Conosciuto essere un gruppo oscuro del Meridione Profondo Thailandese, il BRN è emerso ultimamente dall’oscurità per provare a mostrare al mondo che possono essere degli agenti non statali responsabili.
La dichiarazione del 3 aprile del BRN, Fronte di rivoluzione nazionale di Patani, che al momento sta fermando tutte le ostilità contro i militari thailandesi in base a considerazioni umanitarie a causa della pandemia di Coronavirus non ha precedenti nella storia dell’insorgenza separatista e gli ultimi esempi.
A gennaio il BRN, il movimento separatista storico che controlla virtualmente tutti i militanti armati del Profondo Meridione, firmò l’atto di impegno con una ONG internazionale Geneva Call di stanza in Svizzera. Lavora con gruppi armati di tutto il mondo per incoraggiarli ad aderire alla Convenzione di Ginevra che regola la condotta dei conflitti armati.
Un mese dopo il BRN emise una dichiarazione via YouTube in cui invitava la popolazione di questa regione storicamente contesa a seguire i consigli del personale medico che lavora a contenere la diffusione del Coronavirus.
Il nuovo invito al cessate il fuocodel gruppo è in linea con un appello di Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU, affinché le parti in guerra nel globo osservino un cessate il fuoco per aiutare a contenere il virus mortale.
Offensiva Militare
Nel frattempo, solo pochi giorni fa, le forze di sicurezza portavano avanti operazioni di ricerca e distruzione a Ta Se, subdistretto di Yala per cacciare cellule di militanti in una vasta zona umida del meridione musulmano. Le truppe thai pensavano che le operazioni sarebbero state facili sbagliandosi.
Un grosso cambiamento giunse quando apparvero le foto di un militante ucciso in uno scontro a fuoco e che era stato mutilato gravemente. Quello stesso giorno vide lo scoppio di due grosse bombe al di fuori del Centro Amministrativo delle province della Frontiera Meridionale, SBPAC, di Yala, un duro monito degli insorti alle forze thai ad indietreggiare.
Fonti del BRN dicono che non erano state aggressive. Sin da quando il coronavirus è penetrato ella regione di frontiera meridionale, i militanti del BRN dicono di essere stati coloro che hanno subito, ad iniziare con la morte in uno scontro a fuoco di cinque insorgenti in un campo di fortuna ai piedi di una montagna a Narathiwat il 25 febbraio. Lo scontro poi si spostò nelle zone umide di Ta Se nelle settimane seguenti.
C’erano paure che l’offensiva dell’esercito mettesse in pericolo un processo di pace lanciato il 20 gennaio in Malesia tra BRN e negoziatori Thai. Ma persino senza combattimenti sul terreno i colloqui si trovavano su una base incerta.
Prima dell’annuncio formale a Kuala Lumpur a gennaio che diede inizio ai colloqui, l’ala politica del BRN aveva tenuto dei colloqui con negoziatori del governo thai in Indonesia e Germania con l’aiuto di una ONG.
L’abbaglio del BRN
I negoziatori del BRN andarono al tavolo senza una consultazione dei militanti sul campo pensando che fossero sul piatto solo il TOR, i termini di riferimento. Ma su questo Bangkok non ha mai espresso accordo con uno qualunque dei gruppi di Patani perché la Thailandia non ha mai voluto prendere impegni.
Si supponeva che i negoziatori thai e l’ala politica del BRN avrebbero dovuto restare sulla bozza del TOR di sette pagine. Ma non ci volle molto perché i loro incontri segreti in Indonesia e Germania uscissero fuori.
Ovviamente il facilitatore malese dei colloqui di pace era furioso per essere stato lasciato all’oscuro. In un gesto di riconciliazione, Bangkok decise di dare il merito a Kuala Lumpur encomiando i rappresentanti malesi per il meraviglioso lavoro che rese possibile l’evento del 20 gennaio tra i rappresentanti thai ed il BRN. Kuala Lumpur ha finora tenuto due incontri tra le due parti.
Per i militanti del BRN il problema fondamentale non erano i colloqui o il fatto di tenere i Malesi fuori dal giro, quanto che l’ala politica aveva iniziato i colloqui senza affrontare le questioni chiave nel movimento. Per correggere l’errore grosso di essere andati al tavolo del negoziato prematuramente, il segretariato del BRN disse ai suoi membri di riparare i legami con i militanti che combattono sul campo.
Ancora il BRN non riesce ancora a stabilire il livello politico. Il BRN vuole accordarsi per qualcosa che sia meno del diritto alla autodeterminazione, oppure i colloqui sono un gradino verso una qualche autonomia seguita dall’indipendenza?
Sono queste alcune domande a cui i combattenti attendono la risposta.
E mentre l’ala politica e l’ala militare provavano a mendare le posizioni, il coronavirus ha colpito il Profondo Meridione. Il numero delle infezioni è cresciuto considerevolmente dopo il ritorno di centinaia di membri del Tablighi Jamaat dalla Malesia e dall’Indonesia, dove erano andati ad incontri religiosi a marzo.
Silenzio da parte Thailandese
Ora il governo thai non ha detto ancora nulla pubblicamente sull’ invito al cessate il fuoco del BRN. Una ragione potrebbe essere che una qualche dichiarazione positiva, come un benvenuto al gesto umanitario del BRN, farebbe arrabbiare i capi del governo ed il potente capo dell’esercito, generale Apirat Kongsompong, che a detta di molti si oppone all’attuale iniziativa di pace perché crede che il paese ha già fatto troppe concessioni.
Nel profondo meridione, il generale Pornsak Poolsawat, comandante della regione militare, rifiuta di vedere la violenza con lenti politiche. Per quanto gliene importa, tiene alta la legge thailandese.
Tre mesi fa, Apirat guidò una delegazione in Indonesia dove è riuscito a convincere la controparte a reprimere ogni attività del BRN in Indonesia.
E’ riuscito anche a convincere il Movimento di Libera Aceh, GAM, movimento separatista che riuscì a strappare un accordo di pace con Giacarta nel 2005, ad accordarsi ad agire come agente di monitoraggio dei colloqui di pace. I negoziatori thai ed il facilitatore designato a Kuala Lumpur furono lasciati all’oscuro a domandarsi quali fossero le reali intenzioni di Apirat.
Per molti grandi generali thailandesi trattare i movimenti separatisti malay di Patani come loro pari è una pillola amara che si rifiutano di ingoiare.
Per il momento l’esercito è uscito dalle zone umide di Ta Se, ma continuano senza sosta visite non annunciate e perquisizioni di case in nome della sicurezza nazionale.
Brn forse ha preso qualche punto dando seguito alla richiesta dell’ONU di far zittire le armi durante la pandemia globale, ma i ribelli sono ancora contrari al potente esercito la cui rabbia si approfondisce ogni volta che i loro nemici acquistano legittimazione agli occhi del mondo.
Don Pathan, Benarnews