Per la prima volta sotto il regime del partito unico, il Vietnam permetterà la formazione di sindacati indipendenti, come richiesto dalla partecipazione agli accordi di libero commercio, FTA, ma temuto da investitori che si domandano sul possibile impatto sulle dispute del lavoro in atto.
L’assemblea nazionale vietnamita ha votato di accettare alcune revisioni al proprio codice del lavoro che permettano ai lavoratori di formare sindacati indipendenti, di fare scioperi per contratti collettivi su condizioni di lavoro e paghe migliori.
Allo stato attuale i sindacati devono essere approvati ed affiliati al VGGL, la confederazione generale del lavoro vietnamita, federazione gestita dallo stato che gestisce le organizzazioni di massa del paese. Le revisioni indicano che i sindacati possono formarsi al di fuori del controllo del VGGL e del partito.
Il partito ha dovuto accettare queste riforme dopo la firma di vari accordi commerciali che impongono il rispetto dei diritti del lavoro, tra i quali un accordo della Trans-Pacific Partnership ed un accordo con l’Europa, EUVFTA che deve ancora essere approvata dal parlamento europeo.
A giugno il Vietnam ratificò la convenzione 98 del ILO legato all’ONU che garantisce i diritti dei lavoratori ad organizzarsi ed al contratto collettivo negli stati firmatari.
Nel frattempo crescono le dispute del lavoro, di scioperi selvaggi non riconosciuti dal VGGL, e considerati illegali, che nel 2017 sono stati oltre 300.
Lo scorso anno migliaia di lavoratrici della manifattura protestarono “illegalmente” per giorni contro un’impresa di Taiwan bloccando le strade nazionali a Dong Nai.
Vari esperti sostengono che gli scioperi crescenti sono alimentati da nuove imprese straniere che non hanno lavorato con le autorità locali per rispondere alle richieste e lamentele dei lavoratori.
Secondo il VGGL la paga minima nazionale del 2019 risponderebbe al 95% del costo della vita. L’indice dei prezzi al consumo è salito del 3,5% a novembre su base annuale mentre la paga è restata stagnante.
La paga minima vietnamita è legata alle regioni. I lavoratori di Hanoi e Ho Chi Min guadagnano 190 dollari USA al mese nel 2020, mentre nelle aree rurali ricevono solo 132 dollari. La punta più alta dello spettro della paga minima è inferiore alla paga minima della Cambogia, paese più povero.
Secondo molti articoli e studi i lavoratori vietnamiti sentono che i sindacati di stato non rappresentano i loro migliori interessi. Il VGGL ha sostenuto alcuni scioperi sebbene tenda a spendere la propria energia a raccogliere soldi per le donne incinta ed i pensionati.
Il VGGL è fortemente controllato dal partito che di rado sostiene scioperi o disordini del lavoro perché vuole attrarre investimento straniero per accrescere i tassi di crescita della produttività ed accrescere di più la crescita economica legata alle esportazioni.
Alcuni analisti si domandano se la formazione di sindacati indipendenti non siano di ostacolo all’investimento straniero in una fase in cui la manifattura estera cerca dove spostare le catene di rifornimento dalla Cina alla luce della guerra commerciale con gli USA.
Il nuovo codice del lavoro entrerà in vigore nel gennaio 2021 e comincerà ad essere applicato nelle parti della rappresentanza nel 2020. Il nuovo codice farà salire l’età legale del pensionamento ed include nuove feste nazionali.
“Questi nuovi articoli dimostrano un impegno importante a proteggere i diritti del lavoro” ha detto l’ambasciata USA ad Hanoi, cosa ribadita anche dalla UE.
Il giornalista indipendente Pham Chi Dung, arrestato a novembre per propaganda contro lo stato, aveva chiesto alla UE di non ratificare EUVFTA perché Hanoi non avrebbe soddisfatto la maggioranza delle promesse sui diritti umani secondo il patto commerciale ed avrebbe fatto la stessa cosa sui diritti del lavoro.
Dung che formò una importante associazione di giornalisti indipendente ha detto che Hanoi ha sempre considerato i sindacati indipendenti come reazionari per le paure di un possibile ruolo simile a quello del sindacato polacco Solidarnosc negli anni 80.
Il partito da sempre ha provato ad impedire che le formazioni di organizzazioni di società civili diventino un’alternativa alla partecipazione popolare alle sue fortemente controllate organizzazioni di massa.
