere l’istituzione reale, ma non è questa la ragione per cui molti si domandano dell’istituzione reale in questo momento?”
In un precedente intervento su Facebook Thanathorn disse:
“Non stiamo ponendo troppe speranze su AstraZeneca e Siam Bioscience? E’ questo un accordo che costerà l’opportunità del paese a considerare altre opzioni che potrebbero aiutare ad espander la copertura e disponibilità del vaccino?”
In realtà il governo si è mosso in ritardo sull’acquisto dei vaccini e usa ora questo programma per accrescere il proprio rating con i vaccini ponendo tutte le speranze su di una sola impresa.
“Se qualcosa dovesse andare male, il generale Prayuth saprà gestire la responsabilità? La gente porrà domande anche sulla Siam Bioscience che è di proprietà di Re Rama X.”
Nel frattempo l’ente thailandese FDA ha approvato per l’utilizzo il vaccino di AstraZeneca di cui dovrà sincerarsi della qualità delle dose importate.
Ma la questione sollevata da Thanathorn e la successiva denuncia per lesa maestà hanno provocato un gelo nella AstraZeneca che non ha alcuna voglia di farsi tirare dentro una lotta politica tutta thailandese e che starebbe rimeditando il suo impegno in Thailandia.
Per quanto detto sopra è evidente che un ritiro della AstraZeneca dal progetto thailandese con Siam Science provocherebbe un crollo del programma vaccinale del governo che in questa vicenda ha impagnato una cifra di varie centinaia di milioni di euro.
Di seguito un commento di Pravit Rojanaphruk su Khaosodenglish
La legge di Lesa maestà porta il paese ad un punto di svolta
Draconiana, sproporzionata, anacronistica, oltraggiosa, barbarica, ingiusta… Sono le tante parole scelte dai thailandesi contrari alla legge di lesa maestà. Molti lo hanno fatto dall’ultimo balzo di casi, 55 sono ora sotto accusa da alcuni mesi.
La sentenza contro la donna di 64 anni Anchana Preelert a 43 anni di carcere per aver condiviso audio antimonarchici 29 volte ha mandato un’ondata di shock oltre la Thailandia ed è stato largamente denunciato.
Amnesty International e il gruppo di libertà di espressione ARTICLE 19 hanno emesso una dichiarazione dai toni forti:
“Nelle ultime settimane il governo thai ha lanciato molte nuove indagini contro i presunti critici della monarchia e si è data da fare per chiudere velocemente i casi che erano fermi da vari anni. Il rinnovato entusiasmo delle autorità per i casi di lesa maestà segna una svolta oscura verso una repressione già riprovevole della libertà di espressione in Thailandia” ha detto Matthew Bugher di ARTICLE 19 per l’Asia giovedì.
Il giornalista britannico della BBC Jonathan Head si è espresso su Twitter venerdì dopo che ad Anchan è stata rifiutata la cauzione dalla corte che ha citato il fatto che la donna “ha causato un trauma a chi è fedele alla monarchia”.
“Questo fa capire la pazzia della lesa maestà e il ragionamento contorto che produce. Quanti realisti sono stati traumatizzati dagli audio postati dalla signora? Quanti di loro li hanno mai ascoltati? Lo sa il giudice?”
Jonathan Head ha scelto la parola “pazzia” per descrivere la legge. E voi che parola scegliereste”
Nessuno deve sorprendersi se alcuni thai hanno scelto le parole “gista”, “equa” o “appropriata” perché questi sono realisti ed iperrealisti che credono che la legge sia ragionevole e necessaria a proteggere la monarchia.
Ed è qui che la Thailandia si trova, profondamente divisa e nessuno deve assumere che esista un consenso su cosa fare della legge.
La scorsa settimana seppi da segretario generale di Move Forward Party Chaitawat Tulahorn oa telefono che il suo partito si batterà in parlamento per emendare la legge di lesa maestà insieme ad altre leggi di diffamazione. Ma anche così, sarebbe difficile aspettarsi sostegno dagli altri partiti di opposizione per non citare i partiti di governo.
Ho chiesto Pichai Naripthaphan del Phueu Thai Party se il suo partito avrebbe sostenuto questa battaglia e lui è apparso cauto: “Dobbiamo ancora discutere la cosa che è argomento delicato”
La parola scelta è delicato. Nel frattempo il vice presidente del Phalang Pracharath di governo Paiboon Nititawan mi ha detto la settimana scorsa che il partito si opporrà ad emendare la legge. Simile risposta da parte di Ramet Rattanachaweng del partito democratico.
Questo vuol dire che il paese non si trova al culmine dove esista un consenso su che fare della legge.
Il culmine potrebbe arrivare se sempre più persone finiscono per essere accusati e imprigionati.
Mercoledì il ministero dell’economia digitale ha denunciato per lesa maestà il capo del Movimento Progressista Thanathorn Juanroongruangkit che ha messo in dubbio il piano vaccinale del COVID-19 che coinvolge Siam Bioscience, compagnia di proprietà della Corona, che ha ricevuto il diritto di produrre vaccini per il paese attraverso un contratto con la britannica AstraZeneca.
E questo ci fa fare delle domande: come può una impresa di proprietà della Corona essere protetta dalla legge di lesa maestà quando la legge stessa, che comporta un termine di 15 anni di carcere, afferma che la legge protegge Re, Regina, Principe ereditario e Reggente.
Quando una legge smette di apparire giusta agli occhi di molte persone, perde la sua efficacia. Attira più critica non solo contro la legge ma anche contro governo e monarchia stessa.
A quel punto l’uso di una legge ingiusta diventerà controproducente, e forse è già il caso.
A giudicare dal nuovo fenomeno di giovani che vanno a cinema i quali non si alzano per rispetto verso l’Inno Reale suonato prima della proiezione del film (cosa di cui sono stato testimone più di una volta nei mesi passati) e le continue proteste contro la legge, si potrebbe dire che la Thailandia si dirige sempre più vicino a quel culmine.
Il culmine è forse non solo il culmine per la controversa legge di lesa maestà ma per la Thailandia e la monarchia stessa.