Non siamo a Las Vegas, neanche a Macao. Siamo a Sihanoukville, un tempo la città addormentata lungo le coste della Cambogia, ora diventata una enclave che cresce a dismisura per i casinò cinesi, benché il gioco d’azzardo sia vietato.
Questi enormi grattacieli e grandi strutture coperte di lampeggianti insegne al neon hanno trasformato Sihanoukville in modo così radicale nel giro di due anni. Ce ne saranno oltre 70 casinò per la fine dell’anno.
Poiché è il solo porto profondo della Cambogia, elemento vitale nella via commerciale della Nuova Via della Seta del presidente Xi Jinping, è diventata un punto fondamentale per gli investimenti dalla superpotenza asiatica. Si vedono grandi progetti di costruzione gestiti da imprese cinesi in quasi tutti gli angoli della città, e le sue strade alla moda sono piene di imprese e ristoranti cinesi.
L’abbraccio totale del primo ministro cambogiano Hun Sen dell’investimento cinese, diversamente dalle vicine Birmania, Vietnam e Thailandia, ha assicurato che la Cambogia sia al centro dei piani centrali della nuova via ella seta nel Sudestasiatico.
La costa meridionale cambogiana ospita ora impianti di energia elettrica da oltre 4 miliardi di euro ed operazioni petrolifere offshore di compagnie cinesi. Al di là di questa città il denaro della Nuova Via della Seta finanzia una nuova autostrada diretta a Phnom Penh ed un più grande aeroporto.
La velocità di questo sviluppo ha innervosito molti cambogiani. Alcuni stimano che i cinesi costituiscano quasi il 20% della popolazione della città. Degli arrivi totali nella città nel 2017 quasi 120 mila sono cinesi con un aumento del 126% su base annua che alimenta la paura di crescente ostilità tra i cambogiani verso il nuovo influsso di residenti cinesi.
Le due comunità cambogiana e cinese pur vivendo fianco a fianco non interagiscono molto.
Seduto fuori del ristorante di famiglia e della Guest House a Otres Beach, il giovane Deu Dy indica preoccupato il complesso residenziale cinese in costruzione lì di fianco, messo su in meno di un anno al ritmo di 24 ore al giorno di lavoro.
“In due anni è cambiato tutto a Sihanoukville” racconta Deu Dy che studia il mandarino per integrarsi meglio con la nuova comunità della città.
“Prima era calmo qui, ma ora non più con tutte queste costruzioni cinesi. E’ distruttivo per l’ambiente, tutte queste costruzioni…E cosa succederà quando saranno finite le costruzioni e arriveranno altre migliaia di persone? Non resterà più nulla di cambogiano a Sihanoukville”
Come altri commercianti della città, Deu Dy incontra molti investitori cinesi che vogliono comprare il suo alberghetto offrendole un bel gruzzolo di soldi. E’ difficile resistere specie quando i profitti sono crollati: il ritmo forsennato della costruzione lì di fianco ha fatto sparire i clienti europei, mentre i cinesi preferiscono restare in hotel gestiti da cinesi.
Sebbene non siano finanziati direttamente dal Progetto della Nuova Via della Seta, i complessi immobiliari cinesi sono un prodotto secondario di una città che si è data del tutto agli investimenti cinesi.
A Sihanoukville sono stati investiti nel 2017 soltanto 1,3 miliardi di dollari e 1,1 di questi sono cinesi. I proprietari dei casini si sono avvantaggiati dei regolamenti inesistenti sul gioco d’azzardo e sulla legge del riciclaggio per istituire un impero accessibile solo a stranieri, perché il gioco d’azzardo è ancora illegale per i cambogiani.
Molti degli uomini di affari cinesi che arrivano a Sihanoukville vogliono trarre vantaggi di una nuova zona economica esentata da tasse destinata alla Cina. La maggioranza delle oltre 100 fabbriche nella zona sono di compagnie cinesi a cui si aggiungeranno altre 200 imprese cinesi che producono beni di consumo e abbigliamento.
Un’impresa di costruzione cinese sta costruendo una superstrada a quattro corsie tra Sfavillandole e Phnom Penh.
Per i cambogiani questa trasformazione divide, perché alcuni traggono benefici dall’influsso di denaro che non si è mai visto qui, ma molti sono espulsi a causa del costo della vita cresciuto a dismisura.
Uno che ci sta rimettendo è Kong Samol, autista di tuk tuk. “A causa di tutti questi uomini di affari qui, le spese sono salite ma i guadagni sono scesi. L’affitto è cresciuto di tre volte e non posso permettermelo. Il padrone vuole cacciarmi dalla stanza per affittarlo ai cinesi che pagheranno molto di più di quanto posso permettermi di pagare. So di molta gente giunta qui per lavorare ma che è dovuta ritornarsene al villaggio perché gli affitti sono impossibili ora”
Mentre lavora fuori dal suo laboratorio di cucito all’ombra di un nuovo casino cinese, Sena Lia Suon dice che gli investimenti cinesi hanno allargato la divisione tra ricchi e poveri.
