Ci sono voluti mesi di indagini alla polizia di Singapore per lanciare alla fine di novembre una bomba: il militante del sociale Jolovan Wham sarà accusato di aver organizzato assemblee pubbliche senza permesso, di vandalismo e di aver rifiutato di firmare le dichiarazioni della polizia.
Wham che lavora da sempre per i diritti dei lavoratori della migrazione di basso reddito è stato sotto indagini molte volte per vari eventi ritenuti illegali secondo la legge restrittiva dell’ordine pubblico di Singapore.
Gran parte delle indagini sono andate avanti per mesi senza che l’interessato avesse ricevuto informazioni o aggiornamenti dalle autorità, per terminare però altrettanto improvvisamente come erano iniziate, con duri avvisi che sono state definite prive di effetto legale da un giudice dell’Alta Corte.
La dichiarazione alla stampa della polizia di Singapore, in cui si annunciavano le accuse, recitava che Wham era stato recalcitrante ed aveva mostrato ripetutamente un “chiaro disprezzo della legge” quando ha organizzato o ha partecipato ad “assemblee pubbliche illegali”.
Le indagini passate e gli avvisi ufficiali furono causate da reati ridicoli come il permettere agli stranieri di partecipare ad un evento tenuto per solidarietà per la democrazia ad Hong Kong, per aver permesso che la bandiera di Singapore toccasse il suolo o per aver mostrato gli emblemi nazionali in un evento di solidarietà con il movimento democratico Malese.
Ora è sotto accusa per aver organizzato tre assemblee illegali: un forum al chiuso in cui interveniva il militante democratico di Singapore Joshua Wong via Skype, una protesta silenziosa sul treno della metropolitana in cui si chiedeva degli attivisti arrestati senza processo per 30 giorni ed una vigilia per un prigioniero nel braccio della morte impiccato poi per droga.
(La stessa autrice di questo articolo Kirsten Han faceva parte degli oratori del forum di solidarietà per Hong Kong ed è attualmente sotto indagine per aver partecipato alla veglia)
Nonostante gli scorsi avvisi, le indagini e le accuse, non c’erano indicazioni che le azioni di Wham erano state distruttive, pericolose o causato danno. La polizia presente al di fuori della prigione la notte della veglia disse ai partecipanti che potevamo restare purché non accendevamo candele.
Mentre l’incriminazione di Wham è giunta come una sorpresa, non ha scioccato nessuno se si considera quanto velocemente si restringono gli spazi di critica a Singapore.
La nascita dei media sociali e le elezioni spartiacque del 2011, in cui il partito di governo del PAP presentò il risultato peggiore di sempre promettendo in fretta “una nuova normalità” con una maggiore partecipazione della gente, furono considerate come opportunità di democratizzazione nella ricca ma autoritaria città-stato.
Si assumeva in quel periodo che gli abitanti di Singapore avevano trovato la propria voce, che il clima di paura del governo si era consumato e che l’amministrazione del PAP avrebbe fatto più concessioni alla militanza e alla difesa dei diritti nel discorso nazionale.
Non è stato così. L’elezione generale del 2015, dove il PAP si riebbe del momento negativo conquistando il 70% del voto, ha mostrato che la fame di cambiamento politico a Singapore non era poi così grande né determinata come atteso dopo il 2011. Ora lo spazio per la società civile e l’esercizio delle libertà civili non cresce ma si contrae.
Questo anno 20 persone sono state indagate secondo la legge dell’Ordine Pubblico, che è così larga e oppressiva per cui persino la singola persona può costituire un’assemblea illegale.
Yan Jun che ha tenuto proteste in solitaria con manifesti fuori dell’Ambasciata americana, l’Alta Commissione Britannica e Raffles Place nel distretto degli affari di Singapore, fu condannato ad agosto scorso a tre settimane di carcere ed una multa di 13mila euro perché il tribunale lo aveva ritenuto colpevole quattro volte di assemblea pubblica illegale senza permesso ed uno di disturbo della quiete pubblica.
Ad ottobre il militante ed artista Seelan Palay fu arrestato secondo la stessa legge mentre eseguiva una sua performance che consisteva dello stare in piedi al di fuori del parlamento con uno specchio in mano. Ora è stato rilasciato su cauzione mentre vanno avanti le indagini.
Non ci sono in azione solo momenti recenti di autoritarismo.
L’artista e militante Tan Tarn How pubblicò ad ottobre un post ponendo questioni sugli artisti e studiosi universitari bloccati dalle istituzioni educative. Il suo post iniziale indicava che aveva compilato una lista di 15 persone mentre un successivo post rivedeva il numero a 18 persone.
Lo scorso anno fu approvato dopo un mese appena dalla sua introduzione in parlamento la Legge dell’Amministrazione della Giustizia, formulata in modo vago che tratta del reato di disprezzo della corte. Da allora è stato iniziato un caso di disprezzo contro il nipote del Primo Ministro Lee Hsieng Loong, Li Shengwu, per un post su Facebook visibile solo ai suoi amici in cui diceva che il governo di Lee è “molto litigioso” e presiede su “un sistema di corti flessibile”.
Il padre di Li, Lee Hsien Yang, all’inizio dell’anno era stato coinvolto in una lite molto pubblica con il fratello primo ministro per la gestione dell’eredità e della case del padre Lee Kuan Yew a Oxley Road. La rara lite di famiglia fu resa pubblica in alcuni post rivelatori di Facebook.
Inoltre un impiegato dello stato era stato accusato di recente di aver violato la Legge del Segreto di Stato per aver dato ad un giornalista informazioni su una nuova iniziativa legata alla rivendita di unità di appartamenti pubblici che non era stata ancora resa pubblica.
Al giornalista fu dato un duro avviso. Sebbene questo fatto non abbia generato molta pubblica attenzione né sia stato discusso, ex giornalisti hanno indicato le rabbrividenti implicazioni potenziali per la libertà di stampa.
Sono in arrivo ulteriori restrizioni sulle libertà civili. Il governo ha promesso di introdurre il prossimo anno una legge contro le “fake news”. Un rapporto di Freedom House denuncia come questa legge “non sembra destinata a riferirsi al contenuto costruito in modo deliberato per intascare tasse o sviare la gente”
Il ministro degli interni e della giustizia K Shanmugam ha anche detto che si sta rivedendo la legge per rafforzare le restrizioni sul discorso di odio e le prediche estremiste.
In teoria questo non appare del tutto illiberale finché non ci si ricorda che il governo caratterizzò le giaculatorie del giovane blogger Amos Yee, che ha ricevuto di recente asilo politico in USA, come discorsi di odio, a suggerire che la soglia di tolleranza dello stato è bassa.
Con queste restrizioni in arrivo, Wham non sarà l’ultimo democratico ad essere perseguitato. Mentre ciò potrebbe non apparire così importante rispetto alle calamità democratiche in USA ed in Europa, il rischio è che i regimi illiberali imparano ed imitino le tattiche repressive l’un dall’altro.
Kirsten Han, Atimes.com