La paura è anche che la formazione di sindacati indipendenti possa far crescere una parallela domanda di giornali indipendenti e gruppi della società civile se non partiti politici indipendenti.
Hanoi in precedenza ha represso come nel 2006, che fu una primavera politica dei militanti vietnamiti, allorché si formarono vari partiti indipendenti ed illegali insieme a organizzazioni democratiche come il popolare Bloc 8406. Il 2006 vide anche la formazione del primo illegale sindacato indipendente.
A settembre 2006 si formò UWFO, organizzazione dei contadini e lavoratori del Vietnam, ed un mese dopo si aprì IWUV, Unione dei lavoratori indipendenti del Vietnam, a cura del dissidente e sindacalista Nguyen Khac Toan.
Nel giro di due mesi i fondatori del UWFO furono arrestati con l’accusa di reati contro lo stato e di abusare delle libertà democratiche per ostacolare gli interessi dello stato, reato penale. Per la fine del 2006 tutti i fondatori del IWUV furono processati.
Un’altra ragione è che il partito voglia pacificare un movimento sindacale potenzialmente attivo per ragioni economiche. Il ministro del lavoro Dao Ngoc Dung ha chiarito che l’orario di lavoro resterà lo stesso e l’età di pensionamento salirà secondo il nuovo codice del lavoro, perché l’economia non può permettersi un calo nella produttività.
Hanoi tenta disperatamente di non cadere nella trappola delle entrate medie, un costrutto teorico economico per cui i paesi in via di sviluppo si infognano ad un livello di guadagni più basso dell’ottimale.
I ministri sono consci che con la popolazione in età di lavoro destinata a scendere con il PIL procapite resta basso, meno di quello indiano e del Uzbekistan, il Vietnam rischia “di diventare vecchio prima che possa diventare ricco” come disse IMF nel rapporto del 2017.
Il giornalista in carcere Dung sottolineò che “non ci sono garanzie sui tempi della ratifica o garanzie che Hanoi rispetterà gli impegni” come le promesse riforme del lavoro, come ha anche detto la Camera di Commercio australiana.
“Finché non saranno emesse linee guida di applicazione delle agenzie importanti, l’esercizio pratico delle nuove libertà del diritto di associazione è ancora pendente” ha detto l’ente australiano.
Le riforme del lavoro sono buone sulla carta, come lo sono state molte politiche liberali e progressiste adottate ufficialmente dal Vietnam ma raramente applicate come quelle sul governo della legge e libertà di espressione.
Organizzatori del lavoro e militanti dei diritti dicono che sono in attesa per vedere cosa succede, sebbene siano scettici e dicano che il partito non permetterà mai ai sindacati di operare liberamente ed indipendentemente.
Molti dubitano persino che Europa e partner stranieri manterranno l’interesse nei dettagli come decisero di fare lo scorso anno finché Hanoi mette per iscritto la promessa più vasta di una libertà di associazione migliorata.
I sindacati indipendenti avranno ancora bisogno del permesso delle autorità locali o del ministro, ed alcuni dicono che le richieste potrebbero essere rigettate se percepite troppo ribelli.
L’alternativa, spesso praticate in paesi non democratici dove i sindacati indipendenti possono operare, potrebbe essere la creazione di sindacati legati al partito per competere con quelle non legate al partito. Si possono applicare restrizioni tecniche, come un’alta percentuale di adesione dei membri del sindacato per fare uno sciopero ritenuto legale, tanto alta da diventare impossibile organizzare un’azione collettiva.
Potrebbero decidere che i sindacati indipendenti non possono fare petizioni ai ministri ed assicurare che non si possano sedere nel Consiglio del Salario Nazionale che decide annualmente gli aumenti delle paghe minime, costituito da ministri, lavoratori e rappresentanti del VGGL.
Il governo potrebbe ritenere che un rappresentante forte del sindacato indipendente violi il codice penale negli articoli della propaganda contro lo stato o nell’abuso delle libertà e della democrazia contro gli interessi dello stato, ed arrestarlo.
Il partito ha dato finora la propria parola di permettere più diritti del lavoro, ma non è detto che questo per forza significhi che saranno usufruiti in modo genuino, come le passate promesse mancate.
David Hutt, Asiatimes.com