“Chi ha la terra qui e case da affittare, loro stanno sempre meglio perché riescono a guadagnare molto di più di prima. Ma per chi non ha terra è una situazione terribile”.
Svay Sovana è stata tra chi ha goduto degli investimenti cinesi. Guadagnava 1000 dollari al mese per la sua casa a tre piani affittata ad europei. Ora ne guadagna 15 mila quando sono giunti i suoi nuovi affittuari cinesi.
La trasformazione ha anche portato lavoro in città. Mentre sono giunti lavoratori cinesi nella gestione dei casinò, ci sono altri lavori offerti ai cambogiani che guadagnano da 120 a 200 dollari al mese, considerate paghe decenti. I cambogiani che lavorano nelle costruzioni cinesi guadagnano tre volte quanto guadagnavano nelle imprese locali.
Saltano fuori sempre più progetti grandiosi e divisivi. E’ stato annunciato un progetto miliardario di un nuovo resort gestito da cinesi e malesi a Sihanoukville dal nome di Wisney World con parchi acquatici, hotel, casinò, centri commerciali , giardini, chiese su 65 ettari di suolo.
Ma il governatore provinciale Yun Min dice di non aver mai sentito di questo progetto, segno di una disconnessione tra investitori cinesi e autorità locali.
Sihanoukville ha conosciuti gli investimenti stranieri. Prima dei cinesi furono i russi a pompare soldi in ristoranti e resort del posto. La relazione è immortalata da un grande cartellone evanescente fuori di un sito abbandonato in cui si vedono il premier cambogiano Hun Sen e quello russo Putin darsi la mano.
Comunque la lamentela principale per molti qui è che anche se l’investimento cinese porta ricchezza, resta per lo più nella loro comunità
I residenti cinesi e i visitatori comprano dai negozi cinesi e visitano hotel e ristoranti cinesi con un effetto di ricaduta della ricchezza che è minima.
“I prodotti cinesi qui costano molto, non vanno bene a noi, ed i cinesi comprano solo prodotti cinesi e quindi siamo molto separati” dice la signora Srey Mach che sminuzza delle verdure davanti al suo negozio nel mezzo di rumori infernali dai siti di costruzione. “Esportano persino verdura e frutta dalla Cina. I cinesi hanno soldi molto più dei cambogiani, e significa che ora hanno il potere qui”
La Cambogia che è uno dei paesi più poveri della regione e che soffre per la mancanza di elettricità e di fogne, ha accettato a braccia aperta i ricchi assegni, i prestiti leggeri ed i piani infrastrutturali cinesi.
Tra il 2013 ed il 2017 la Cina ha investito 5.3 miliardi di dollari, più di quanto ha fatto il governo cambogiano.
Negli ultimi mesi poi la dipendenza dalla Cina si è fatta persino più pronunciata dopo che USA ed Europa hanno ritirato i finanziamenti alla luce delle ultime misure autoritarie.
La velocità con cui è arrivato il denaro ha lasciato le autorità poco tempo e risorse per creare regolamenti per gestire sia la parte oscura dei casinò cinesi col sofisticato crimine finanziario e il riciclaggio, sia il crescente scontento locale.
I cambogiani ribollono dalla rabbia quando discutono del crimine organizzato: ci sono stati casi di rapimenti, di incidenti stradali causati dall’alcol e prostituzione. All’inizio dell’anno, il governatore regionale lamentava un aumento del tasso del crimine nella provincia in parte a causa del fatto che l’arrivo della “Mafia Cinese che si nasconde per commettere crimini e rapire investitori cinesi causando insicurezza nella provincia.
Eppure con tanto in discussione in Cambogia i cinesi sono allo stesso tempo attenti che non si abbia un rigetto contro la Nuova Via della Seta e Sihanoukville è al centro.
“L’immagine cinese in Cambogia è colpita da quello che è accaduto a Sihanoukville” dice Vannarith Chheang, del Cambodian Institute for Strategic Studies. “Credo che il governo cinese e l’ambasciata cinese accettino una crescente retorica anticinese in Cambogia”
Poi aggiunge, parlando dei negoziati in corso tra i due governi per affrontare il crimine e i sentimenti locali: “E’ importante che la Cina conquisti il cuore dei Cambogiani. Se la Cina fallisce in Cambogia fallirà nella regione”
Hannah Ellis Petersen, TheGuardian, SCMP